Un tempo il pubblico si autodefiniva scegliendo i contenuti di proprio interesse e, scegliendo, conosceva chi li emetteva. Poi sono arrivati i mass media che hanno iniziato a parlare a tutti indiscriminatamente.
Gli appassionati di vino leggevano le notizie del settore, acquistavano le riviste specializzate, frequentavano gli eventi, si autodeterminavano in quanto community, perché da loro, spontaneamente, nasceva un “interesse verso”, un desiderio di conoscere e approfondire. Sapevano dunque a priori a chi indirizzavano la propria attenzione.
I mass media, radio, tv e internet poi, hanno ribaltato la prospettiva rivolgendosi all’intera platea in ascolto, distribuendo contenuti a tutti, sfumando in questo modo l’identità dell’emittente e confondendo la coscienza del pubblico, che quindi non sa più a priori a quale comunità può appartenere.
Cosa è cambiato
Umberto Eco, già qualche anno fa, sosteneva un fatto ormai ampiamente dimostrato, ovvero che oggi l’emittente può essere ognuno di noi, come io che ora produco e distribuisco questo contenuto in rete, mentre prima dei social media chi produceva il contenuto, chiamiamolo editore, era noto, riconoscibile e apparteneva a una cerchia ristretta.
Il panorama dei media post social ha quindi ribaltato definitivamente un paradigma consolidato da tempo, obbligando i piccoli brand del vino a costruirsi la propria community, quando prima era la community a definirsi in autonomia.
Ci sono quindi oggi molte persone che non sanno di appartenere alla tua community (e di fatto non vi appartengono se non in potenza), non sanno che il tuo vino, la tua idea di un vitigno, di una denominazione o di un territorio, è anche la loro, e non lo sanno perché ancora non ti conoscono. Non lo sanno anche perché l’offerta oggi è straordinariamente vasta, i contenuti e le informazioni sono straordinariamente numerosi e in crescita esponenziale, e l’utente non può, fisiologicamente, intercettare ed elaborare tutto.
Lo sforzo di un vignaiolo o di una vignaiola oggi in rete è dunque quello di costruirsi, e mantenere viva e partecipe, la propria community, e per farlo deve prima di tutto identificarla e raggiungerla, o farsi da essa riconoscere e raggiungere, che poi sono due facce di una stessa medaglia social.
Tocca a te
Ecco perché oggi non puoi aspettare che le community si autodeterminino come un tempo. Devi fare tu lo sforzo di identificarle e raggiungerle con i tuoi contenuti. Per rendere chiaro a loro chi sei, cosa ti identifica, e cosa possono essere le persone che desideri coinvolgere in rapporto a te (componenti della tua community).
Ogni volta che comunichi pensa bene a ideare e distribuire i tuoi contenuti avendo ben presente il tuo pubblico di riferimento: cosa beve, dove va in vacanza, cosa legge, che altre passioni ha, quale stile di vita, quali abitudini. Saprai così che tipo di community vuoi costruirti nel tempo e sarai un passo più vicino al raggiungimento dell’obiettivo.
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
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