I volumi dell’import di vino in Cina stanno aumentando di anno in anno. Il consumo è quasi esclusivamente domestico (80%). La Francia (leggi Bordeaux) è il primo paese a esportare i suoi prodotti vinicoli in Cina (con un notevole 46,2% nel 2015) e, udite udite, il 49% degli acquisti di vino arriva dall’online.
Nel 2016 più di 21 milioni di cinesi hanno acquistato vino su differenti siti e-commerce.
Nella maggior parte dei casi si è trattato di prodotti esteri, anche a causa di un limitato appeal del vino cinese, unito a un livello qualitativo medio che non gli permette ancora di competere con i principali concorrenti internazionali.
Una piazza complessa perché differente
Avrai più volte sentito ripetere quanto sia difficile accedere a una piazza come quella rappresentata dalla Cina. Con le sue differenze culturali, sociologiche, di marketing e di gusto.
Saprai che serve tempo e determinazione, e che un ruolo fondamentale lo svolgono le pubbliche relazioni capaci di creare un autentico rapporto, umano oltre che professionale, basato principalmente sul concetto di fiducia.
Serve “essere inseriti” e presenti sul territorio, serve dedicare qualche viaggio all’anno in questo nuovo mondo e magari affidarsi a qualche serio consulente di internazionalizzazione vinicola.
Per questi motivi, e per altri molteplici fattori anche molto più articolari, alcune aziende vinicole, principalmente grossi gruppi, hanno preferito concentrarsi su grandi città come Beijing and Shanghai (forse anche per non disperdere gli sforzi), spesso sviluppando siti web appositamente progettati per il mercato cinese.
Chuan Zhou, Senior manager di Wine Intelligence, sostiene però che le aziende vinicole dovrebbero concentrarsi anche sulle città più piccole, dove la competitività è minore e le persone sono comunque altamente digitalizzare e con un potere d’acquisto in crescita.
A questo canale diretto di conoscenza, promozione e vendita di singole realtà vinicole, se ne affianca un altro rappresentato da alcuni portali orizzontali locali che vendono qualsiasi cosa compreso il vino.
Il più famoso di tutti è JD, una sorta si caotico portalone dove trovare di tutto e che detiene la bellezza del 35% del mercato del vino online in Cina. Al di là dell’aspetto discutibile (almeno per la nostra cultura), contiene molti marchi di qualità del mondo vino.
Una bottiglia di Barolo 2012 Rocche Costamagna viene venduta a 338 Yuan, circa 44 Euro.
Quali i fattori decisionali d’acquisto
La questione del Marchio è molto sentita in Cina, dove le persone acquistano prevalentemente Brand, non singoli prodotti.
La notorietà, l’affidabilità e la qualità di un brand sono quindi aspetti chiave nel processo decisionale dell’acquirente di vino cinese. Leve sulle quali puntare per far breccia in questo complesso mercato.
Insieme a questo aspetto, e forse ancor prima in termini di grandi numeri, i due fattori principali sui quali si basano i cinesi per l’acquisto di vino sono il prezzo e la qualità. E in questo non sono molto diversi dal resto del mondo direi.
Il prezzo sembra però pesare molto, soprattutto per l’online, convincendo ben il 65% dei consumatori digitali, che preferiscono navigare diversi siti e acquistare laddove trovano offerte o promozioni che gli garantiscono un risparmio. La qualità è un discriminante comunque in crescita. Il 26% dei consumatori sceglie la qualità come primo fattore di acquisto.
Identikit dell’acquirente tipo e caratteristiche di un e-commerce in Cina
I cinesi sono dunque persone digitalizzate, smart, che sanno usare molto bene il mezzo web per trovare ciò che desiderano.
Acquistano prevalentemente vino rosso, colore simbolo del matrimonio e della nascita, colore portafortuna, simbolo di felicità e prosperità, piuttosto che bianco, colore del lutto, della morte, del decadimento e del declino.
I più giovani infine utilizzano lo smartphone per qualsiasi esigenza. Più del 90% dei teenager cinesi posseggono un dispositivo mobile e lo usano molte ore al giorno. Il dato è in crescita.
Un e-commerce deve quindi tener conto di almeno questi fattori base:
- orientamento mobile
- trasmissione della percezione di qualità e di Made in Italy
- particolare attenzione nella gestione delle promozioni e degli sconti
Lascio ora all’infografica fornire altri dati e una visione globale delle tendenze del mondo vino nel mercato cinese.
Se ti interessa il tema non puoi perderti la bella intervista a Giovanni Angoscini, che porta il vino italiano in Cina dal 2011.
Fonte: www.zhongguo-wine.com
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
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2 Responses
La Francia dimostra che i canali digitali, nel marketing, nella commercializzazione ed anche nella produzione, possono essere usati con successo anche nel vino. Forse perché loro trattano il vino come il settore fashion. Qui in Italia credo che il problema della penetrazione digitale (non facciamo battute, please…) sia dovuto più alle filiere lunghissime che non ad una vera e propria repulsione per la tecnologia.
Sono d’accordo Rolando. I francesi non solo sono stati più bravi nella valorizzazione del prodotto vino a suo tempo, ma anche lato comunicazione sanno decisamente fare più squadra e posseggono una visione comune e condivisa del valore che il vino possiede per loro, in patria e nel mondo.