Il 2016 è stato un anno di notevole interesse per il mondo digital. Grandi evoluzioni, nuovi nati, battaglie combattute dai big per accaparrarsi masse di utenti cliccanti, condividenti, sharanti, postanti e laikanti. Molto bene quindi!
In questa guerra al coinvolgimento, i contenuti video spiccato per numero e diffusione, con la loro capacità di attrarre e coinvolgere le persone più di altre tipologie di contenuto. In questo ambito il 2016 ha visto:
- l’esplosione dei contenuti video sui principali Social Network
- Netflix in Italia (esattamente da fine 2015), visto nella sua declinazione su Smartphone e Tablet (che sembra non c’entrare ma c’entra parecchio)
- la diffusione alle masse del live streaming grazie a piattaforme quali Facebook Live, Instagram Live Stories, YouTube (per citare le realtà più grandi)
Video is the king?
I contenuti video la fanno ormai da padrone (soprattutto all’interno delle piattaforme sociali) e le statistiche confermano che rappresentano oggi la tipologia di contenuto più amata dagli utenti e quella in grado di attirare e mantenere maggiormente la loro precaria attenzione.
Senza dimenticare che si tratta di contenuti naturalmente orientati allo Storytelling, concetto cardine di ogni strategia comunicativa contemporanea.
Previsioni dicono che nel 2017 i video rappresenteranno oltre il 70% del traffico web, mentre già oggi 500 milioni di persone ogni giorno guardano video su Facebook. Su YouTube quasi 5 miliardi di video sono visti ogni giorno, e il tempo medio speso per sessione, da dispositivi mobili, è di circa 40 minuti.
Il video piace, è rapido, spesso divertente o emozionante, facile da produrre, a portata di smartphone, dal vivo. O come dice bene Rudy Bandiera:
Con i video è possibile raggiungere un pubblico enormemente vasto perché non si racconta di qualcosa e basta, ma si fa VIVERE qualcosa – Rudy Bandiera
I video coinvolgono e emozionano
Il neuromarketing e le neuroscenze hanno ormai ampiamente dimostrato che non siamo, come si pensava un tempo, esseri razionali che subiscono ogni tanto l’influenza delle emozioni, bensì esseri profondamente emotivi (e quindi influenzabili) che cercano per mezzo della ragione di equilibrare l’enorme peso che le emozioni hanno nelle nostre scelte quotidiane.
Non siamo macchine pensanti che si emozionano, ma macchine emotive che pensano. – Antonio Damasio
Ecco in che terreno attecchisce il contenuto video. Proprio qui, sul fertile campo delle emozioni. E lo fa intrattenendoci, informandoci, raccontandoci qualcosa, facendoci ridere o piangere, in una sola parola, emozionandoci.
Come si muovono i principali player digitali
Tutti i grandi nomi del digitale hanno integrato, o stanno integrando, la possibilità di live streaming video all’interno dei loro ambienti applicativi. Se in principio era Periscope ora ci dobbiamo confrontare con pachidermi del calibro di Facebook e Google, con la loro capacità di parlare all’intero popolo della rete.
La grande diffusione degli smartphone ha reso disponibile a tutti la possibilità di produrre contenuti video con estrema semplicità e immediatezza.
Il rovescio della medaglia è il rischio di un eccesso di contenuti poco interessanti perché privi di un reale valore intrinseco. Legioni di individui vanno in diretta Facebook solo perché possono farlo, anche se nulla hanno da dire. Questo da un lato fa numero, dall’altro aumenta il rumore e diminuisce la possibilità da parte di video di qualità di farsi notare.
E Netflix?
Ti sarai forse domandato perché ho citato Netflix nella prima parte di questo post. La famosa piattaforma streaming che è approdata con successo anche in Italia, offre serie, film, documentari e contenuti per i più piccoli in streaming a prezzi altamente concorrenziali.
Al di là del funzionamento e delle logiche di Netflix, temi che non intendo affrontare in questa sede, il concetto che mi preme sottolineare è quello relativo alle modalità di fruizione dei contenuti video.
Possiamo infatti vedere Netflix da qualsiasi dispositivo multimediale, come pc, tablet, smartphone, smart tv o console per videogiochi. In mobilità ovviamente laptop, tablet e smartphone la fanno da padroni, cosa che ci fa comprendere come ormai il nostro cellulare sia la nuova tv, il canale privilegiato per la fruizione di contenuti video.
Con lo smartphone posso produrre video, con lo smartphone posso andare in diretta video, con lo smartphone posso vedere video.
Cosa puoi fare tu per la tua azienda vinicola
La domanda dalla quale dovresti partire è la seguente:
Posso ignorare l’incidenza che hanno oggi i contenuti video all’interno del vasto panorama digitale?
La risposta è, ovviamente, sì. Puoi tutto, non ci sono obblighi. Solo non dovresti farlo, perché quando tutti parleranno il linguaggio video e tu sarai ancora impegnato a rivedere i testi della tua brochure, allora sì che si creerà un vero e proprio scollamento linguistico tra te e il tuo pubblico potenziale.
Devi quantomeno considerare di integrare o potenziare la produzione di contenuti video all’interno della tua strategia digitale. Questo perché almeno 3 grandi motivi:
- i video rappresentano una grande opportunità
- i video sono ovunque e ovunque si possono vedere
- i tuoi concorrenti più attenti produrranno video
- produci vino, un bene ad alto valore emozionale, che si presta allo Storytelling e che già per sua natura stimola l’emotività delle persone
Ma cosa significa concretamente tutto questo, ti starai domandando. Devo spendere notevoli quantità di denaro per la produzione professionale di video corporate o immaginare una serie di video istituzionali nel corso dell’anno?
Niente di tutto questo direi, o almeno non necessariamente, non in prima istanza, non solamente (se sei tra quelli che possono permettersi determinati investimenti).
Ricordati che
se utilizzi quotidianamente i social network e hai uno smartphone a portata di mano, allora hai anche la grande opportunità di produrre contenuti video con estrema facilità dal punto di vista tecnico.
Ovviamente il tutto deve essere comunque frutto di una riflessione strategica, di un’idea e di una pianificazione, almeno a grana grossa. Soprattutto per evitare, come dicevamo prima, la produzione scomposta di contenuti video poco interessanti per gli utenti.
Puoi quindi decidere di riprendere e post produrre un video corporate, oppure buttarti nell’arena delle trasmissioni live su Facebook, su Instagram o su Youtube. Queste ultime possiedono la forza dell’autenticità e della diretta, permettendo alle persone di “vivere” la stessa esperienza che stai vivendo tu dall’altra parte dello smartphone, permettendoti di far conoscere e raccontare il tuo vino nella sua quotidianità, senza trucchi o intermediari.
E non dimenticare il lato promozionale, perché senza una parte di promozione dei video rischi di non andare molto lontano.
Se ti interessa approfondire il tema dei video aziendale leggi il mio post sui consigli per la realizzazione di video corporate.
Se ancora non sei convinto che i video domineranno il 2017, ti lascio con un’infografica molto interessante. Buona visione e… scalda lo smartphone.
Fonti immagini: pexels.com, Socialbakers, highq.com
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
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