I video istituzionali del mondo vino sono generalmente tutti uguali. Il format è sempre lo stesso e i contenuti sono stancamente ricorrenti.
Di vino mi occupo ormai da tempo, sia personalmente sia professionalmente, e mi rendo tristemente conto che i contenuti video delle aziende vitivinicole tendono, tranne rari casi, a essere realizzati con lo stampino.
Immagini suggestive con droni che sorvolano aziende e terreni, primi piani del prodotto in slow motion, fasi di produzione in time-lapse (es. fasi della vendemmia) e l’immancabile musichetta emozionale che scandisce una regia fintamente emozionale, monotona, prevedibile.
Il titolare (nella migliore delle ipotesi qualcuno di reale ci mette la faccia) compare a raccontare la storia dell’azienda, delle generazioni precedenti, di come sono stati magnificamente reinterpretati gli insegnamenti degli avi, bla, bla, bla, fino ai giorni nostri con l’eccellenza raggiunta, le visioni, bla, bla, bla.
Al di là del settore vino, prendete questo format, immaginate un’azienda che fa tutt’altro e vi renderete conto che la zuppa è sempre la stessa.
Guardi questi video (se dopo pranzo sono utili ad assopirsi), poi chiudi il browser, passi ad altro e ti sei completamente dimenticato cosa produceva l’azienda, come si chiamava e, soprattutto, in che territorio si inseriva.
Perché il punto è proprio questo. Cambia il soggetto ma il contenitore rimane lo stesso, indistinguibile dalla massa, uniforme, incolore, autoreferenziale.
Quanto hai speso per quel video? Due, tre, forse cinquemila euro? Di più? Fossero stati anche solo 500 euro, sarebbero stati 500 euro buttati.
Il video è un contenuto estremamente potente, ma se standardizzato in questo modo il suo potenziale viene completamente vanificato. Credi davvero che frotte di persone correranno a comprare i tuoi prodotti perché li hai ammorbati con quanto sei bravo e bello?
La buona notizia è che puoi uscire da questo appiattimento con 5 semplici mosse, eccole di seguito:
- fermati a pensare a quanti video una persona vede in un solo giorno, al bombardamento di immagini in movimento che lo colpiscono quotidianamente sui Social Network
- mettiti nei suoi panni, non in quelli dell’imprenditore attento alla concorrenza, ma del navigatore al cazzeggio che apre e chiude video come se non ci fosse un domani
- pensa al perché una persona, anche interessata al tuo settore, dovrebbe interrompere per alcuni minuti il fluire della sua giornata per guardare proprio il tuo video aziendale
- pensa quindi a cosa colpisce te come utente, cosa ti si imprime nella memoria, cosa ricordi alla fine della giornata o cosa ti ritorna in mente a distanza di settimane
- poi guarda quello che fa la concorrenza, i video che produce e domandati come puoi distinguerti da tutti loro per fare breccia nella coscienza degli utenti ed essere ricordato
Non servono effetti speciali, il costo del video rimane lo stesso. Quello che deve cambiare è il contenuto, lo storyboard, chiamalo come preferisci, hai capito, ne sono certo.
Faccio un esempio concreto per capirci ancora meglio.
Sei una piccola cantina che produce un vino molto noto in una zona vitivinicola rinomata? Ottimo, sei assolutamente libero di immaginare e riprendere il tuo vino in un contesto differente dal solito, o di mostrare la tua azienda attraverso le persone che ci lavorano.
Non raccontare la tua cantina come fanno tutti. Prova piuttosto a fare l’esatto contrario. Parla delle persone che apprezzano il tuo prodotto o potrebbero apprezzarlo, non parlarti addosso come fanno gli altri e immagina un racconto video da declinare in base a questo tipo di contenuto.
Il 2017 sarà un altro anno importante per i video, devi essere pronto a cogliere questa occasione nel migliore dei modi.
E ricordati della mucca viola di Seth Godin. Se vuoi essere notato devi proporre qualcosa che si faccia inequivocabilmente notare.
Aggiornamento del 21 dicembre 2016
Segnalo un recente video di San Marzano Cantine su come nasce un grande Primitivo
Lettura consigliata: La Mucca Viola
Fonte dell’immagine: http://www.brinknews.com/
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