Un po’ per lavoro un po’ per amor del vino e delle sue innumerevoli vie di comunicazione, seguo con costanza alcuni blogger del vino e wine influencer. Francesco Saverio Russo è tra questi, e nell’intervista che mi ha concesso spero tu possa capire chi è, cosa fa e perché è tanto seguito.
Ringrazio prima di tutto Saverio per avermi dedicato del tempo. Lo ringrazio anche per la sua invidiabile e rara coerenza digitale, che propone e difende una comunicazione del vino organica, spiegata e non urlata, fatta di appassionati racconti enoici.
Dal primo post sul suo blog, di qualche anno fa, all’inserimento tra i primi 25 wine influencers del vino a livello mondiale, di strada ne ha fatta. Una strada fatta di vigne e vignaioli, di degustazioni, di viaggi e di scoperte.
Gli lascio ora la parola, nella speranza di condividere con lui un giorno, non solo uno scambio di domande e una veloce stretta di mano a una fiera, ma anche un bicchiere di vino e quattro chiacchiere.
Una passione, una forte predisposizione comunicativa, molte competenze maturate in anni di viaggi, degustazioni e formazione, un blog e alcuni canali social, hanno fatto di te quello che si definisce un wine influencer. Come si costruisce tutto questo (se si costruisce) e quanto, invece, semplicemente accade?
Come sono solito dire, per me la mediaticità ottenuta da ciò che scrivo, ma ancor prima da ciò che faccio, vedo, assaggio e vivo è semplicemente accaduta.
Non ho fatto molto per ottenere i risultati che il blog e i miei profili social stanno ottenendo, se non impostare una linea molto personale ed identitaria – un po’ ciò che cerco nel vino – nel mio modo di comunicare quella che è a tutti gli effetti la mia più grande passione.
L’esempio lampante è il mio profilo Instagram, nato in tempi non sospetti – quando questo social era agli albori – come un semplice database dei miei assaggi. Ricordo ancora che lo usavo come una sorta di cloud per fare spazio nella memoria del mio smartphone quando ero in giro per cantine o eventi enoici, senza neanche utilizzare hashtag. Se oggi è uno dei più seguiti al mondo – dicono – nel comparto “vino” è principalmente perché ho avuto la fortuna e, forse, l’intuito di iniziare prima degli altri.
Credo che sia questo il mio semplicissimo “segreto”… l’intuito. Un intuito che è anche alla radice della mia ricerca enoica tra vini, cantine e vignaioli.
C’è da dire che “intorno” a me vedo crescere tanti giovani e giovanissimi blogger e comunicatori del vino che sono certo faranno strada in quanto molto più consapevoli di me nel modus operandi e nella strategia adottata per raggiungere un numero sempre crescente di follower*.
* Utilizzerò il termine “follower” per convenzione e perché decisamente meno volgare di “seguaci”, ma mi piace pensare che tra i miei lettori ci siano appassionati di vino e addetti ai lavori di ogni categoria.
Il digitale è il mezzo attraverso il quale raggiungi il tuo pubblico ogni giorno. Lo vivi, lo sfrutti, lo valorizzi senza esserne vittima. Pensi che anche un’azienda del vino, o un piccolo vignaiolo, possa e debba cogliere le opportunità offerte dal digitale per comunicare il proprio vino, la propria filosofia, il proprio territorio?
Non ti nascondo di ricevere spesso richieste di aziende che vorrebbero che fossi io a curare la loro comunicazione sul web, ma la mia risposta è sempre la stessa: “io non vi servo, potete farlo da soli in maniera più personale, più costante e persino meglio di me!”.
Ti faccio un esempio lampante, che può contemplare qualsiasi social nell’ambito del visual marketing che da diversi anni va per la maggiore: io, per quanto possa essere bravo e seguito attraverso i miei scatti enoici, per fotografare una vigna al tramonto, un grappolo maturo a pochi giorni dalla vendemmia o un tino in fermentazione devo necessariamente prendere la macchina e fare km su km. Siamo d’accordo? Un vignaiolo ha tutto ciò per cui io devo viaggiare a portata di mano e di smartphone! Invito sempre, specie i piccoli produttori, a dedicarsi personalmente alla comunicazione senza togliere troppo tempo alla propria principale attività, che resta quella di fare vino, non di certo quella di social media manager.
Prendere il proprio smartphone e fotografare le proprie vigne, le varie fasi della propria attività dalla potatura alla vinificazione, passando per la vendemmia con il suo ineguagliabile fascino, sono gesti istantanei che non possono rubarvi più di qualche minuto. L’importante è farlo con costanza e cercando di costruire una propria linea comunicativa orientata sulla propria personalità e sulla propria identità lavorativa.
Fondamentale sarà confrontarsi ed interagire con ogni categoria di contatto dai winelovers ai colleghi produttori, passando per i vari media.
Tutto questo, però, ha dei vincoli che un comunicatore esterno all’attività di produttore di vino non ha, ovvero quelli legati al rischio di risultare troppo dediti alla comunicazione fuorviando potenziali “clienti”.
È fondamentale che il produttore ricordi sempre che tra avere 10000 follower e avere 1000 clienti sarà sempre meglio la seconda opzione, ma che si può lavorare sul trasformare i follower in potenziali clienti in maniera etica e organica, come alcuni/e vignaioli/e stanno facendo negli ultimi anni con estremo successo.
Come vedi il comparto vitivinicolo italiano rispetto alle nuove tecnologie e al digitale? Quanto pensi si possa e si debba ancora fare perché il digitale non sia vissuto come un’incombenza scomoda o un’inutile chimera di popolarità, da parte di chi produce vino?
Credo che negli ultimi anni si siano fatti importanti passi avanti e che la media ponderata tra l’attività meramente promozionale delle grandi aziende (concepibile) e quella “scappata un po’ di mano” a qualche piccolo produttore (ci sta anche questo… sui social, ancor più che nella vita, è sempre meglio fare che non fare nulla e se la troppa schiettezza viene vista come dote negativa il problema non è di certo del vignaiolo!), è quella di un’attività diffusa di comunicazione organica specie dei piccoli produttori/vignaioli sempre più in grado di confrontarsi con quello che simpaticamente chiamo il “world wine web” e con i principali social network.
Inutile dire che si può e di deve fare di più, specie se pensiamo a ciò che avviene in nazioni come Francia, Spagna e USA dove la comunicazione del vino viaggia attraverso il web in maniera molto più ramificata e produttiva.
Il mio timore è che in Italia si siano formate tante piccole nicchie che danno l’idea a chi vi è all’interno di essere molto presente sui social e di avere un grande seguito, ma che in realtà restano molto chiuse, in particolare a potenziali follower stranieri. In questo la cross-medialità e la presenza sui vari social unitamente all’utilizzo di più lingue può aiutare.
Oggi si può fare molto a costo “0”, ma si possono anche disperdere tante energie e tanto tanto tempo. L’importante – ancora una volta, come nella vita e nel vino – è trovare i propri equilibri ed ottimizzare la propria presenza sul web.
Il tuo è uno storytelling emozionale. Racconti cercando il coinvolgimento e la partecipazione del lettore o di chi ti segue nei social network. Non parli male, non critichi, non assegni punteggi. C’è dunque ancora spazio in rete per una comunicazione non gridata, non polemica a tutti i costi? E quanto è efficace in un settore come quello del vino?
La mia è stata una scelta molto criticata e dibattuta all’inizio e che ancora oggi faccio fatica a far comprendere a tutti, ma credo che la realtà sia evidente a chiunque mi segue: viaggio molto, visito una quantità davvero importante di cantine, conosco centinaia di produttori e vignaioli ogni anno, sono presente a quasi tutti i principali eventi enoici italiani, assaggio ogni anno migliaia di vini eppure nel mio blog troverete solo una cinquantina di recensioni annue, qualcosa più qualcosa, mentre attraverso i social ci si può fare un’idea di ciò che per il momento non ho reputato opportuno recensire.
Credo che l’obiettivo della mia ricerca e la mission del mio wine blog siano proprio quelli di condividere solo le emozioni più sincere e viscerali, quelle che seppur soggettive io confido possano essere vissute anche dai miei lettori.
Per me il fulcro di tutto resta il wineblogroll.com e i social sono “solo” un ottimo viatico per condividere in maniera più diretta e leggera la mia vita dentro ed intorno al vino.
In che direzione stiamo andando? Come pensi evolverà la tua attività digitale o quella del vignaiolo di domani?
Io vado dove mi portano cuore e vino, non so neanche cosa farò domani figurati se posso darti una risposta riguardo il futuro del mio wineblog.
Di certo le segnalazioni fra i più seguiti social wine influencers al mondo e, da quest’anno, anche tra i wine instagramers mi hanno aiutato ad allargare il bacino di utenza delle mie condivisioni enoiche rendendo ancor più concreto il significato del mio hashtag #wineissharing, che vuole – sin dal principio – racchiudere in sé sia il significato meramente social e virtuale dello “sharing” che quello più umano e reale della condivisione di un calice di vino, dei pensieri e delle impressioni su di esso e delle proprie esperienze enoiche.
Di certo metterò la mia esperienza di wine blogger – per quanto le etichette non mi piacciano nella vita e nel vino – a disposizione di eventi puliti e dinamici come l’Only Wine Festival, che permette a piccole cantine e a giovani vignaioli/e di partecipare gratuitamente, su selezione, ad una mostra mercato che sta avendo sempre più riscontro a livello nazionale e non solo.
Per quanto concerne l’attività digitale dei vignaioli credo saranno loro i prossimi veri wine influencers in una sorta di piccola grande rivoluzione digitale in cui a fare da “guida” saranno i social in cui appassionati, clienti, buyers, media e produttori si confronteranno direttamente.
C’è spazio per tutti e ad ogni “filosofia” comunicativa, come ad ogni “filosofia” produttiva corrisponderà un seguito, starà ad ogni comunicatore e/o produttore decidere se voler arrivare a più persone possibile o ad un target mirato e più ristretto.
Dove trovi Saverio
Ecco i principali canali digitali di Saverio. Instagram è certamente l’ambiente più seguito e più dinamico, ma quello che ti consiglio di fare è di leggere il suo blog, per ritrovare nei suoi racconti quello che hai avuto modo di intuire in questa intervista.
Sito Web WineBlogRoll
Twitter @WineBlogRoll
Facebook @wineblogroll
Instagram @italianwinelover
E se anche questa chiacchierata tra vino e digitale ti è piaciuta, ti ha ispirato o anche solo incuriosito, ricordati di condividerla perché, come dice Saverio, #wineissharing.
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
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