Esistono aziende vinicole storiche e aziende vinicole neonate. Entrambe devono comunicare, ma devono farlo con obiettivi differenti.
So che sembra incredibile, ma anche la comunicazione digitale si orienta in relazione a specifici obiettivi. Questo in un mondo ideale, ovviamente.
Non dovrebbe pertanto esistere una comunicazione fine a se stessa, sterile, non focalizzata, fatta “tanto per”. Dovrebbe esistere solo una comunicazione finalizzata a:
- aumentare la percezione di un brand
- ottenere conversioni
- lanciare un nuovo prodotto
- rilanciare un vecchio prodotto
- promuovere una territorio o una denominazione
- chi più ne ha più ne metta
Due obiettivi due comunicazioni
Una cantina neonata, o un nuovo brand vinicolo, deve quindi primariamente comunicare per costruire. Costruire un posizionamento, una percezione, un’identità, un valore di marca.
Una cantina storica deve solitamente comunicare per mantenere o per migliorare il proprio posizionamento nel mercato.
Capita però a volte, e nemmeno tanto raramente, che un’azienda vitivinicola anche storica sia costretta a comunicare per dimostrare. E questo perché non è stata in grado, negli anni, di trasmettere al meglio la propria identità al pubblico di riferimento.
Mi è capitato più volte in questi anni di incontrare aziende già produttivamente e commercialmente consolidate, che però mancavano della corrispondente e adeguata rappresentazione comunicativa della propria immagine.
La storia c’era, i canali commerciali anche. Magari tradizionali, forse in parte polverosi, ma a loro modo solidi e consolidati. Quello che mancava era la riconoscibilità su un mercato più allargato, l’identità presso un pubblico più ampio e, perché no, nuovo.
Lamentarsi non serve
Spesso ci lamentiamo trovandoci di fronte aziende con una scarsa qualità produttiva ma dotate di una solida e diffusa capacità comunicativa. E ci indignamo perché le caratteristiche del vino non corrispondono minimamente all’immagine proposta e promossa presso il consumatore.
Credo fortemente che dovremmo invece lamentarci e indignarci maggiormente per il caso opposto. Per tutte quelle aziende vinicole che possiedono qualità e contenuti ma non hanno ancora capito quanto è importante comunicare al meglio questi fondanti e concreti valori.
E ricordiamo anche sempre che il mondo del vino è fatto di target di consumatori anche molto diversi tra loro.
Ci sono consumatori preparati ed evoluti, che approfondiscono e ricercano le nicchie, affamati di storie, conversazioni, pareri, chiacchiere faccia a faccia, strette di mano nelle fiere. E consumatori meno smaliziati, più acerbi e meno pretestuosi, che sono inevitabilmente prima attratti dalla comunicazione, e solo in un secondo momento dalla sostanza.
Questi ultimi sono quelli più attenti agli imprescindibili aspetti comunicativi. E allora perché non accontentare il più ampio pubblico possibile, accompagnando la qualità produttiva a una rispettosa e coerente qualità comunicativa?
La comunicazione può essere dunque un’occasione da un lato e un alleato dall’altro. L’opportunità di attirare l’attenzione e generare interesse e l’occasione per valorizzare ciò che già si è riusciti a costruire in vigna e in cantina.
Non demonizzare la comunicazione, impara ad usarla per i tuoi propri scopi, senza per forza storcere il naso di fronte a quello che fanno e che dicono i tuoi vicini di vigneto.
Impara a valorizzate te stesso, il tuo prodotto, il tuo lavoro, il tuo territorio.
Impara a comunicare, in rete e nei canali social, i tuoi valori donando dignità a ciò che fai giorno per giorno, e a ciò che hai costruito negli anni.
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
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