Se decidi che vuoi un cane, sai anche che dovrai prenderti cura di lui. Dovrai dargli da mangiare, giocare con lui, coccolarlo, possibilmente educarlo, portarlo fuori anche quando sei stanco e, cosa più importante, raccogliere la sua cacca.
Se non sei disposto a fare tutto questo, allora lascia perdere, e opta per un meno impegnativo pesce rosso.
I social network sono come i cani (o qualsiasi altro animale, essere umano o oggetto che necessiti di cure, attenzioni, impegno e dedizione). Se sei disposto a dedicar loro il tuo tempo e le tue attenzioni allora bene, siete fatti l’uno per gli altri. Se invece avverti una non piena convinzione, o respiri quella sensazione di abbandono imminente, non provarci nemmeno.
Un post, bello ma non bellissimo, che ho da poco letto sul magazine online statunitense Entrepreneur, inizia più o meno così:
Può essere facile per te lasciare che passino giorni, o addirittura settimane, senza pubblicare un nuovo post su Facebook o un nuovo tweet. Non Farlo. – Thomas Smale
Come lascio intendere, il post di Entrepreneur vola molto alto nei concetti e offre consigli generalisti, tendenzialmente adatti ad ogni tipo di attività digital, e applicabili ad ogni settore merceologico.
Tra i 6 suggerimenti che offre, alcuni li avrai già letti mille volte (anche tra le pagine di questo blog), altri sono più interessanti e forse meno discussi. Vediamo di scorrere rapidamente i più noti, concentrarci su quelli più utili e contestualizzare sempre il tutto al nostro mondo, il socialissimo e mediaticissimo vino.
Attieniti a un programma di pubblicazioni
Eccolo, il tanto sperato e costantemente deluso piano editoriale.
Quella traccia, se non una vera e propria pianificazione, che ti permette di non trovarti mai senza qualcosa da dire o da postare sui tuoi canali per giorni e giorni.
Il coinvolgimento delle persone che hanno deciso di seguiti passa anche da qui, da una buona dose di consistenza e persistenza dei contenuti.
Come accade per le Stories di Instagram, più ti vedono più ti penseranno, più si ricorderanno di te. Ecco perché molti profili pubblicano numerose e frequenti Stories, in una sorta di diario costante della loro (più o meno interessante) esistenza.
Pianificare alcuni post con un certo anticipo e programmarli tramite alcune applicazioni dedicate può essere utile. Il post cita due note e diffuse app per la programmazione di post e contenuti su differenti piattaforme sociali (Buffer e Hubspot).
Dico subito la mia sull’argomento. A meno che tu non sia una grossa cantina o un grosso gruppo vinicolo, con l’esigenza di produrre una gran quantità di contenuto ogni giorno, allo scopo di perseguire una strategia principalmente orientata alla generazione di traffico dai social network, ti sconsiglio di ricorrere a questi strumenti.
Davvero, non ti servono. Rischi di delegare a loro una parte importante della tua attività e di dimenticartene pericolosamente. Puoi tranquillamente gestire manualmente, e quindi con un maggior controllo, consapevolezza e naturalezza i tuoi contenuti giornalieri, essi siano post in Facebook, tweet, dirette o immagini e Stories in Instagram.
Questo non significa rinunciare a un minimo di visione e a una pianificazione dei contenuti che puoi tranquillamente appuntare su carta o su un calendario online.
La parte di immediatezza e spontaneità che puoi ricavare da un’attività social il più possibile “naturale” è cosa ben più importante rispetto a una presunta e a volte asettica comodità programmata.
Mantieni un tono di voce coerente
Questo è un tema caro ad aziende molto strutturate, che distribuiscono la propria comunicazione su differenti canali e su diverse figure professionali.
Se 7 diverse persone comunicano su 7 social differenti, ma a nome e per conto della stessa azienda, è ovvio che i magnifici 7 dovranno attenersi a uno stesso tono comunicativo e adottare un linguaggio uniforme, per far sì che le persone in ascolto percepiscano la coerenza di una sola voce, quella dell’azienda.
Ma se sei uno di quei vignaioli tutto fare, e ti occupi sia della vigna sia del digital, allora non hai questo problema e godi del vantaggio dato dal fatto che la tua voce è quella della tua azienda e dei tuoi vini. Cosa che semplifica di molto l’operatività, ma ti carica anche di tutte le responsabilità comunicative di questo infame mondo digitale.
Se invece inizi a delegare a qualcuno, parente, amico, consulente o agenzia, una parte anche piccola della tua attività in rete, allora due parole per decidere insieme la linea comunicativa fossi in te le farei.
Qui diventa importante accordarsi sulla tipologia di contenuto che si preferisce fare o non fare, sul tono di voce da proporre nelle comunicazioni, sulle modalità e i tempi di risposta alle domande delle persone, su come gestire le crisi (commenti negativi, critiche, recensioni infelici, etc).
E tu, lasciatelo dire, dovresti essere il primo interessato a tutto questo, perché se qualcun altro commette un errore, l’unico a rimetterci sei tu, perché la faccia è la tua. Troppo spesso ho visto aziende preoccuparsi di questi aspetti solo dopo che si erano verificati casi di mala gestione digitale. Com’era quella sul prevenire?
Mostra la tua personalità (di marchio)
Qui davvero nulla di interessante o aggiuntivo a quanto già detto. La voce espressa in rete deve essere coerente, riconoscibile e, ovvietà malamente trascurata, deve essere la tua, deve rappresentarti nelle tue peculiarità individuali o di “marchio”.
Anche se sei un’azienda vinicola strutturata, divisa in dipartimenti, che si espone per mezzo del proprio marchio, la sfida dei nuovi media resta quella di umanizzare la tua comunicazione, rendendola il più possibile spontanea e capace di far emergere le individualità celate dietro il brand.
Il contenuto continua a essere il re (e ho l’impressione che lo sarà sempre)
Qui il tema è molto ampio e già sviscerato in miei precedenti post. Ti consiglio di leggere il mio contributo su cosa è un contenuto di qualità per il mondo vino. Il succo, in estrema sintesi, è che senza contenuti di qualità, interessanti, di valore, non vai da nessuna parte.
Sii selettivo
Ecco un concetto interessante.
Seleziona i canali. Focalizza i contenuti. Concentrati sui tuoi temi. Parla al tuo pubblico.
Qui il post di Entrepreneur la risolve in maniera un po’ troppo semplicistica, e non approfondisce un aspetto fondamentale. Non essere ovunque, non trattare tutti gli argomenti, non parlare al mondo. Nei social, come nella vita, devi saper selezionare.
Qualche anno fa si sarebbe utilizzato il termine, ormai accantonato, di content curation, ovvero quella capacità non solo di creare contenuti tematizzati e di valore, ma anche di organizzare e selezionare i contenuti di altri su un determinato ambito o tema.
Ecco dunque che tutto quello che crei, o che scegli di condividere e di comunicare in rete e nei social network, a tuo nome in qualità di vignaiolo e rappresentante della tua azienda, o come brand, deve essere strettamente legato a ciò che sei e a ciò che fai.
Non limitarti a parlare ma ascolta
Wow. L’ascolto, l’osservazione, forse anche una velleitaria dose di empatia digitale. Quanto sarebbe bello tutto ciò. Quanto sarebbe utile e prezioso. Quasi rivoluzionario.
Ma qui, dobbiamo ammetterlo senza vergogne, entriamo nel mondo della predisposizione e della sensibilità personale. E se non riesci a immaginare il tuo interlocutore ideale, a metterti nei panni di chi il tuo vino lo consuma o potrebbe essere interessato a conoscerlo, allora non sarai mai cintura nera di comunicazione (digitale e non).
Ma non disperare, allenarti all’ascolto può aiutarti a sviluppare il tuo sesto senso empatico, quel superpotere che ti permette di entrare in contatto con l’altro, anche da dietro uno smartphone.
L’ascolto apre al dialogo, a una comunicazione non solo unidirezionale ma reciproca, al coinvolgimento e alla partecipazione. E i mercati, si sa, sono e restano conversazioni.
Molto bene, ci siamo detti tutto anche oggi. Ora puoi andare, e con qualche strumento e un pizzico di consapevolezza in più, puoi rimboccarti le maniche e iniziare anche tu a raccogliere la cacca.
Fonte: entrepreneur.com
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
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