Considerando che è sempre molto difficile prevedere il domani, noi oggi cercheremo di prevedere il dopodomani, parlando di IoT in vigna e in cantina.
Questa velleità futuristica nasce dal fatto che non ritengo che l’argomento di cui tratteremo in questo post sarà in grado di influire concretamente sulla vita delle aziende vinicole italiane in un futuro prossimo. Sul dopodomani invece, sono decisamente più possibilista.
Gli addetti ai lavori non fraintendano la mia frase. Alcuni esempi di applicazione ci sono già da alcuni anni (ne parleremo), e sembrano sulla buona strada per portare una piccola rivoluzione all’interno dell’intero comparto.
Se però osservo il fenomeno più su larga scala, parlando della realtà italiana, e soprattutto in relazione a piccole aziende vinicole o vignaioli indipendenti, la strada da fare mi sembra ancora lunga. Anche se c’è da ammettere che la velocità di crociera in questi ambiti è sempre molto elevata.
Sto parlando dell’IoT (Internet of Things), in italiano Internet delle Cose. Vediamo prima di tutto di cosa si tratta. Scopriremo poi perché è tanto interessante in agricoltura (ma non solo) e, nello specifico, nel mondo del vino.
IoT [aiotì] chi?
L’IoT comprende tutti quegli oggetti, o dispositivi, in grado di collegarsi tra loro, o ad altri oggetti, per mezzo di una rete internet. Una volta connessi, tra di loro o a internet, questi oggetti possono scambiarsi dati o effettuare azioni.
Solitamente il collegamento avviene per mezzo di sensori. L’esempio forse più eclatante oggi è rappresentato dalle autovetture che si guidano da sole, Tesla in primis. Anche la domotica è un buon esempio, già piuttosto diffuso, di internet delle cose, ma riferendomi a applicazioni più semplici potrei citare i braccialetti fitness o cardio (wearable) che raccolgono dati sul nostro stato di salute colloquiando con il nostro smartphone e suggerendoci cosa fare per migliorare la nostra condizione fisica.
Questa tecnologia, forse meglio dire questo approccio, può essere applicato a qualsiasi ambito, purché ovviamente porti a un miglioramento della condizione lavorativa o umana di chi ne fa uso.
Anche il mondo del vino può dunque essere interessato all’applicazione dell’internet delle cose per ottimizzare i processi in vigna o in cantina, oppure per attivare nuove e alternative vie di comunicazione e marketing. Ma prima di addentrarci nel nostro settore di riferimento, cerco di spiegarti, avvalendomi di un paio di infografiche, perché l’IoT è e sarà tanto importante, e che impatto avrà sulle nostre abitudini quotidiane.
2 infografiche per capire cosa porterà di nuovo e cosa renderà inutile l’IoT
Ad oggi ci sono circa 13 miliardi di dispositivi connessi, e le previsioni di crescita entro il 2020 stimano dai 20 ai 25 miliardi (su questo dato previsionale ho trovato fonti che azzardano i 50 miliardi di dispositivi connessi entro il 2020, staremo a vedere).
Tra i settori che più ne stanno beneficiando ci sono l’automotive, il bancario, l’energia, l’aerospaziale e il food.
Il 32% delle organizzazioni pensa che l’IoT rappresenterà una parte importante del loro investimento nel prossimo anno, e il 63% dei responsabili IT delle aziende ritiene che l’impatto dell’IoT sul loro business sarà significativo.
Altri dati li trovate in infografica.
I quattro pilastri su cui si fonda l’internet delle cose sono:
- raccogliere informazioni da differenti tipi di dispositivi tramite sensori
- comunicare queste informazioni tipicamente a servizi Cloud
- raccogliere queste informazioni aggregandole anche ad altre
- rilasciare nuove informazioni utili all’utente finale o ad altri dispositivi
Lo scopo finale è quello di ottimizzare un processo, migliorare l’operatività delle aziende che ne fanno uso e, in generale, migliorare la vita delle persone e le condizioni ambientali e socioeconomiche che ci circondano.
L’Internet delle Cose non ha però solo un ruolo attivo nella nostra quotidianità, ma parteciperà nel tempo all’abbandono e all’obsolescenza di più di un dispositivo e di un ambito. Vediamo, grazie alla prossima infografica, 10 cose che, secondo previsioni, scompariranno a seguito del consolidarsi dell’IoT. E occhio ai trattori.
Dicevamo dei trattori, e in generale i mezzi mobili per il lavoro in vigna. L’infografica temo sia fuorviante in questo specifico caso. A sparire non saranno i mezzi, quanto piuttosto gli operatori che li guidano, e questo grazie alla tecnologia di guida automatica tramite sensori e GPS.
Per il resto apriremo le nostre porte con le app per smartphone, allocheremo tutte le nostre informazioni su cloud, pagheremo direttamente con il cellulare, la domotica entrerà prepotentemente nelle nostre case e, si spera, alleggeriremo la burocrazia dalla carta di troppo.
IoT in vigna, in cantina e sulla bottiglia
In un suo post sull’Internet of Things in Vigna Slawka G. Scarso fotografa molto bene lo stato dell’arte del comparto vinicolo alle prese con questo tipo di approccio tecnologico.
Ecco i principali ambiti di applicazione dell’IoT nel mondo del vino contemporaneo.
Droni
I simpatici apparecchi voltanti sorvolano porzioni di vigneto mappandone alcuni parametri di salute e ricavandone informazioni quali ad esempio vigoria, stress idrico e altri dati fisiologici che vengono poi rielaborati per fornire una mappa completa del vigneto.
Sensori in vigna e in cantina
I sensori in vigna sono delle vere e proprie stazioni microclimatiche in grado di raccogliere e aggregare altri dati circa lo stato di salute del vigneto o l’incorrere di possibili malattie delle piante. Quelli in cantina sono solitamente dedicati al monitoraggio di valori quali il ph, l’ossigeno, l’anidride carbonica, etc.
Dispositivi RFid, tag NFC, Bluetooth e QR Code
Qui entriamo nel vasto campo della distribuzione, della logistica, del magazzino e, in parte, anche del marketing applicato alla bottiglia. A questo tema ho già dedicato tempo fa un post sul tracciamento delle bottiglie di vino. Ti invito a leggerlo per approfondire questo interessante ambito tecnologico e le opportunità che apre.
Tutto questo, unito a altre informazioni come ad esempio le condizioni meteorologiche, può essere utile per intervenire per tempo in caso di necessità con trattamenti fitosanitari mirati, oppure per trattare solo in determinate condizioni o, se necessario, puntualmente sul singolo filare. Anche per quest’ultimo motivo si parla oggi di viticoltura di precisione.
Tutti i dati raccolti nel tempo, insieme allo storico, concorrono a ottimizzare le operazioni in vigna e in cantina e in generale a migliorare l’impatto che la viticoltura ha sul territorio nella quale insiste, con un abbassamento dell’inquinamento, una razionalizzazione nell’uso dell’acqua o, altro esempio, della manodopera.
Ormai più di un anno fa l’azienda Arnaldo Caprai ci mostrava in questo video cosa stava facendo.
E quindi?
Lo so che a questo punto la domanda è sempre più o meno la stessa: “cosa posso fare io, con tutta questa tecnologia?”
Direi che per ora, se tutto quanto descritto rappresenta per te una novità, sarebbe già utile che tu prendessi coscienza di ciò che sta accadendo e di ciò che accadrà in futuro nel lavoro in vigna e in cantina.
Il vignaiolo di domani userà sempre di più tablet e smartphone, consulterà piattaforme tecnologiche per verificare dati in grado di fornirgli preziosi consigli per la gestione del vigneto, probabilmente non guiderà il trattore.
Nemmeno i costi sembrano rappresentare un problema. Anche con investimenti contenuti si possono fare cose molto interessanti. Un esempio di applicazione con sensori a basso costo e l’utilizzo di una scheda Arduino ce lo fornisce una realtà cooperativa come quella dei Vignaioli del Morellino di Scansano. Guarda cosa hanno fatto.
Direi che ci siamo detti tutto. Se hai trovato il post utile o interessante non dimenticarti di condividerlo nei social. Ci ritroviamo martedì prossimo.
Fonti: marketingdelvino.it – impressicodigital.com – rudybandiera.com (per l’infografica sulle 10 cose…) – cantinadelmorellino.it
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
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One Response
Buongiorno Marco,
Interessante. Sarei curioso di sapere cosa avverrà su Iot-digital marketing (social media e web marketing). Esistono studi in merito? Iot servirà solo per le grandi aziende vitivini o anche piccole/medie? Grazie.