Oggi è Natale. Tanti auguri!
Quest’anno ho deciso di farmi un regalo. È una buona idea e vi consiglio di fare lo stesso. Fatevi un regalo!
Nel mio caso non si tratta di libri, film, tecnologia, bricolage, bottiglie d’annata o sciarpe. Si tratta di una regalo ideologico, filosofico, mentale (lo so, detto così era forse meglio una sciarpa).
Mi prendo una piccola pausa, un paio di settimane credo. Non di più altrimenti il web si dimentica di me. Non che io sia così fondamentale neh, nessun blogger di nicchia lo è davvero, forse tutti insieme un’importanza ce l’hanno pure, ma ora sto divagando.
Ho bisogno di fermarmi a riflettere, in un momento storico e in un mondo che spesso corre senza saper bene dove andare, basta correre.
E ho bisogno di farlo per pianificare al meglio il calendario editoriale di questo blog che dal 2016 a oggi ho cercato di arricchire con contenuti originali e, spero, di qualità e di qualche utilità.
Riprenderò forse martedì 8 gennaio, più probabilmente il 15. Ma non voglio lasciarti senza alcuni miei personali spunti di riflessione, e per farlo ti racconto quali sono le cose che non vorrei più vedere nel 2019 parlando di vino, di digitale, di social e di persone. Iniziamo.
L’approssimazione
Sono stanco di leggere, ascoltare, vedere contenuti eccessivamente approssimativi.
La semplificazione e la leggerezza devono esistere, e il mondo del vino ha indubbiamente bisogno di essere svecchiato e di tornare a parlare davvero al popolo e ai giovani.
Sul tema leggi il mio post su cosa è accaduto negli anni alla comunicazione del vino.
Sono però convinto che tutto ciò debba essere raggiunto senza rinunciare all’approfondimento, alla profondità e all’assenza di banalità e di ridondante “già sentito”. Il rischio è quello di creare equivoci anche gravi e di ridurre il tutto a una comunicazione monotona, piatta, mentre il vino è vita, evoluzione, tempo, umanesimo.
Sul tema leggi il mio post sull’umanesimo vinicolo.
Comunicatori e aziende non dovrebbero mai dimenticare che hanno una responsabilità verso i propri lettori o follower; è loro dovere non abbassare troppo l’asticella della conoscenza.
Leggerezza sì dunque, approssimazione mai. E forse riuscirò a vedere meno dirette o a leggere meno post che descrivono aziende come “giovani e dinamiche” e vini come “interessanti…”.
Le furbizie
I trucchetti, i magheggi, le attività poco trasparenti non fanno parte del mio modo di intendere una consulenza digitale che è già parecchio complessa di suo.
Sull’argomento mi sono ampiamente speso, soprattutto ultimamente e, devo dire, scatenando un certo dibattito e, spero, svegliando qualche coscienza.
A tal proposito leggi il mio post su alcuni aspetti oscuri del fenomeno degli wine influencer.
Dobbiamo tornare a interessarci al concetto di valore e allontanarci da quello di quantità. La quantità è facile da raggiungere oggi, generare valore è molto più complesso e necessita di conoscenze e competenze umane e professionali.
L’improvvisazione
Questa va a braccetto con l’approssimazione, ma come per l’uovo e la gallina non è dato sapere chi sia nato prima.
L’improvvisazione nel mondo della comunicazione digitale del vino è equiparabile a quella del cugino architetto che, siccome è anche uno smanettone, ti fa il sito quasi gratis. Quanti soldi abbiamo sprecato in questo modo, e quanti siti brutti e inutili abbiamo generato?
Quella del cugino ci abbiamo messo anni a capirla, e ancora qualche riacutizzazione compare ogni tanto, ma direi che ormai è dato per assodato che per fare un sito web che serva a qualcosa è necessario un professionista, sia esso un freelance o una web agency.
Analizziamo per un momento la parola “professionista”. Chi è? Cosa fa?
Nel mondo del lavoro un professionista è chi esercita una professione. Dunque chi ha studiato e lavorato, costruendosi competenze e conoscenze in grado di offrire a un mercato prodotti o servizi.
Così come per fare vino ti serve un enologo e non uno sciamano, allo stesso modo per fare comunicazione digitale della tua azienda ti serve un professionista del settore. Sia esso giovane, vecchio, freelance o dipendente non ha alcuna importanza, l’importante è che possa dimostrare di essere un professionista grazie a titoli, esperienze, risultati, curriculum.
La diffidenza
Lato aziende vinicole vorrei fosse l’anno in cui si abbandonano dubbi, ansie, timori e diffidenze nel settore della comunicazione e del marketing digitale. Non lo sarà, già lo so, e sono certo lo confermerò a fine anno.
Ciò nonostante voglio sperare sia un anno di grandi e importanti passi in avanti verso un traguardo che vedrà assegnata finalmente la medaglia della dignità a chi come me svolge un mestiere ancora poco compreso.
Il digitale ha lo svantaggio di essere eccessivamente popolare e sdoganato, talmente presente nella vita delle persone che tutti si sentono autorizzati a offrire la propria visione, il proprio punto di vista, la propria improvvisata consulenza.
Fare l’amore 20 volte al giorno non fa di te un pornoattore. Allo stesso modo usare Facebook, Instagram o navigare qualche sito non fa di te un consulente digitale.
Il marketing digitale non prescinde dalle regole e dalle conoscenze del marketing tradizionale, ecco perché (ricollegandoci al punto precedente) un non professionista potrà anche azzeccare qualche consiglio, ma non potrà mai offrire una visione strategica globale che sia faro alla comunicazione di un’azienda.
Stop
Lo so, sto ormai rimescolando le carte e cancellando i confini, e tutto sembra l’enorme pippone ideologico di chi ancora crede che, per le aziende del vino italiane, il digitale sia una bella occasione spesso sprecata.
Il fatto è che ognuna delle cose sopra elencate è connessa all’altra e tutte sono figlie di un’attualità confusa, frenetica, qualunquista, distraibile e arrivista.
E non ho purtroppo una soluzione chiavi in mano. Ma se dovessi proprio azzardare una via d’uscita, penso che la cercherei nello spesso dimenticato sentimento del rispetto: rispetto per ciò che si produce, per ciò che si vende, rispetto per i consumatori e per i clienti, rispetto per la terra e per la professionalità, rispetto.
Ecco, passato il Natale, trascorse le feste, ti auguro di trovare ad attenderti un 2019 ricco di voglia di fare e di sperimentare, di coraggio e di curiosità, di pianificazione e di progettualità, di approfondimento e di tempo per valutare, di nuove vie per comunicare il tuo vino e di rispetto.
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
Nel caso in cui necessitassi di ulteriori approfondimenti o desiderassi contattarmi per una consulenza, puoi farlo tramite la chat Messenger o scrivendo a andreamarc79@gmail.com
2 Responses
Lo leggo con grande ritardo per una semplice svista. Articolo di grande stimolo a riflettere in maniera critica e consapevole sul valore delle competenze acquisite e da acquisire e su quanto sia importante essere curiosi, non trascurando nuovi approcci, prospettive e conoscenze.
Grazie Patrizia, lo spirito è proprio questo. Felice di essere stati di ispirazione. A presto.