Il vino è tempo, è memoria, è rievocazione. È anche e soprattutto condivisione di un piacere, di un’esperienza, di una cultura. Momento di crescita e di scoperta.
Le bottiglie migliori ce le ricordiamo forse anche solo per il loro valore intrinseco, per ciò che abbiamo provato mentre le assaggiavamo. Molte ce le dimentichiamo, altre riusciamo a stoccarle in un angolo della nostra mente grazie all’associazione con fattori esterni, di contesto o anche apparentemente casuali.
Un’occasione speciale, una tappa importante della nostra vita, un evento insolito o inaspettato, un contesto particolarmente suggestivo, un incidente di percorso, perché no, un dolore. Tutto questo può essere utile a fissare nella nostra mente un vino ben preciso, rievocando in noi anche solo la suggestione collegata all’esperienza originaria di assaggio, ogni volta che riportiamo quel vino al naso o alla bocca.
Ricordo perfettamente un Etna Rosso ‘a Rina 2011 di Girolamo Russo per una bella serata trascorsa in compagnia di amici all’enoteca Lumen di Manerbio il 26 gennaio del 2014 (sulla data mi aiuta Instagram). Come ricordo perfettamente un Barolo Cavallotto da tempo destinato ad accompagnare una cena a due tra la mia attuale compagna e chi allora stava con lei e che, molto tempo dopo, trovò me al posto di lui. Se proprio non fu galeotto, di certo si rivelò un tripudio per i sensi di entrambi.
Così come ricordo la passeggiata nel vigneto centenario del Ciso, nei pressi di Ala, nel maggio del 2012, alla scoperta di questa vigna salvata da un gruppo di undici intelligenti vignaioli trentini.
Associazione e persuasione
L’associazione mentale è, oltre a tutto ciò che ho appena raccontato, un potentissimo meccanismo persuasivo. Qualcosa in grado di condizionare il nostro sentire e, di conseguenza, le nostre scelte. Anche in quanto consumatori.
La Mulino Bianco ha per anni ha associato i suoi prodotti ai concetti di famiglia felice e di ambiente idilliaco. Ora che i tempi sono cambiati ci sta provando con la gallina Rosita.
Per rimanere in tema vino pensa allo Champagne e a come è riuscito negli anni a divenire sinonimo di festa e di celebrazione di momenti felici, leggeri, spensierati.
Siamo d’altronde dei nostalgici e spesso ci piace rivivere i bei momenti passati. Il vino sa essere un potente amuleto capace di farci viaggiare nel tempo. Ecco perché rimaniamo tanto delusi se una bottiglia che ricordiamo come memorabile, ripresa e assaggiata nuovamente dopo anni, ci delude.
Ma non divaghiamo oltre, il concetto credi sia ormai chiaro.
Ecco cosa puoi fare
Quello che ti consiglio di fare, online e offline, è lavorare per fare in modo che il tuo vino non viva mai da solo, ma sia sempre associato a concetti e contesti positivi, esperienze o suggestioni uniche, differenti, originali, capaci di fissarsi nella memoria delle persone.
Ma come puoi fare tutto questo, ti starai chiedendo.
Premesso che ciascuno può trovare la strada per la propria unicità, ecco alcuni consigli che potrebbero tornarti utili:
- accogli i visitatori in cantina facendoli sentire a casa e regalagli un’esperienza unica. Falli diventare protagonisti della visita e della degustazione, invitandoli al confronto e al dialogo. Non farli sentire a teatro, non sono spettatori, sono i tuoi migliori commerciali una volta convinti, i divulgatori più efficaci del tuo verbo
- invita le persone a condividere le esperienze legare ai tuoi vini (sui social, sul tuo sito, sul tuo blog)
- coinvolgi le persone con narrazioni, contest, inviti a occasioni speciali
- offri qualcosa di unico ai visitatori del tuo sito web (condizioni vantaggiose per l’accoglienza in cantina, consigli su dove assaggiare i tuoi vini, sconti se hai un e-commerce, etc etc)
- condividi contenuti in grado di suscitare partecipazione emotiva. Evita le sterili foto in Still Life delle bottiglie su Instagram, non generano immedesimazione. Nessuno vive su una spiaggia tropicale con una bottiglia del tuo spumante conficcata nella sabbia e due calici ghiacciati pronti all’uso. Prova con immagini autentiche: tu, la tua famiglia, i visitatori soddisfatti alla tua cantina, la tua tavola
- cerca di far sorridere chi ti segue nei social network con contenuti divertenti (non volgari, non banali, non fuori contesto)
- racconta, non limitarti semplicemente a esporre contenuti
Il marketing non è più una questione di cosa sai produrre, ma di che storie sai raccontare. – Seth Godin
Puoi approfondire alcuni aspetti di questo tema leggendo il post sul perché emozionare con il tuo vino.
Chiudo con un simpatico video dell’azienda armena Voskevaz Winery che ho visto durante le feste appena trascorse. Contiene un’idea, è divertente e positivo, sa farsi ricordare, insomma, funziona.
https://www.youtube.com/watch?v=n0DKOHgT954
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
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