Cerchiamo di capire perché i canali digitali non sono uguali per tutti, e perché azioni simili possono portare a risultati differenti.
Partiamo da un presupposto importante. Se per i grossi brand e le aziende solide e già ben posizionate, i social media rappresentano soprattutto un terreno di fidelizzazione e consolidamento, per le piccole e medie imprese sono più che altro l’occasione di ritagliarsi uno spazio, dialogare con il proprio target, costruirsi una community, posizionarsi nella mente delle persone, esplorare nuovi orizzonti comunicativi e di marketing.
Il mondo del vino in Italia è costituito principalmente da piccole e medie imprese, cosa che ti fa capire come i social, e la comunicazione digitale in generale, possano davvero fare la differenza in termini di percezione e diffusione di un piccolo brand vinicolo online e offline.
Pensa al sito web. Un grosso brand vinicolo, conosciuto in Italia e all’estero, deve possedere un sito bello per questioni di immagine ed efficace se vuole fare marketing mirato, ma difficilmente attrarrà nuovi consumatori grazie a questo strumento, proprio perché il suo posizionamento è già solito e diffuso su canali sia online sia offline.
Una PMI del vino invece, senza un sito usabile, informativo ed efficace lato conversioni, perde davvero le grandi opportunità di farsi conoscere e di utilizzare il sito web come strumento di new business e di fidelizzazione.
Se già conosco l’azienda vinicola posso decidere di visitare il sito per scoprirne eventuali eventi o prenotare visite o degustazioni. Se non conosco la cantina allora visito il sito per capire chi è, cosa produce e dove, e con quale filosofia.
Si comprende dunque che, in base al posizionamento, alla natura e al dimensionamento aziendale, cambiano gli obiettivi e gli scopi di strumenti e canali condivisi.
Purtroppo poche aziende del vino hanno sino ad oggi saputo ricorrere in maniera intelligente, strutturata ed efficace al sito web e ai canali social.
Un post di qualche giorno fa su jeffbullas.com mi aiuta ad elencare le principali cause di un fallimento che accomuna molte piccole e medie imprese in tutto il mondo.
Le riprendo di seguito, adattandole e contestualizzandole al panorama nazionale delle piccole e medie aziende del vino.
Inconsistenza
Entusiasmo, coerenza e consistenza sono le qualità base per affrontare un progetto digitale in generale, e social in particolare.
Ancora troppe aziende del vino oggi approdano in Facebook, Instagram e compagnia bella senza un piano, senza una visione.
In pochi sono davvero in grado di avviare una strategia digitale capace di proiettarsi negli anni a venire, immaginando un futuro che non sia semplicemente e riduttivamente il domani.
I più iniziano e, non avendo solide gambe sulle quali reggere le proprie azioni digitali, si stancano spesso, perdono slancio ed entusiasmo, mollano come faccio io ogni anno con il proposito di intraprendere una qualche attività fisica.
I social sono esattamente come lo sport. Se vuoi ottenere dei risultati non bastano 10 flessioni e 5 piegamenti ogni tanto. Devi allenarti con costanza per mesi, se non per anni, se vuoi che davvero le cose cambino in meglio.
E, aggiungo, devi avere pazienza, i risultati arrivano anche con il tempo.
Scarsa adesione alle regole delle piattaforme
Questo è un aspetto interessante e spesso poco discusso.
Molte aziende del vino falliscono nei social perché pensano di poter essere presenti su queste piattaforme con le loro regole, a modo loro, ma non è esattamente così che stanno le cose.
I canali social hanno propri codici, regole, linguaggi, semantiche, che vanno conosciuti in maniera approfondita e che possono cambiare nel tempo, costringendo chi vi opera a rimanere costantemente aggiornato.
La sfida è proprio quella di riuscire a comunicare al meglio la propria realtà vinicola sfruttando a pieno le opportunità a disposizione, ma pur sempre all’interno dei confini imposti dai singoli ambienti digitali.
La tua impronta, la tua voce, la devi quindi saper trasmettere, forte e chiara, in casa d’altri.
Mancata interazione con il pubblico
Qui rischio di ripetermi. Credo di aver trattato questo aspetto in decine di post e non è mia intenzione risultare noioso. Una cosa la aggiungo però.
Ricordati sempre che l’attività social non termina con la pubblicazione di un post, bensì inizia proprio dopo la pubblicazione di un post, quando si dovrebbero generare, monitorare e gestire le conversazioni nate dal tuo contenuto.
Lancia il sasso dunque, ma corri anche subito a vedere dove è finito e chi ha colpito.
Assenza di un piano strategico
Anche questo è un tema che ho già mille volte affrontato, e che idealmente riassume tutti gli altri punti qui elencati.
Senza un piano, senza una strategia non si va da nessuna parte, o meglio, non si va in nessun luogo realmente interessante lato business.
Su questo aspetto sono categorico. Nell’ambito strategico non ci si improvvisa, non puoi quindi pensare di fare da solo, non sarebbe sufficiente. Se vuoi sviluppare una strategia di comunicazione digitale devi affidarti alla consulenza di un esperto.
Troppe aspettative organiche
Oggi, sui principali social media, se non paghi ottieni poco. Questo è un dato di fatto funzionalmente e operativamente concretizzatosi ormai da parecchio tempo, ma purtroppo non ancora del tutto assimilato dalle aziende del vino.
I social sono gratis fino a un certo punto, un livello minimo di esistenza potremmo definirlo. Per tutto il resto serve budget, serve spesa, serve programmazione e progettazione.
Le coperture organiche sono ai minimi storici, dato che causa frustrazione in quelli che ancora credono che sia sufficiente esserci e postare qualche contenuto ogni tanto.
Scarso o nullo utilizzo degli strumenti a disposizione
Quasi tutti i social media offrono ai propri utenti strumenti dedicati al marketing. Dai tool statistici alle piattaforme di sponsorizzazione, dalle guide sulle best practice all’assistenza tecnica.
Quasi nulla di tutto questo viene utilizzato, e spesso nemmeno consultato, dalle aziende del vino che svolgono attività social.
Il rischio è quello di produrre del contenuto, a volte anche in grande quantità, senza però aver modo di capire veramente cosa è efficace e cosa no, e il conseguente perché di un successo così come di un fallimento.
Misurazione e analisi sono, da sempre, i pilastri portanti di ogni strategia digitale degna di questo nome.
I consulenti
Aggiungo e chiudo con una causa di fallimento di cui in pochi ti parleranno.
A volte, e soprattutto nel passato, la causa del fallimento digital e social di molte aziende del vino siamo stati noi consulenti. O, meglio, tutti quei non consulenti o agenzie presunte tali, che hanno sfruttato la popolarità dell’argomento e la fumosità dei concetti per vendere il nulla alle aziende del vino.
Se anche questo argomento ti interessa, ti invito ad ascoltare la puntata del mio podcast dedicata a questo tema.
Fonte: www.jeffbullas.com
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
Nel caso in cui necessitassi di ulteriori approfondimenti o desiderassi contattarmi per una consulenza, puoi farlo tramite la chat Messenger o scrivendo a andreamarc79@gmail.com