Premessa necessaria su Google Analytics
Se ancora non hai installato Google Analytics all’interno delle pagine del tuo sito web, fallo senza indugi. E se intendi farlo, utilizza preferibilmente Google Tag Manager per l’inclusione del codice di tracciamento.
Se questi concetti ti sono sconosciuti nessun problema, chiedi al tuo webmaster, o all’agenzia web che segue il tuo sito, di implementare questi strumenti gratuiti.
Cercherò comunque di approfondire alcuni aspetti tecnici basilari, legati a Google Analytics, in uno dei prossimi post.
Ma procediamo oltre
Google Analytics è uno (non il solo) strumento indispensabile per analizzare il traffico al tuo sito web. Con una piccola porzione di codice da inserire in tutte le pagine, è infatti possibile avere accesso a una piattaforma completa per l’analisi delle visite, i comportamenti utente, le fonti del traffico, il monitoraggio degli obiettivi di conversione, etc etc.
Ma questo post non intende rappresentare una guida all’utilizzo di Analytics, bensì desidera focalizzare l’attenzione su una specifica metrica messa a disposizione dallo strumento; la Frequenza di Rimbalzo. Scopriamola insieme…
La Frequenza di Rimbalzo
Cito testualmente dal supporto Google
La frequenza di rimbalzo è la percentuale di sessioni di una sola pagina (ovvero le sessioni in cui gli utenti abbandonano il sito dalla pagina da cui sono entrati, senza interagirvi). – Centro Assistenza Analytics
Tradotto in parole più comprensibili
Se un navigatore accede al tuo sito da una qualsiasi pagina e non ne visita altre, non lo naviga, non interagisce (a prescindere da quanto tempo rimane sulla pagina in questione) e abbandona il sito, allora avrai una frequenza di rimbalzo del 100%.
Se invece contiamo 2 visitatori al tuo sito, uno che atterra su una pagina qualsiasi, naviga il sito e interagisce con i contenuti e l’altro che accede al sito e esce senza far nulla, allora la tua frequenza di rimbalzo sarà del 50% (uno rimbalza fuori, l’altro no).
Se ne deduce che più bassa è la frequenza di rimbalzo meglio è, perché significa che la maggior parte dei visitatori al nostri sito lo naviga volentieri perché lo ritiene interessante e perché la struttura del sito ne favorisce un’esperienza che possiamo definire “profonda”.
Ovviamente la frequenza di rimbalzo è un dato che può variare a seconda della natura e degli obiettivi del singolo sito.
Pensate a Wikipedia. Quante volte consultate una singola voce (pagina) e uscite senza navigare altre pagine o effettuare altre ricerche? Scommetto nella maggior parte dei casi. Mi immagino pertanto che molte pagine abbiano frequenze di rimbalzo piuttosto elevate ma, per Wikipedia va bene così.
Se cerco informazioni sul Nebbiolo e consulto Wikipedia, probabilmente scorro la pagina, leggo il contenuto, esaurisco in quella sede la mia curiosità ed esco da Wikipedia (100% frequenza di rimbalzo, Wikipedia ugualmente soddisfatta).
Ma noi qui si parla di vino, di siti web di aziende vitivinicole, agricole, di grandi gruppi come di piccoli vignaioli. Siti web fatti di storia, filosofia di produzione, vigneti, scelte, generazioni, vini, territori, scommesse. Tutto questo non si esaurisce in una singola pagina web. Tutto questo necessita di narrazione, una narrazione che possiamo definire esperienziale.
Il nostro navigatore deve essere incuriosito, guidato, affamato di informazioni, soddisfatto nel suo percorso di navigazione. Deve arrivare su una nostra pagina e deve scattargli la voglia di saperne di più, di approfondire la conoscenza dei vini prodotti o del territorio, di scoprire dove si trova la cantina e se è possibile prenotare una visita, dove acquistare il vino per assaggiarlo anche da casa, etc etc.
Frequenze di rimbalzo alte sono quindi, generalmente, un segno di allarme che qualcosa sul nostro sito non va come dovrebbe andare.
Generalizzando molto, le principali cause, interne al sito, di una percentuale elevata della Frequenza di Rimbalzo sono:
- la struttura del sito non favorisce la navigazione utente
- le pagine sono mondi chiusi, senza link ad altre pagine, sezioni, risorse
- non esistono inviti all’azione (call to action) all’interno delle pagine
- i contenuti (testi, immagini e video) non sono attrattivi per l’utente
- il sito è molto lento nel caricamento delle pagine
Ma la Frequenza di Rimbalzo in quanto dato globale, rappresenta un’informazione di relativo interesse. Per essere osservata con un certo beneficio in termini di analisi, conclusioni e azioni correttive, dovrà essere analizzata in relazione alle differenti sorgenti di traffico e ai diversi dispositivi di accesso. Partiamo con le prime.
Suddivisione per Sorgenti di Traffico
Queste le principali sorgenti di traffico a un sito web, ovvero la segmentazione del pubblico di un sito sui differenti canali di accesso alle sue pagine:
- traffico organico (persone che arrivano da ricerche in Google o in altri motori di ricerca)
- traffico diretto (persone che digitano l’indirizzo del sito nella barra di navigazione del browser o che accedono al sito da un segnalibro del browser)
- referral (persone che arrivano al sito dal link presenti su altri siti)
- traffico dai social (persone che arrivano al sito da link presenti in contenuti all’interno di Social Network come Facebook, Twitter, etc)
- traffico da campagne (persone che arrivano al sito da link sponsorizzati come per le campagne Google Adwords)
- traffico da newsletter (persone che arrivano al sito da link presenti in Newsletter)
Ognuna di queste sorgenti può avere una differente Frequenza di Rimbalzo, anche solo stabilita dalla natura stessa della singola sorgente.
Pensiamo infatti a un utente che sta effettuando una ricerca su Google e clicca su un risultato. Si tratta di un utente attivo e interessato a soddisfare un bisogno, quindi più propenso ad approfondire il frutto della sua ricerca navigando il sito sul quale è atterrato. Un utente invece che riceve una newsletter ne subisce la comunicazione, non la genera con una sua azione mossa da un bisogno. Probabile quindi che, se clicca sul link e accede al sito per mera curiosità, in seguito lo abbandoni senza troppi approfondire.
Osservando attentamente le Frequenze di Rimbalzo delle singole sorgenti di traffico possiamo attivare riflessioni interessanti, considerando sempre le differenti nature e finalità di ogni sorgente. Ecco alcuni esempi.
Se verifichiamo una Frequenza di Rimbalzo troppo elevata da traffico organico, possiamo dedurne di essere posizionato con chiavi “sbagliate” o comunque poco pertinenti. Se invece la Frequenza di Rimbalzo elevata arriva dai referral (link da altri siti), possiamo andare a verificare i siti che ospitano un link alle nostre pagine e controllarne l’attinenza rispetto al nostro sito. Se invece è il traffico da canali social ad aumentare la nostra Frequenza di Rimbalzo dobbiamo probabilmente rivedere la nostra strategia editoriale, i contenuti e, soprattutto, le pagine di atterraggio che abbiamo scelto.
Suddivisione per Dispositivi
Le persone navigano da Desktop, Tablet, Smartphone. Identificare quali di questi dispositivi sono caratterizzati dalla Frequenza di Rimbalzo più elevata può darci un’indicazione sulle criticità collegate, per esempio, all’esperienza mobile offerta ai navigatori.
Una Frequenza di Rimbalzo maggiore su smartphone può essere indicativa del fatto che il nostro sito non è Mobile Friendly o non lo è a sufficienza.
Con l’aumento costante degli accessi web da dispositivi mobili, soprattutto da cellulare, questo dato sarà sempre più importante per gli utenti e rilevante per i motori di ricerca. I siti web oggi devono essere progettati per Smartphone con la medesima, se non maggiore, cura con cui vengono progettati per l’ambiente desktop. Ricordandoci sempre che se prendo in mano lo smartphone per cercare qualcosa è perché sono mosso da un interesse reale.
L’obiettivo è dunque quello di fornire all’utente il risultato migliore in relazione alla sua ricerca e l’esperienza di navigazione migliore sul nostro sito web.
Come abbassare la Frequenza di Rimbalzo
Esistono alcuni accorgimenti generali per ottimizzare la Frequenza di Rimbalzo lavorando all’interno del sito web. Vediamoli in breve:
- costruisci ogni pagina interna come se fosse un piccolo sito, semplificando al massimo la navigazione dell’utente sulle altre pagine e fornendogli tutti gli strumenti per conoscerti, contattarti, raggiungerti
- inserisci inviti all’azione pertinenti, come inviti a contattarti, a chiamarti, ad acquistare i tuoi vini, a compilare una form, a scaricare la scheda tecnica di un vino, a prenotare la visita alla cantina
- lavora sui link interni ai tuoi contenuti
- migliora al massimo l’esperienza legata al menu di navigazione da Desktop e da Smartphone
- scrivi contenuti testuali originali, attraenti e persuasivi
- usa le immagini per incuriosire il navigatore (immagini professionali ottimizzate per il web)
- reindirizza le pagine non più raggiungibili per non sporcare i risultati di ricerca
- costruisci e cura la pagina 404 di risorsa non trovata
Concludendo
Mi rendo conto che alcune nozioni presentate in questo post non sono proprio alla portata di tutti. Evviva i consulenti (quelli seri intendo).
Mi rendo conto che il piccolo vignaiolo deve dedicare la maggior parte del suo tempo a fare il vino, che l’enotecario deve vendere e che la grande cantina deve organizzare la propria struttura in relazione a una strategia che deve comprendere l’analisi dei dati come passaggio obbligato prima di attivare ogni nuova attività digitale.
Ma la Frequenza di Rimbalzo resta un dato di monumentale importanza, e ignorarlo significa perdersi delle golose opportunità di conoscenza, engagement e fidelizzazione del proprio target.
La volontà di questo post non è quindi quella di portare a conoscenza di una metrica specifica presente in uno strumento di analisi degli accessi, bensì quella di attivare una riflessione su un dato che può essere specchio di problematiche interne e esterne al sito web e, di conseguenza, immaginare e programmare le necessarie azioni correttive.
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
Nel caso in cui necessitassi di ulteriori approfondimenti o desiderassi contattarmi per una consulenza, puoi farlo tramite la chat Messenger o scrivendo a andreamarc79@gmail.com
2 Responses
Ciao Marco,
bell’articolo, un ripasso ci vuole sempre!!
Se posso contribuire con la mia esperienza personale, devo dire che la frequenza di ribalzo prima dell’introduzione del blog nel mio sito era tra il 39% – 40%…
Introdotto il blog, le visite al sito sono aumentate ed anche il tempo medio (ho alcuni articoli con tempo medio 5 minuti), ma la frequenza è aumentata superando il 70% …
Insomma come ben tu scrivevi su Wikipedia, il dato se non è relazionato con la natura dei contenuti… può trarre in inganno… bassa frequenza non equivale a buon risultato…
Complimenti ancora…
Ciao
Francesco
Grazie per i complimenti Francesco. Assolutamente corretto quello che scrivi. Per alcune tipologie di contenuto, come ad esempio i blog, l’altro dato da monitorare è il tempo di permanenza sul singolo post, che ci indica se i nostri contenuti vengono letti oppure consultati rapidamente o anche solo semplicemente aperti. A presto, Marco