Un rapido post su un aspetto tanto trascurato quanto strategico, soprattutto in un’ottica di investimento sul lungo periodo.
La scorsa settimana è stata piuttosto frenetica. Tra gli impegni di lavoro e la partecipazione, purtroppo limitata, alla settima edizione del Web Marketing Festival di Rimini, non ho avuto molto tempo da dedicare a questo blog.
Una riflessione l’ho comunque fatta, e voglio condividerla con te che fai vino e che periodicamente ti trovi a chiederti quale possa essere la strategia migliore per comunicarlo online.
Un problema diffuso
Mi capita spesso di confrontarmi e osservare da vicino aziende vitivinicole di piccole e medie dimensioni.
Dal vignaiolo che da solo si occupa dei più svariati aspetti della sua cantina, fino alle strutture che cominciano ad avere reparti, o singole figure, dedicati a differenti ambiti, come l’ufficio stampa, le pr, il marketing, gli aspetti commerciali, l’accoglienza, etc.
I confini sono però molto sfumati, soprattutto perché, anche nelle realtà più strutturate, spesso ruoli differenti ricadono sulla stessa persona, così che, ad esempio, chi si occupa dell’accoglienza scrive anche i post sui social, chi gestisce le pubbliche relazioni e l’ufficio stampa si dedica anche all’aggiornamento del sito web.
Preciso che non c’è nulla di male in tutto questo.
La struttura media delle aziende vitivinicole italiane costringe necessariamente a trovare soluzioni basate sull’ottimizzazione delle risorse.
Io difendo e auspico sempre e comunque la suddivisione dei ruoli e la specializzazione delle figure professionali, anche quando mi rendo conto non essere strutturalmente possibile.
Questa visione ideale, aggiunta al fatto che faccio il mestiere meno compreso e più amatorialmente diffuso del mondo, dovrebbe aiutarti a comprendere la mia personale frustrazione sul tema.
Come affrontare il problema
Detto questo, un problema concreto e subdolo si presenta nel momento in cui entriamo nel vivo delle logiche comunicative e di marketing. Due aspetti sempre più pregnanti, presenti, diffusi; capaci di fare la differenza in un mercato sovraffollato e distratto come quello attuale.
Due aspetti che necessitano sì di un’operatività quotidiana da affidare alle mani dell’azienda, ma che chiamano anche in causa competenze specifiche, visione strategica, conoscenza dei canali e delle tecnologie, capacità di analisi e aggiornamento sul settore.
Ecco perché credo che le 3 cose più intelligenti che il titolare di una cantina possa fare siano:
- affidarsi a consulenti esperti per la parte strategica e per le azioni più complesse e delicate della propria comunicazione
- investire sul figure professionali interne specifiche per le quotidiane attività di comunicazione digitale
- formarsi, o formare il proprio staff, per restare al passo con i tempi almeno a livello di comprensione di opportunità, strumenti, canali, tendenze
Se riesci pertanto ad avere le risorse, la voglia e la lungimiranza di inserire nel tuo staff una figura giovane destinata a gestire la comunicazione digitale della tua azienda, hai fatto bingo, credimi.
All’inizio dovrai lasciare che si faccia le ossa e si formi sulla materia, sugli strumenti, sui canali e sui linguaggi (no, non è sufficiente saper smanettare sui social, quello lo fanno tutti ma in pochi sanno comunicare davvero).
La guida di un consulente esperto, con occhio e impostazione strategica, ti servirà comunque ma, se saprai seguire la tua strada e investire sulle persone giuste, ti servirà sempre meno o solamente per le attività più complesse o per fornire una direzione alle azioni più articolate.
Piano piano, passo passo, le tue persone acquisiranno competenze ed esperienza a differenti livelli e maggiore autonomia e capacità di gestione e reazione sulle azioni quotidiane.
Guarda lontano
Lo so che in un mondo dove tutto accade qui e ora è difficile alzare la testa dallo smartphone per cercare di osservare con la debita attenzione un panorama più ampio, ma davvero sono convinto non vi sia altra soluzione, nel lungo periodo, se non basata su un’impostazione aziendale di questo tipo.
Certo poi ci sono, come sempre, le eccezioni. Ci sono i piccoli che non hanno bisogno di altri se non di loro stessi perché uniscono le competenze del vignaiolo alla predisposizione e alla preparazione comunicativa, e ci sono le grandi realtà o i gruppi vinicoli che possono permettersi di organizzarsi in reparti separati e affidarsi a grosse agenzie di comunicazione per tutta la parte strategica.
Dipende tutto comunque da te, da chi sei, da che possibilità hai e da dove vuoi arrivare. Nella speranza, non banale e non scontata, di possedere fermezza negli intenti e un pizzico di fortuna necessario a circondarti di persone in gamba e desiderose di abbracciare la tua idea di vino.
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
Nel caso in cui necessitassi di ulteriori approfondimenti o desiderassi contattarmi per una consulenza, puoi farlo tramite la chat Messenger o scrivendo a andreamarc79@gmail.com