Torniamo a parlare di contenuti, sia sui social network sia su un proprio blog, e facciamolo con l’aiuto di alcuni membri del Forbes Communications Council, speciale organo di comunicazione della rivista statunitense, destinato a marketing manager e dirigenti di alto livello.
I professionisti di Forbes hanno identificato alcuni tipi di contenuto utili ad aumentare visibilità, reputazione e base utenti delle aziende online. Vediamoli insieme e cerchiamo, come consueto, di capire se fanno anche per te che produci vino e lo comunichi in rete.
Premessa concettuale
Ricordati che sei un produttore.
No, non mi riferisco al vino, o meglio, non solo a quello. Sei anche un produttore di contenuti.
Produci ogni volta che scrivi un nuovo post sul tuo blog personale o aziendale, produci ogni volta che posti qualcosa sui social network (testi, immagini, video, podcast, infografiche, etc.), produci ogni volta che partecipi alle conversazioni, ogni volta che che commenti o rispondi.
Le domande che ti sarai posto più volte, in relazione ai contenuti digitali riguardanti il tuo vino o il tuo territorio, avranno certamente avuto a che fare con le tipologie di contenuto da produrre, con il tono di voce da assumente, con le tempistiche e le modalità di diffusione, e molto altro ancora.
Ecco che gli esperti di contenuti Forbes hanno provato a identificare quelli che, in base alla loro esperienza, sono i contenuti migliori per far crescere la presenza online di un’azienda.
Alcuni dei punti riportati nel post originale li ho ripresi fedelmente, contestualizzandoli al mondo vino, altri li ho più o meno liberamente interpretati, altri ancora li ho omessi perché li ho reputati non interessanti in relazione al nostro ambito enoico.
Vediamoli nel dettaglio.
Contenuti focalizzati sul cliente
Quando si parla di coinvolgimento utente non sono tanto rilevanti le notizie, i premi e i riconoscimenti al tuo lavoro, quanto piuttosto i contenuti che possiedono un reale e concreto valore per chi legge, osserva, ascolta.
Questo valore, inteso principalmente come utilità e accrescimento di conoscenze e competenze, può essere raggiunto grazie a contenuti rilevanti, informativi e progettati per il tuo pubblico di riferimento.
Pensaci bene, è molto più interessante, per chi ti segue, imparare a conoscere la tua gestione del lavoro in vigna, così da aumentare la consapevolezza di cosa esattamente ritrova nel bicchiere, rispetto a sapere che anche quest’anno hai ottenuto i 3 bicchieri.
In realtà entrambi i contenuti hanno il loro valore e vanno comunicati, solo che la vera reputazione e il vero posizionamento, nella testa e nel cuore delle persone, si raggiungono con contenuti che coinvolgono e formano, non solo con contenuti che semplicemente informano.
Per approfondire il tema leggi il mio post sui contenuti di qualità nel mondo vino.
Contenuti che diffondono conoscenza
Le persone online cercano risposte a dubbi, curiosità, domande più o meno complesse.
Se non sarai tu a fornire le migliori risposte possibili alle domande del tuo pubblico, sarà un’altra azienda del vino, che tramite questo meccanismo incrementerà la propria credibilità e reputazione e otterrà la fiducia delle persone interessate.
Per chi fa vino, produrre contenuti che diffondano la conoscenza di uno specifico vitigno, territorio o approccio produttivo, significa soprattutto mediare tra un linguaggio tecnico e una modalità di esposizione che deve essere comprensibile ai più.
Le informazioni devono dunque essere puntuali ed esaustive e, nel mondo vino così come in molti altri ambiti, spesso un’immagine (o un breve video) vale davvero più di mille parole. Mostrare qualcosa è più semplice rispetto a raccontarlo per iscritto.
Pensiamo a concetti complessi come ad esempio i trattamenti in vigna, o la gestione biodinamica di un vigneto. Una serie di video o immagini con descrizione, delle Stories o alcune dirette live sui social (se sei tra i più coraggiosi), possono raccontare e spiegare un argomento a un non esperto, in maniera molto più diretta ed efficace rispetto a un mini trattato testuale.
Le storie autentiche
Qui gli esperti di Forbes puntano l’attenzione soprattutto sulle storie vere di clienti soddisfatti, quelle testimonianze che servono da un lato a dare concretezza al lavoro svolto, dall’altro a mostrare ad altri potenziali clienti la soddisfazione di persone come loro, innescando un processo di reciprocità capace di aumentare reputazione e credibilità dell’azienda.
Parlando di mondo vino questo aspetto è forse secondario, non essendo uso comune raccogliere, raccontare e diffondere le storie di persone che hanno apprezzato un vino o un’azienda.
Storie autentiche se ne possono comunque raccontare, ed è bene farlo.
Raccontare le visite in cantina, le degustazioni, gli eventi che vedono coinvolti i consumatori finali, è l’unico modo per poter dire a chi non c’era: “avresti potuto esserci anche tu”, “vieni anche tu la prossima volta”, “guarda l’esperienza che puoi vivere se vieni a trovarci”, etc.
Autenticità, immediatezza, rapporti personali, per favorire empatia e passaparola, online e offline.
Contenuti interattivi e capaci di produrre reazioni
Chiedi, coinvolgi, stimola, confrontati con il pubblico che ti segue. Il concetto è già contenuto in alcuni dei precedenti punti. Nonostante questo è interessante l’invito esplicito e diretto a generare, ove possibile, reazioni nel proprio pubblico.
Non serve farlo sempre ovviamente, ma solo quando è possibile e utile. Certo che, quando se ne presenta l’occasione, è giusto farlo e farlo senza paura.
Questo non significa lanciare ogni giorno indovinelli sui social su quale operazione si sta effettuando in vigna o su quali sono le percentuali di vitigni diversi presenti nel nuovo vino in uscita.
Significa affinare la sensibilità di riconoscere quando ha senso domandare qualcosa al tuo pubblico, o quando stimolarne una reazione tramite inviti all’azione, ricorrendo ad esempio a sondaggi, domandando pareri e opinioni, o producendo contenuti che aprono a una discussione o a uno scambio di idee.
Contenuti dimostrativi
Con questi tipi di contenuto hai la possibilità di dimostrare ciò che affermi di essere e di fare.
Riconoscimenti, certificazioni, analisi dei vini, analisi dei suoli, sono tutti dati apparentemente privati, forse anche tecnici e noiosi che, se usati nella maniera corretta, possono rivelarsi alleati impareggiabili della tua strategia di comunicazione digitale e non.
Si tratta di contenuti da usare con cautela e cognizione, da dosare sapientemente per non risultare troppo invasivi o autoreferenziali. Contenuti a supporto di, rafforzativi, che possiedono la forza tecnica e scientifica dell’inconfutabilità.
Conclusione
Come già detto a inizio post, questi sono solo alcuni dei contenuti ritenuti migliori e più utili per le aziende che decidono di produrli. Altri ve ne sono e sono possibili, alcuni sono di più facile e immediata produzione, altri sono complessi e necessitano di impegno, costanza e competenze che non sempre è possibile portarsi in casa.
Se dunque dovrai effettuare una scelta, se dovrai decidere su quale tipologia di contenuto concentrare maggiormente i tuoi sforzi, ricordati sempre della frase del neuroscienziato Damasio:
Non siamo macchine pensanti che si emozionano, ma macchine emotive che pensano. – Antonio Damasio
Parla alle emozioni e ai desideri delle persone, induci reazioni emotive, cerca il coinvolgimento e la partecipazione, empatizza, dialoga, interagisci. Solo così aprirai una breccia nel cuore di chi ti segue, solo così prenderai posto in un angolo della loro memoria.
Per approfondire il tema emotivo leggi il mio post su come emozionare con il tuo vino.
Fonte: forbes.com
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
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