Oggi, dalle dirette Instagram possiamo tutti imparare qualcosa, e non farlo sarebbe sciocco.
Nell’ultimo mese e mezzo, obbligati da un lockdown non richiesto, ci siamo messi tutti a trasmettere in diretta.
Anche il mondo del vino ha visto moltiplicarsi esponenzialmente questo tipo di contenuto.
Comunicatori, blogger, vignaioli/e, influencer, semplici appassionati hanno iniziato a trasmettere in diretta a qualsiasi ora del giorno. Monologhi, dialoghi, interviste hanno quasi fatto dimenticare stories e post.
Ecco come sono aumentate in Italia le ricerche in Google per la chiave “dirette instagram” negli ultimi 90 giorni, ulteriore indice dell’incredibile crescita di interesse su questa specifica funzionalità.
Ma c’è un “ma”
Quello che tendiamo a dimenticare è che questi strumenti e piattaforme erano a disposizione dei produttori e dei brand vinicoli anche prima del coronavirus, quando la vita scorreva conosciuta e rassicurante.
Ma una certa diffidenza, la mancanza di pianificazione e di progettualità digitale, un certo snobismo che dava sempre la precedenza ad altro, hanno fatto sì che solo poche aziende adottassero stories e dirette prima del virus che ci ha costretti tutti a casa.
Oggi non è quasi più possibile avere accesso alle stories degli utenti in Instagram, surclassate dalle innumerevoli e frequenti dirette che prepotentemente occupano la parte altra dell’applicazione.
Da utente, prima ancora che da consulente, la situazione era frustrante prima ed è frustrante ora.
Prima per la scarsa visione e lungimiranza che dimostravano i brand nell’utilizzo di strumenti a portata di mano, adesso per la quasi impossibilità a districarsi in mezzo a decine e decine di dirette giornaliere, spesso non pianificate, poco interessanti, qualitativamente dubbie.
Ora, non è comunque mia intenzione consigliare a tutti di lanciarsi nel mondo delle dirette Instagram, non sarebbe strategicamente sensato e creerebbe un ulteriore affollamento di contenuti che renderebbe il tutto poco fruibile.
Questo trend delle dirette credo però debba essere preso a modello di logiche e dinamiche da dimenticare, decidendo finalmente di avvicinarsi, approfondire e, se strategico, utilizzare le opportunità offerte dal digitale anche in una situazione di comfort sociale, e non solo quando siamo costretti a farlo.
Alcuni consigli pratici
Qualche tempo fa, forse troppo tempo fa, scrissi un post sulle dirette social che ti invito a recuperare visti i tempi. Non è molto attuale ma qualcosa vale ancora.
Di consigli su come fare al meglio una live è comunque pieno il web.
Nonostante questo, il mio ruolo di consulente e fruitore mi impone di elencare almeno quegli accorgimenti di base che sembrano scontati ma che verifico vengono troppo spesso dimenticati.
Eccoli, in ordine sparso:
- assicurati una buona qualità audio / video
- pulisci la lente della webcam o dello smartphone
- fai delle prove prima, sia per la qualità audio / video, sia per organizzare al meglio i contenuti
- cerca, nei limiti del possibile, di avere uno sfondo neutro
- cerca di non avere il sole negli occhi o dietro le spalle
- anticipa e comunica la diretta qualche ora / giorno prima, se no ce la troviamo in mezzo al feed e non serve molto né a te né agli spettatori
- stai all’aperto solo se non c’è vento
- silenzia lo smartphone e disabilita le notifiche del telefono o del PC durante la diretta
- fatti una scaletta mentale di ciò che vuoi dire, l’improvvisazione non è per tutti
- se accadono imprevisti tecnici, il famoso “bello della diretta”, preparati ad affrontare l’emergenza, preparati qualcosa di sensato da dire per evitare di balbettare cose
- sii sintetico, troppi giri di parole per esprimere un concetto sono stancanti per chi ascolta
- se intervisti qualcuno assicurati che anche lui sia nelle condizioni ottimali per partecipare alla diretta
- se hai delle domande preparale bene e non tergiversare, vai al punto, in certi casi più che le domande interessano le risposte
Predicozzo finale
Ora che abbiamo provato l’ebrezza delle dirette (ma per la causa poteva essere una qualsiasi altra funzionalità digitale), comprendendone il potenziale, anche se spesso abusandone l’uso, non facciamo l’errore di non trarne un qualche insegnamento per il futuro.
Già, il futuro, quella cosa che ci circonda ma che spesso si adotta solo quando o la si comprende, oppure si è costretti a farci i conti.
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
Nel caso in cui necessitassi di ulteriori approfondimenti o desiderassi contattarmi per una consulenza, puoi farlo tramite la chat Messenger o scrivendo a andreamarc79@gmail.com