Ho letto un libricino illuminante. Uno di quei libricini che ti raccontano cose che in fondo già condividi, ma lo fanno talmente bene che ti sembra di assistere a rivelazioni universali. Provo qui a sintetizzarne alcuni punti chiave e a declinarne l’approccio perché possa essere d’aiuto a te che comunichi il tuo vino online.
Torno dunque ad affrontare il tema a me caro dei contenuti, dopo aver cercato di chiarire cos’è un contenuto di qualità nel mondo vino e aver fornito alcuni consigli per i contenuti testuali.
Epistenologia
Epistenologia, il vino e la creatività del tatto, libro uscito nel 2016, parla di vino con un taglio filosofico. L’autore, Nicola Perullo, è professore di Estetica e insegna Filosofia del cibo ed Estetica del gusto all’Università di Pollenzo.
Non si tratta quindi di un manuale per una nuova degustazione, né di un libro che vuole rivelare chissà quali segreti sul vino. Si tratta piuttosto di una visione altra rispetto a quella che ci abituano ad avere del vino, una visione forse addirittura rivoluzionaria perché legata alla soggettività di chi al vino si approccia.
“Amo il vino perché mi regala il continuo stupore dell’innesco di relazioni possibili, una vastità di immagini che dispiego e nelle quali trovo e produco continue corrispondenze” – Nicola Perullo, Epistenologia
Il dettaglio, il particolare, forse anche il difetto
Per Perullo il vino è principalmente relazione, e nella relazione trova piena dignità e massima espressione.
“Essere disponibili a incontrare il vino significa amare l’esperienza della relazione, le sue possibilità come anche i suoi rischi” – Nicola Perullo, Epistenologia
Come in una relazione tra individui, anche nel vino vi sono alcuni tratti distintivi che attraggono la nostra attenzione e i nostri sensi.
La relazione è fatta anche di questo, di quel particolare, o addirittura quel difetto, che ci rompe le palle ma che al tempo stesso ricerchiamo, desideriamo, riconosciamo, e che sa stagliarsi nitido e rassicurante come una nuvola in un cielo altrimenti piatto.
Il vino è materia viva, dinamica (senza tirare in ballo la biodinamica), mutevole. I nostri sensi ne colgono potenzialmente le sfumature più sottili. Le condizioni in cui ci approcciamo al vino possono influire fortemente sul giudizio e sul ricordo che ne scaturisce. La compagnia, le bevute precedenti, la stagione, i nostri umori, la musica di sottofondo, quel pensiero che non riusciamo a scacciare dalla mente, le nostre caratteristiche individuali.
“Il vino si incontra perché è relazione intessuta; la relazione è intimità, cioè tatto interno; l’intimità è ospitalità, impossibilità di totale controllo. Ma ospitalità è vulnerabilità, la vulnerabilità è stupore e lo stupore è, infine, creazione” – Nicola Perullo, Epistenologia
Tutto questo reclama una dignità difficile da oggettivare e normare, ardua da comprendere in una grammatica unica e condivisa, a volte impossibile da trasmettere attraverso il linguaggio.
In quest’ottica, per fare un esempio concreto, la logica dei punteggi è quanto di più lontano dall’oggetto vino. Racchiudere tutto ciò che un vino mi può dare in un 80, 70, 90, non solo è riduttivo ma anche assolutamente inadeguato, utile forse a soddisfare esigenze di consumo e di buona condotta in una società che insegue l’uniformità e la norma.
Certo chi degusta per professione e assegna punteggi lo fa in condizioni comuni: stessa stanza, stessa luce, niente cibo. Ma anche qui, credi seriamente che queste condizioni possano esaurire l’intera gamma di aspetti unici e soggettivi che possono frapporsi tra un assaggiatore e il suo calice?
“Cambiare atteggiamento verso il vino significa cambiare campo di interesse, abbandonando i giochi di abilità narcisisti per mettersi in discussione” – Nicola Perullo, Epistenologia
Senza volermi spingere troppo oltre in questa dissertazione, e non volendo correre il rischio di andare “fuori tema” (il libro è piccolo e scorre via veloce nonostante il taglio estetico e filosofico), arrivo al punto cardine di questo post.
Come usare questi concetti per i tuoi nuovi contenuti
Ti starai certamente chiedendo come mettere a frutto la prospettiva appena accennata. Come convertirla in qualcosa di utile e concreto per te e per la comunicazione del tuo vino (o del vino in senso allargato se sei un blogger) in rete.
Riprendiamo dal punto centrale che identifica l’esperienza del vino come relazione, una relazione che può essere raccontata.
Le relazioni si instaurano tra individuo e vino, così come tra individui in compagnia del vino. Le relazioni possono dunque essere intime o sociali, comunque caratterizzate dal desiderio e dal rischio di mettersi in gioco, in qualche modo di mostrare il fianco, umanizzandosi.
Tu possiedi oggi alcuni strumenti che ti permettono di favorire l’incontro e la relazione tra il tuo vino e un pubblico interessato, un pubblico assetato di esperienze, di suggestioni, di conoscenze e di narrazioni. Un pubblico naturalmente predisposto alla condivisione sociale, fisica e digitale, delle proprie scoperte.
Tu hai oggi l’opportunità di rischiare una parte di te, di metterti in gioco, di metterci la faccia e mostrare al tuo pubblico il lato più intimo e autentico del tuo vino.
Non è mia intenzione mettere in bocca all’autore di Epistenologia concetti orientati al mondo digital, né fraintenderne il pensiero. Non riesco però a non trovare una sorta di possibile continuità tra il suo approccio estetico al vino e le potenzialità offerte oggi dai canali e dagli strumenti digitali a livello di narrazione.
I social network permettono di raggiungere un vastissimo pubblico oppure, cosa ben più interessante, quel pubblico che realmente può comprendere e apprezzare il tuo vino, la tua azienda, la tua filosofia. Quelle persone disposte a entrare in relazione “con” il tuo vino.
In un mondo dove la maggior parte delle aziende vinicole comunica il proprio vino attraverso contenuti standardizzati, già letti, ripetuti, a volte piatti, tu hai l’occasione di spostare il piano verso le relazioni che il tuo vino è in grado di costruire, genericamente verso quel lato umano e soggettivo che rappresenta il motivo per cui le persone bevono vino; star bene, emozionarsi e condividere momenti di gioia e di serenità.
“Non: parlare del vino, ma parlare col vino, insieme a lui…” – Nicola Perullo, Epistenologia
Ecco a mio avviso quello che si configura come uno spunto utile ad attivare un cambiamento nei contenuti, cambiamento necessario a renderli originali, riconoscibili e attraenti.
Ovviamente non rappresenta l’unica lettura possibile, forse nemmeno la migliore per la tua singola specifica realtà. Ma se, nel tuo prossimo post sul blog o nella tua futura comunicazione nei social network, ti fermi un attimo a riflettere e fai lo sforzo di immaginare una via nuova, dinamica, umana e capace di instaurare un collegamento con chi ti legge, per il concetto che vuoi esprimere, direi che sei già a buon punto.
Piccola parentesi finale
Il bel libro di Perullo si conclude con alcune riflessioni riguardanti la necessità, avvertita ormai da tempo, di rinnovare l’ormai stanco linguaggio del vino.
Nessuno sa come dovrebbe essere o come sarebbe bello che fosse questo nuovo linguaggio. Certamente una via d’uscita, o forse meglio una chiave di lettura, è rappresentata proprio dalla capacità di slegarsi dalle parole e dai concetti normati e comunemente usati, per abbracciare nuove e inusuali vie comunicative. Anche qui le occasioni non mancano. A tutti noi l’onere e l’onore di fare la nostra parte.
E se anche questo suggestivo post ha fatto breccia nella tua immaginazione, non dimenticare di condividerlo.
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
Nel caso in cui necessitassi di ulteriori approfondimenti o desiderassi contattarmi per una consulenza, puoi farlo tramite la chat Messenger o scrivendo a andreamarc79@gmail.com
2 Responses
Credo che il vino sia da sempre “relazione”. Un buon vino è relazione col territorio, col produttore, un ottimo vino trasforma queste relazioni in altre relazioni, tra chi assaggia, beve, giudica, presenta, condivide. E’ un concetto straordinario! Interessante, comprerò il libro! Grazie!
Grazie a te Gianluca! Mi trovi assolutamente d’accordo.