In Italia credo ci siano ormai pochissimi e rari casi di aziende vinicole senza uno straccio di sito web.
Vissuto da molti alla stregua di un biglietto da visita, le cantine si sono negli anni attrezzate in qualche modo.
Le più virtuose aggiornano periodicamente sito e contenuti, vivendo l’ambiente web come uno strumento di marketing e comunicazione, altre concepiscono il sito più come una vetrina, e spesso non lo curano abbastanza, lasciando che si ingrigisca e si impolveri con il passare del tempo.
Prendi ora le frasi sopra, sostituisci “sito web” con “pagina Facebook” e vedrai che il senso non cambia.
Cosa penso di sapere
So quindi per certo che la maggior parte di voi possiede un sito web. E so che una buona percentuale ha fatto più di uno sforzo per la costruzione dei contenuti, o per dotarsi di una user experience in linea con tempi ed esigenze dei navigatori.
Molto di voi hanno anche immaginato strategie web, sviluppato landing page, aggiunto form di contatto per la prenotazione delle visite in cantina o per la richiesta di semplici informazioni.
So infine che molti di voi, i più curiosi o quelli che si sono affidati ai consigli di un’agenzia web, ha installato il codice di tracciamento degli accessi Google Analytics (così come il Pixel di Facebook) tra le pagine del proprio sito.
Molto bene! Se sei tra i viticoltori che hanno un sito o una pagina Facebook con accesso alle statistiche di navigazione e di monitoraggio, rispondi a questa semplice domanda.
Quante volte hai consultato le statistiche a tua disposizione?
L’esperienza e l’osservazione mi hanno insegnato che troppo spesso, dopo l’installazione dei codici di tracciamento e una serie di primi tiepidi accessi alle statistiche, osservandone superficialmente i dati, tutta questa parte finisce nel proverbiale dimenticatoio aziendale.
E spero tu non viva questo pistolotto come un rimprovero. Non lo è. È solo la rappresentazione di un’occasione persa.
Cosa c’è di veramente sbagliato
Avere la possibilità di osservare i comportamenti e le preferenze degli utenti che navigano il proprio sito o la propria pagina Facebook e ignorarla, è la cosa peggiore che si può fare.
Senza misurazione tutto è vano, inutile, casuale. Senza misurazione non può esserci alcuna strategia digitale.
Ogni volta che ti sforzi di redigere i testi di una pagina web, scegli le immagini, decidi il layout, così come quando imposti il tuo prossimo post in Facebook, senza poi analizzarne le performance, stai disperdendo inutilmente le tue energie e il tuo tempo.
Il problema, mi rendo conto, e di educazione ai mezzi, in un periodo storico in cui la brillante superficialità delle azioni vince sulla noiosa profondità dei dati.
Ma il fatto inequivocabile è che ogni volta che acquisti un servizio digitale senza preoccuparti dell’analisi dei dati, stai commettendo un errore.
E non sto dicendo che anche questo lavoro di consultazione periodica e di analisi debba farlo direttamente tu.
Nella inconfutabile logica del “a ognuno il suo mestiere”, puoi affidarti a professionisti seri o a consulenti in grado non solo di osservare le statistiche, ma anche e soprattutto di fornirti preziose informazioni già elaborate su come orientare al meglio le tue azioni future.
Perché se è vero che è importante consultare le statistiche, ancor più importante è saperle osservare con competenza e spirito critico, andando oltre i banali accessi giornalieri o mensili.
Ricordandosi infine sempre che i risultati si misurano in relazione agli obiettivi scelti nella tua strategia di comunicazione digitale. Ma questa è una storia che ho raccontato ormai alla nausea.
E ora vai. Ti lascio alla tua dashboard di Analytics. Trattala bene, e non dimenticarti di lei.
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
Nel caso in cui necessitassi di ulteriori approfondimenti o desiderassi contattarmi per una consulenza, puoi farlo tramite la chat Messenger o scrivendo a andreamarc79@gmail.com