Un interessante video di Matteo Flora ha fatto nascere in me una riflessione sulla natura dei contenuti video in quest’epoca di social network, di smartphone e di dirette alla portata di tutti.
Ovviamente ho cercato di trarne qualche indicazione o spunto utile per te che produci vino e che vorresti produrre, o che già produci e condividi, video online.
Breve excursus storico
C’erano una volta il cinema e la televisione. La fruizione di contenuti video agli albori del cinema e, qualche decennio dopo, della televisione, era una fruizione esterna, passiva, una visione che ci accomunava tutti nella unica e grande famiglia degli spettatori.
Il popolo guardava e l’industria produceva. Lo stacco era netto e ben definito, ognuno aveva il suo ruolo e ne rispettava i confini. Il cinema era magia e la televisione era un mezzo di conoscenza e di divulgazione, oltre che di intrattenimento.
Per decenni abbiamo vissuto questa separazione degli ambiti tra chi produce e chi fruisce video, vivendo le nostre vite da spettatori passivi, fino a quando le cose hanno iniziato a cambiare con l’avvento di tecnologie come il super 8 o le prime videocamere portatili. Con esse anche l’uomo della strada ha iniziato a diventare un produttore di contenuti video.
Mai si sarebbe però sognato di mostrare questi contenuti a estranei o a un suo “pubblico”. L’esperienza video privata era relegata all’interno dei confini famigliari e i video erano a uso e consumo di parenti e amici. Rappresentavano una memoria, la volontà di fissare un momento per ricordarlo e rievocarlo in particolari occasioni.
Poi sono arrivati smartphone e social media a rivoluzionare radicalmente il panorama dei contenuti video, della loro produzione, fruizione e distribuzione, infrangendo tutte le regole precedenti e ribaltando il paradigma video al quale eravamo abituati sin dagli albori. Tutti oggi siamo potenziali creatori, distributori e spettatori di contenuti video.
Nota statistica: dal 2013 al 2017 la rivoluzione smartphone ha cambiato anche la vita degli individui meno digitalizzati, gli appartenenti a quella Generazione X, precedente i Millennials, che si trova oggi ad accedere alla rete (e, aggiungo io, ai social network) principalmente da telefono.
Chi è Matteo Flora e cosa ha fatto
Non sto qui a raccontarti nel dettaglio chi è Matteo Flora. Se cerchi in rete trovi tutto quello che ti serve sapere su di lui e puoi decidere di seguirlo nei suoi canali social.
Qui ti basti sapere che tratta argomenti di tecnologia, di sicurezza informatica e di attualità legata al mondo digitale, e lo fa principalmente per mezzo di video di qualche minuto che pubblica quotidianamente, dal lunedì al venerdì.
Nelle scorse settimane Matteo ha tentato una nuova strategia video e, come lui stesso racconta nel video che incorporo al termine di questo post, un po’ per stanchezza, un po’ per semplificarsi la vita senza rinunciare alla qualità dei suoi contenuti, ha deciso di uscire con 3 video a settimana invece che con i soliti 5.
La cosa non ha però funzionato, e il coinvolgimento e la partecipazione delle persone ai suoi video sono peggiorati. Vediamo meglio cosa si aspettava Matteo da questo cambiamento e con che spirito ha tentato questa strada.
Video più belli
Nel suo video di spiegazione Matteo ci racconta che uno degli intenti alla base dell’esperimento era quello di diminuire il numero di video settimanali aumentandone la qualità della produzione e della post produzione.
I 3 video a settimana erano dunque fatti meglio, con attrezzature migliori per le riprese audio video e, immagino io, con un lavoro più accurato di post produzione e montaggio. L’effetto finale era tecnologicamente e esteticamente migliore, anche se non straordinariamente migliore.
Ottimizzazione dei tempi e del lavoro
Altro importante vantaggio era quello di riuscire a produrre i 3 video in un unico momento, ad esempio il sabato mattina, in modo da ottimizzare i tempi di realizzazione e potersi concentrare sulla loro pianificazione e condivisione, oltre che su altri aspetti fondamentali della sua vita privata.
Tutto idealmente bello giusto? Maggiore qualità dei video, migliore gestione dell’operatività, più tempo per dedicarsi ad altro. Purtroppo però i numeri hanno dimostrato che per Matteo questa strategia non era quella corretta. Le persone preferivano i 5 video settimanali.
I due problemi ipotizzati da Matteo
Visti i dati, Matteo si è posto alcune domande sul perché la cosa non abbia funzionato come avrebbe immaginato e sperato. Le due ipotesi principali che espone sono le seguenti.
Non era più un appuntamento fisso
Le persone sono abitudinarie e amano gli appuntamenti fissi. 5 video a settimana erano qualcosa da aspettare quotidianamente e da fruire al momento, ancora belli caldi. 3 video pre-lavorati e distribuiti spingevano le persone a fruirli tutti in un unico momento, in un lasso di tempo concentrato, con una perdita lato performance.
Meno attualità
Il fatto di prepararsi prima i video ha fisiologicamente allontanato i contenuti dai temi d’attualità, togliendogli quella imprescindibile nota di freschezza e di real time che li caratterizzava fortemente.
La capacità di “essere sul pezzo” di ciò che ci circonda, e di cavalcare correttamente e in modo originale i temi caldi che convogliano l’attenzione delle persone, è una qualità impagabile per chi comunica in rete.
Cosa abbiamo imparato
Specifico alcune cose per essere il più chiaro possibile in questa fase del post.
Matteo Flora è un individuo, con competenze e professionalità verticalizzate su un settore specifico e molto differente rispetto a quello del vino, che si spende online per costruire e mantenere la propria reputazione personale, il suo personal branding.
Tu sei un’azienda del vino o un vignaiolo. Il tuo mestiere è produrre vino, farlo conoscere e venderlo. Sei perfettamente consapevole dell’importanza e dell’incidenza del mondo digital oggi, e anche se Matteo potrà sembrare non avere molto a che fare con tutto questo, sappi che non siete poi così diversi e, soprattutto, anche tu puoi trarre da questa storia un insegnamento importante per la tua percezione dei contenuti video oggi e per l’approccio che puoi adottare.
La storia appena raccontata ci ha insegnato che:
- i video istituzionali, perfetti e patinati, da spot, non sono più efficaci come un tempo
- le persone hanno bisogno di immediatezza e spontaneità per creare partecipazione emotiva con ciò che osservano
- la continuità delle azioni premia sempre; se inizi a fare video continua a farli
- possiedi tutti gli strumenti necessari a fare video, a partire dal tuo smartphone
- le piattaforme di fruizione dei video oggi sono i social network, per il mondo vino direi principalmente Facebook e Instagram
- il real time, le dirette, le stories funzionano molto bene perché rappresentano momenti di vita vera
- i contenuti freschi e attuali sono da privilegiare
- le imperfezioni nella realizzazione non sono più una preoccupazione
Bada bene che tutto questo non significa in alcun modo rinunciare alla qualità video. Un buon smartphone o una buona camera, provvista di un buon microfono e di un cavalletto, possono essere assolutamente indispensabili per alcune tipologie di video. Ma è pur certo vero che si tratta di una qualità a servizio di una spontaneità dei contenuti, non certo un esercizio di stile che allontana lo spettatore dalla sua visione.
Forse è proprio questo aspetto che è venuto a mancare con l’evoluzione digitale degli ultimi anni: la spettacolarizzazione impersonale dei vecchi contenuti video.
Chiudo questo lungo post con l’invito a gettarti nella mischia dei contenuti video. Fallo con degli obiettivi, con una pianificazione, con il buon senso e con i contenuti che ti caratterizzano. Fallo anche con quel pizzico di coraggio e di spirito di scoperta che sempre di più serve online. Fallo, infine, leggendo prima il mio post sulla semplicità del video marketing nel mondo del vino.
Ecco ora il video di Matteo Flora.
Chiudo, definitivamente promesso, l’argomento incorporando di seguito un ulteriore video. Si tratta del trailer dell’ultimo film del regista statunitense Steven Soderbergh, Unsane. Cosa c’entra direte? Non molto in realtà, forse solo per il fatto che si tratta di un film girato con un iPhone.
E ricordati di condividere 🙂
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
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