Torno a parlare di Instagram per il mondo vino. E se, dopo ormai qualche post sul tema, nasce il dubbio di una possibile ripetitività dei concetti, non posso astenermi dall’approfondire il social che ritengo oggi più interessante per chi produce vino.
Instagram è il canale social che evolve con maggiore rapidità. L’applicazione si arricchisce costantemente di nuove funzionalità che rappresentano ogni volta nuove opportunità di comunicazione con il proprio pubblico.
Non entro nel merito dell’originalità o meno delle proposte funzionali di Instagram. Non mi interessa in questa sede discutere come e quanto Instagram abbia scopiazzato da Snapchat.
Instagram copia (è evidente), ma lo fa bene, e i numeri non mentono. Cresce, evolve e coinvolge un numero sempre maggiore di utenti ogni giorno, abbracciando un pubblico di utilizzatori molto ampio, sia dal punto di vista anagrafico sia da quello delle abitudini e dei comportamenti.
L’estrema semplicità d’uso dell’ambiente favorisce sia la produzione dei contenuti sia la loro condivisione. Le nuove possibilità offerte soprattutto dalle Stories, aumentano partecipazione e coinvolgimento.
Tralascio qui, dandola per scontata, l’annosa questione dell’assoluta necessità di contenuti originali e interessanti, e vado oltre. Hai i contenuti, hai la voglia e la capacità di produrli e condividerli. Vediamo ora come è meglio farlo, per aumentare l’efficacia e l’attrattività del tuo profilo Instagram.
Identità
In Instagram essere riconoscibili garantisce un vantaggio. La home delle persone è letteralmente bombardata da nuove immagini ogni minuto. Emergere e distinguersi è complesso.
Il tema vino è molto presente, e comprende immagini di bottiglie, etichette, vigneti, aziende, eventi, fiere, degustazioni, lavori in vigna e in cantina, e chi più ne ha…
E se sappiamo entrambi perfettamente che ogni bottiglia e diversa dall’altra e che ogni vigna è unica, il rischio di una certa ricorrenza esiste.
Se non vi sono anche dei piccoli e sottili elementi di singolarità ci troviamo, per forza di cose, sommersi da immagini di vigneti al tramonto, filari che potrebbero trovarsi in ogni luogo della terra, calici più o meno anonimi, bottiglie tenute per mano, adagiate sulla neve se è inverno o in mezzo a un prato fiorito se è arrivata la primavera, sciabolate se si tratta di bollicine.
Spezzare un flusso di immagini di questo tipo con qualcosa di unico e originale non può che rappresentare una strategia vincente. Difficile, ardua da perseguire, ma vincente.
Alcuni instagramers, anche di altri ambiti, usano virare le immagini con un set proprio di filtri e colori, strategia non ottimale se parliamo di vino, elemento che richiede un rispetto del colore “naturale”. Altri inseriscono elementi propri del brand (solitamente aziende vinicole medio grandi), come il logo o un layout grafico personale. Altri ancora ricercano un’identità nel taglio o nell’angolazione delle immagini che producono.
Da qui in poi riporterò qualche esempio prendendo a modello alcune aziende vinicole della Contea di Sonoma in California. Lo faccio perché sconfinare ogni tanto fa bene, fa comprendere che non siamo soli nella comunicazione sociale del vino, permette di imparare qualcosa e ci mostra come il vino sia bello e sociale in ogni parte del mondo.
Scribe. per distinguersi ha deciso di produrre immagini circondate da una cornice bianca. L’effetto globale può piacere o meno, ma non si può certo dire che non generi una certa riconoscibilità.
Ci tengo a una precisazione prima di procedere oltre. Sai che non sono il tipo che propina soluzioni adatte a tutti, o vie obbligate per raggiungere il successo nei social. Quello che ti ho appena raccontato è un approccio identitario generalista, che può dare i suoi frutti se applicato in maniera critica e coerente con la tua identità aziendali e i contenuti che sei in grado di produrre.
L’applicazione forzata di prassi come quelle sopra descritte possono certamente favorire una riconoscibilità, ma è anche vero che rischiano di perdere una certa immediatezza, spontaneità e freschezza dei contenuti, tutti elementi che sono impagabili se contestualizzati al mondo vino.
Il mio consiglio è quello di osservare e conoscere le possibilità offerte dal mezzo fotografico e video in Instagram, per capire se puoi imboccare una tua strada caratterizzante. Se questa non dovesse tradursi in una formalità dei contenuti, non demordere e prediligi sempre e comunque la spontaneità e la bellezza di quello che ti si para di fronte, così come si presenta.
Coerenza
Nei temi e nei modi, ricerca la coerenza. Il tuo profilo deve perseguire una sorta di identità filosofica in grado di rappresentare te, il tuo vino e il tuo territorio.
Anche qui mi rendo conto che il concetto, detto così, rischia di essere piuttosto evanescente, e non è mia intenzione teorizzare senza dimostrare.
Osserviamo quindi lo strem fotografico di Jordan Winery.
Come potrai notare esiste una coerenza data da due fattori: il primo è che la maggior parte delle immagini ha una forte impronta professionale, la seconda è che esiste una uniformità di colore, data soprattutto dalla predilezione per i toni caldi, autunnali, stagionali se vogliamo.
Un simile approccio rende uniforme e gradevole l’intero profilo, senza incappare in immagini dissonanti o estranee.
Osserviamo adesso il profilo Instagram di Hirsch Vineyards, produttori di Pinot Nero e Chardonnay.
Pur trovandoci sempre nella Contea di Sonoma, qui cambia l’approccio cromatico (il blu del cielo si confonde con il verde delle vigne) e si percepisce una predisposizione per il territorio e il paesaggio, in immagini landscape suggestive e mai banali. Anche qui è fatta salva la coerenza di un’azienda che ama ciò che la circonda e lo comunica con costanza e determinazione.
Narrazione
Storylelling. Ecco, l’ho detto. Fustigatemi ma poi perdonatemi.
Instagram è un terreno particolarmente predisposto alla narrazione. Una narrazione molto più palpabile e concreta rispetto a quella più dispersiva di Facebook o troppo minimalista di Twitter. Una narrazione fatta di immagini (fotografie e video) che non hanno spesso bisogno di parole. Una narrazione che è un flusso e che, se ben bilanciata, può rispecchiare davvero la vita di un’azienda del vino.
Narrazione in Instagram significa molto semplicemente il saper cogliere momenti differenti della quotidianità tua, del tuo vino o del tuo territorio, senza dover per forza aspettare lo scatto perfetto o la post produzione di una fotografia. Significa slegarsi dalle immagini patinate da copertina cartacea, che davvero poco raccontano e trasmettono, ed entrare in uno spirito di condivisione che possa essere davvero interessante e utile per i tuoi followers.
Solo una narrazione ben fatta e rispettata offre concrete possibilità di un coinvolgimento autentico e informale della propria community. L’empatia è il primo passo verso la partecipazione, anche nei social network.
Sokol Blosser Winery rimescola forse di più le carte in gioco e, a fronte di una maggiore eterogeneità dei contenuti, sembra preferire un concetto di narrazione fatta di contenuti differenti perché immediati, o apparentemente immediati.
Breve conclusione
Spero di non averti confuso le idee suggerendoti possibilità anche molto diverse tra loro. Il mio unico scopo era quello di farti capire che esistono strade differenti per raggiungere obiettivi di comunicazione in Instagram, ma che tutte devono sempre essere sorrette da un ragionamento strategico e da una coerenza di fondo.
In molti sono su Instagram tanto per starci e producono contenuti scollegati, casuali, a volte incoerenti, perché prendono il mezzo come un ambiente poco utile sul quale postare qualcosa ogni tanto. Non esiste nulla di più sbagliato e inutile. Instagram, come già più volte ho detto, è un’occasione che ha senso cogliere solo se lo si fa con lo spirito giusto.
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2 Responses
Gran bell’articolo!
Grazie mille Gianluca