La Gen Z comprende i giovani nati all’incirca tra il 1995 e il 2010, una fetta di mercato che rappresenterà il 40% di tutti i consumatori entro il 2020. Cerchiamo di capire se sei pronto a comunicare il tuo vino e il tuo territorio a questi autentici nativi digitali.
In un mio precedente post avevo tentato di descrivere quale vino berrà la Generazione Z. I punti cardine di quel post, che ti invito a leggere se ancora non lo hai già fatto, erano la penetrazione e l’utilizzo degli smartphone, l’importanza dei contenuti e delle piattaforme video, l’ascendente rappresentato dagli influencer nelle loro scelte d’acquisto.
Riprendo le fila di questo discorso iniziato a giugno, per fare ancora più luce sulle abitudini e i desideri di chi inizia oggi a interessarsi al mondo del vino e potrebbe acquistare le tue etichette in un futuro non troppo lontano.
Chi sono i Gen Z e in cosa si differenziano dai più “anziani” Millennials
Gli appartenenti alla Gen Z possiedono differenze sostanziali rispetto ai rappresentanti della generazione precedente, quei Millennials che tanto occupano i pensieri, le strategie e le preoccupazioni degli uomini di marketing di oggi.
I più giovani preferiscono utilizzare differenti social network, per scopi anche molto diversi, piuttosto che sposare una piattaforma e legare ad essa i propri contenuti e le proprie interazioni.
Su Instagram presentano e mostrano chi sono e cosa vogliono, su Snapchat condividono spezzoni di vita reale, su Twitter consultano le notizie e su Facebook ricercano informazioni.
Il panorama esperienziale e d’uso delle piattaforme da parte dei più giovani è dunque frammentato, diffuso, spesso visto come frenetico agli occhi di chi è meno abituato a passare rapidamente da un canale digitale all’altro.
Qui ci confrontiamo con persone che controllano i propri profili e account sociali centinaia di volte al giorno, spesso in maniera automatica, spesso senza un reale scopo, quasi sempre tramite il proprio smartphone.
Confusione? Forse. Almeno a uno sguardo approssimativo e frettoloso.
La sfida dei brand che già oggi intendono confrontarsi con un pubblico del genere è quella di intercettarlo al momento giusto sul canale giusto, interessarlo in pochi secondi, incuriosirlo con contenuti originali e dedicati, fidelizzarlo per mezzo di una strategia che comprenda differenti canali, piattaforme, linguaggi.
Ora tira il fiato e non disperare. Tu fai vino e conosci il valore del tempo. Sai che la fretta è spesso cattiva consigliera, ma sei anche perfettamente consapevole del fatto che il mondo intorno a te, e con lui il consumatore, evolve a un ritmo e a una velocità senza precedenti. Devi essere pronto, e per farcela possiedi molti più strumenti di quanto immagini. Ma andiamo oltre.
Impegno sociale, uguaglianza e ambiente
I Gen Z sono sensibili a temi sociali come l’uguaglianza razziale, di genere e di reddito, e a quelli ambientali. Il mondo reclama responsabilità. L’ambiente necessità rispetto.
In questo senso, trova una ideale e vantaggiosa collocazione l’applicazione di un’agricoltura, e quindi anche di una viticoltura, responsabile, biologica, il più possibile “naturale”.
Con questo non voglio assolutamente affermare che tutte le aziende vinicole del paese dovranno convertirsi al biologico o alla biodinamica. Voglio solo puntare l’attenzione a questa maggiore sensibilità generazionale, figlia di un ambiente che non ha goduto storicamente delle nostre migliori intenzioni e attenzioni. In questo senso, un approccio produttivo e una comunicazione attenti a questo tema, potrebbero fare la differenza.
Il modello comportamentale di ragazzi come loro
Come già scrivevo nel precedente post sopra citato e linkato, i rappresentanti della Generazione Z sono particolarmente predisposti e seguire l’esempio e i consigli di persone nelle quali si identificano.
Se siamo fortunati, la pubblicità tradizionale, che promuove modelli estetici e di consumo irraggiungibili per la maggior parte degli individui, ha le generazioni contate. Molto meglio, e dunque più efficace, proporre canoni capaci di generare identificazione e empatia nei ragazzi.
In questo senso un ruolo strategico giocano gli influencer del vino più giovani. E se non possiedi una chiara idea di chi possano essere e di cosa siano capaci, non disperare, confido di intervistarne uno davvero in gamba nelle prossime settimane.
Partecipazione alla produzione del contenuto
Qui accarezzo un tema che richiederebbe un certo livello di approfondimento. Per un’infarinatura rimando a un mio precedente post sull’importanza del contenuto generato dagli utenti.
Qui aggiungo solo che i più giovani sembrano gradire la partecipazione attiva alla vita dei brand, anche sui social network. Non più dunque una posizione passiva unicamente legata alla ricezione di informazioni, quanto piuttosto un coinvolgimento partecipativo alle strategie aziendali, alla definizione dei prodotti, allo scambio delle opinioni.
Loro hanno qualcosa da dire e, sui loro canali e con i loro linguaggi, sono pronti a dirlo. A te il compito di non ignorarli.
Esempi di spot sul vino per pubblici differenti
Sono rimasto in dubbio fino all’ultimo se aggiungere o meno qualche spot video sul vino che ritenevo rappresentativo di una comunicazione mirata a target differenti. Mi sembrava di buttarla lì un po’ troppo facile.
Ma sei arrivato fino a qui, e non posso non premiare il tuo impegno e la tua pazienza con un po’ di frivola pubblicità.
1. Questo spot tv di Casillero del Diablo è ancora per Millennials: atmosfere da cinema, trama lineare, personaggi troppo fighi per le nostre enoteche di fiducia, tutto troppo perfetto.
2. Santa Margherita trova il giusto compromesso tra una produzione professionale e il modello rappresentato da una giovane ragazza piuttosto comune, all’insegna del “For Who You Are”.
https://www.youtube.com/watch?v=2E7JIDNISoM
3. Un prodotto decisamente più commerciale, Ciao Wine, un vino frizzante in lattina che non ho avuto il coraggio di approfondire, la butta forse un po’ troppo sul low profile, e non so davvero se possa definirsi una strategia vincente, dentro di me spero proprio di no.
Concludiamo il tutto
Un riepilogone è d’obbligo. Anche per tornare sul concreto e tentare di dare un volto, seppur digitale, ai futuri consumatori e appassionati di vino.
Quando pensi al domani del tuo vino e della tua comunicazione, quando cerchi di immaginare in che mani e su quali tavole approderanno le tue bottiglie, osserva i più giovani e ricordati che:
- hanno uno smartphone
- sono sempre connessi
- controllano i propri account sociali centinaia di volte al giorno
- usano canali differenti per scopi differenti
- osservano ed emulano ciò che fanno, acquistano, consumano, altri ragazzi come loro o influencer nei quali possono identificarsi
- sono sensibili ai temi sociali e ambientali
- hanno un forte desiderio partecipativo
Tu puoi benissimo ignorare tutto questo, pensando che non ti appartenga, che non ti riguardi, che puoi farne a meno. Ma se speri in un futuro e in una continuità del tuo vino e del tuo territorio, devi essere consapevole che quelli che osservi oggi con una certa dose di incomprensione e distanza, saranno i consumatori di domani.
E non dimenticarti di condividere questo post generazionale.
Fonte: www.adweek.com
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
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