Oggi cercheremo di capire cosa è il brand marketing, come mai è importante e perché il digitale è uno dei suoi ideali terreni di crescita.
Chiedo subito perdono se il post potrà apparire non sufficientemente approfondito.
Cercherò di nascondere il fatto che voglio godermi le vacanze tra venticinque aprile e primo maggio, spacciando la densità del contenuto per volontà di fornire una suggestione in grado di far nascere in te una profonda riflessione circa la tua identità e le tue intenzioni.
Ruberò anche alcune definizioni e concetti dall’ultimo libro di Seth Godin, Questo è il marketing, già da me citato in un precedente post.
Bene. Ora che ti ho sufficientemente confuso possiamo procedere.
Qual è il tuo brand?
Bella domanda vero? Non è semplice rispondere, lo so. Non in poche parole.
Mentre ci rifletti ti do una mano. Andiamo per esclusione.
Il tuo brand non è il tuo nome o il tuo logo. Non è il tuo slogan o il tuo payoff, se ne possiedi uno. Non è nemmeno il tuo vino o il tuo territorio. Il tuo brand non sei tu, non solo e non del tutto almeno.
Un brand è un’abbreviazione delle aspettative dei clienti. Che promessa pensano facciate? Che cosa si aspettano quando comprano da voi o vi incontrano o vi ingaggiano?
Quella promessa è il vostro brand.
Seth Godin
Grazie a Seth ora sappiamo che il tuo brand è la promessa che fai al tuo pubblico, ai tuoi clienti. Qual è la tua promessa dunque?
Prometti serate romantiche o party in discoteca? Prometti profonde riflessioni su un territorio o prese di posizione sul rispetto dell’ambiente o semplici momenti di relax individuale? Prometti il brivido unico dell’esclusività o la serena e rilassata consapevolezza del vino per tutti? Prometti la rusticità di pane e salame o la presunta eleganza di una flûte a bordo piscina?
Questi sono ovviamente solo degli esempi, utili spero a farti riflettere sulla natura intima e profonda del tuo brand vinicolo. Perché prima riesci a chiarirti chi sei, cosa prometti e a chi lo prometti, meglio saprai comunicare il tuo brand online e offline.
Nella consapevolezza che la tua promessa può essere assolutamente unica così come può essere molto simile a quella di altri produttori, nel tuo territorio o in territori anche molto diversi. E in questi casi si configura forse l’unico reale concetto di concorrenza, o quanto meno di sovrapposizione dell’offerta.
Aggiungo infine che, parlando di brand marketing, non mi limito per forza al marchio aziendale di una cantina. Il brand marketing può essere anche personale, può essere rappresentato da un nome, un cognome e un volto, nel qual caso si parla di personal branding.
Bene, ora che hai compreso meglio cosa è un brand, vediamo a cosa mira il brand marketing.
Una questione culturale
Il direct marketing è orientato all’azione. E viene misurato. Il brand marketing è orientato alla cultura. E non può essere misurato.
Seth Godin
Se fai advertising fai direct marketing. Paghi un clic per una visita, per una conversione, per un like, e misuri quanto hai speso (tempo e soldi) e quanto hai guadagnato in termini di ritorno economico o reputazionale.
Se invece fai cultura, fai storytelling (parola che amo sempre più anche solo per il fatto che chi la denigra lo fa perché non ha capito veramente di cosa si tratta). Fai brand marketing, stai costruendo la tua promessa al mercato.
Il direct marketing, quando smetti di farlo scompare, è un rubinetto che apri e chiudi quando vuoi, quando ti serve. Il tuo brand, una volta che lo hai identificato e strutturato è lì per restare, è una sorgente che può cambiare ma non si esaurisce.
Grazie al digitale fare brand marketing oggi è diventato più semplice da un lato, più complicato dall’altro per l’enorme quantità di informazioni e contenuti con cui un’azienda del vino si deve confrontare.
Ma quali sono gli ambienti digitali ideali per fare brand marketing?
Social network e motori di ricerca
Pensa a quanto è radicalmente diversa l’esperienza d’uso e la fruizione tra Facebook o Instagram da una parte e Google dall’altra.
Nei primi, tendenzialmente, i brand raggiungono le persone con i loro contenuti, si tratta di un processo spesso passivo lato utente. In Google sono le persone a cercare un prodotto o un servizio, compiono attivamente un’azione per risolvere un problema o soddisfare una necessità.
Nei social tu sei tu con il tuo brand, sei l’azienda “pinco pallino” che produce quello specifico vino, sei il vignaiolo inserito in un preciso territorio. In Google tu sei spesso un “vino rosso strutturato”, o un “vino bianco delle dolomiti”, o uno “spumante metodo classico”, o mille altre generiche rappresentazioni di te come di altri simili sul mercato.
Ovviamente la bellezza del digitale è che non c’è il “tutto bianco” o il “tutto nero”. I confini sono sempre sfumati. Si può fare direct marketing anche in Facebook o Instagram grazie alle sponsorizzazioni, così come si può godere di una brand marketing ben fatto anche in Google.
La strada giusta è avere qualcuno che si interessa a voi e a ciò che create al punto da digitare il vostro nome. Al punto da cercare voi, non un’alternativa generica.
Seth Godin
Se possiedi un brand solido e riconoscibile, le persone interessate cercheranno e seguiranno il tuo brand.
Non cercheranno un generico nerello mascalese dell’Etna, ma il tuo nerello mascalese dell’Etna. E lo cercheranno nei social media così come nei motori di ricerca.
Quando sarai riuscito a ottenere questo incredibile risultato, anche solo per la ristretta cerchie di persone che realmente ti interessa raggiungere e coinvolgere, allora avrai fatto un salto che non tutti riescono a fare.
Per anni mi sono occupato di ottimizzazione SEO di siti web e posso dire che il panorama ha subito cambiamenti radicali, soprattutto ad opera dei social network, che hanno avuto il merito di rimettere al centro le persone e i brand.
Lavorare oggi sul posizionamento organico di un pugno di chiavi di ricerca più o meno generiche, che coinvolgono te come altri, è intelligente solo se non sei un brand sufficiente forte da garantirti un posizionamento tutto tuo.
Oggi la vera sfida per te è il brand marketing, così da costruirti un’identità aziendale o personale sufficientemente forte da trasformarti in qualcosa da cercare e non in qualcosa da trovare.
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
Nel caso in cui necessitassi di ulteriori approfondimenti o desiderassi contattarmi per una consulenza, puoi farlo tramite la chat Messenger o scrivendo a andreamarc79@gmail.com
2 Responses
Succinto ma ben strutturato, spiega bene la natura sostanziale del brand (la Timberland vende il sogno forestale non scarponi scomodi )) ed evoca le differenze tra raggiungimento degli obbiettivi e tattiche, ci piace.
Grazie mille!