Ho deciso di scrivere questo post, spero utile nella sua semplicità, pensando in modo specifico a te che fai vino ma non hai particolare dimestichezza con la rete e i social network.
Breve premessa
In questo blog tento di proporre il più ampio spettro possibile di argomenti legati al vino e al digitale. Ricerche, tendenze e statistiche si alternano a strumenti, case history, interviste e post più o meno generalisti.
Quando scrivo mi sforzo di pensare a voi tutti, dal piccolo vignaiolo o vignaiola al grosso gruppo vinicolo, dal professionista al consulente, fino all’enotecario o all’appassionato interessato.
Parlando di produttori mi capita però sempre più spesso di fare i conti con un tessuto vitivinicolo italiano composto da piccole o piccolissime realtà che fanno vino molto bene ma non sono altrettanto capaci a comunicarlo in rete.
Spesso vengono commessi veri e propri errori di impostazione e di approccio, leggerezze generate dalla non dimestichezza con ambienti, piattaforme e linguaggi in costante mutamento.
Purtroppo questi errori non rimangono confinati tra le mura della cantina ma, per loro stessa natura, sconfinano nell’evanescente e spesso indomabile mondo digitale, fino ad essere potenzialmente sotto gli occhi (e sotto le reazioni) di tutti.
Certo poi ci sono anche vignaioli/e che di digital non ne vogliono sentir parlare, e questa in quanto scelta va rispettata. Ma a me interessa molto di più fornire qualche consiglio e qualche strumento a chi ha orecchie per intendere, piuttosto che rincorrere difficili e spesso non troppo durature conversioni.
Ecco che con questo post mi rivolgo a te che senti il bisogno e la necessità di comunicare al meglio il tuo vino in rete ma non sai come fare, non sai cosa serve, non sai quanto costa, soprattutto non sai cosa devi e cosa non devi fare.
Ho quindi pensato a un semplice e sintetico decalogo di consigli (tutte cose che credo di aver ripetuto fino alla nausea tra le righe di questi due anni di blog), costringendomi al numero 10 unicamente per questioni editoriali.
Spero ti sia utile per muoverti al meglio nelle tue prossime e future scelte in ambito digitale o, almeno, per commettere il minor numero possibile di errori.
Uno.
Conta fino a 10 (100 dai)
Quando poi avrai preso la tua strada digitale, corri pure, ma la decisione su quale canale social scegliere deve sempre essere ponderata, mai affrettata.
Non lanciarti in Facebook, Intagram o altri se non hai le idee ben chiare su questi 4 punti fondamentali:
- come funzionano i canali che ti interessano
- che pubblico li frequenta
- quali contenuti possiedi o puoi facilmente creare per popolarlo
- che cosa vuoi ottenere nel medio lungo periodo (notorietà, reputazione, maggiori richieste di visite in cantina, aumento delle vendite?)
Se conosci le risposte alle 4 domande precedenti allora vedrai che troverai facilmente i social fatti per te.
Due.
Osserva gli altri
Guardare cosa fanno i tuoi colleghi, vicini e lontani, è sempre buona cosa per capire quali modalità e contenuti funzionano meglio e generano maggiore partecipazione da parte delle persone che li seguono.
Prenditi quindi del tempo per capire almeno queste 3 cose:
- come e cosa comunicano nei social i tuoi vicini di denominazione
- come e cosa comunicano nei social le realtà grosse e più strutturate collocate nel tuo territorio
- come e cosa comunicano nei social cantine estere a cui potresti ispirarti (se produci un eccellente spumante metodo classico non puoi non dare una sbirciata all’attività social delle grandi maison di Champagne)
Ma non fraintendere, tutto questo serve a conoscere e ispirarti, non a copiare, piuttosto ad aiutarti a trovare la tua cifra comunicativa unica e distinta una volta che saprai come si muovono in rete i mercati a te affini.
Tre.
Studia
Serve un minimo di preparazione, non dobbiamo negarlo.
Sia nel caso in cui sia tu direttamente a occuparti dell’attività social, sia che questa incombenza venga assegnata a qualche azienda o consulente (il mio consiglio se puoi è sempre e comunque quello di internalizzare certe competenze), non puoi non sapere, almeno a grandi linee, come funzionano i social che sceglierai e che cosa ci puoi fare.
Un minimo di conoscenza, se non competenza, tecnica è necessaria per poter scegliere gli ambienti adatti alla tua azienda e al tuo vino.
Quattro.
Seleziona
Questo consiglio penso di averlo già dato mille volte, questa sarà la volta milleuno e non farà certo male.
I canali social vanno selezionato dopo attenta analisi di funzionalità, pubblico e tipologia di contenuto in relazione ai tuoi obiettivi.
Non devi aprirli tutti, non devi forse nemmeno aprirne uno solo, ma certamente tra tutti e uno solo è ancora meglio uno solo.
Dico non uno solo, idealmente, per non convogliare tutti i tuoi sforzi e contenuti su un’unica piattaforma che potrebbe, per una serie di innumerevoli e imprevedibili fattori, scomparire da un momento all’altro (ricordati di Myspace e pensa alla fine che sta facendo Google Plus).
Ciò specificato resta il principio di selezione. Attiva solo i canali che possono per te essere interessanti, che possono permetterti di raggiungere un pubblico in target e per i quali sai che puoi costruire contenuti adatti e di valore.
Cinque.
Pianifica
La pianificazione delle attività social, anche se minima o abbozzata, è l’unica via per mantenere alta l’attenzione su ciò che devi fare.
Se non pianifichi poi dimentichi, procrastini, accantoni, e tutto diventa frutto unicamente di un’improvvisazione che davvero in pochi possono permettersi.
Non servono serrate calendarizzazioni di post, non è necessario per forza programmare da inizio a fine anno un’attività social che per sua stessa natura è mutevole e in itinere.
Certo serve darsi delle regole, affidarsi a dei punti fissi, costringersi a un’organizzazione del lavoro che adotta il metodo come imprescindibile alleato di attività che avranno sempre e comunque una percentuale elevata di improvvisazione e di imprevisto.
Sei.
Rispondi e interagisci
In un mio post datato maggio 2017 cercavo di spiegare perché in rete è importante rispondere. Qui non vorrei davvero ripetermi troppo, ecco perché a ciò che ho già mille volte detto e scritto aggiungo solo una ulteriore suggestione.
Gli strumenti di comunicazione servono per comunicare. Smartphone, email, chat, prevedono che qualcuno ti contatti e che tu gli possa rispondere. Trattandosi di canali, chiamiamoli, uno a uno o comunque uno a pochi, tutti noi possiamo permetterci ogni tanto di non rispondere al telefono o di ignorare l’ennesimo messaggio in chat.
Già la cosa si complica se questi strumenti diventano aziendali, e non rispondere alle email di clienti, appassionati o curiosi inizia a diventare cosa sgradevole, poco professionale e molto irritante per chi cerca di contattarti.
Con il social media il panorama si complica ulteriormente. La parola social porta con sé determinate opportunità e altrettante responsabilità. Se decidi di stare nel social devi interagire, non c’è storia. Devi rispondere, devi partecipare, altrimenti non ha senso che tu ci stia.
Ricordandoti sempre e comunque che nei social network, essendo questi una vera e propria piazza globale, quando rispondi non rispondi mai a uno soltanto, bensì a tutti quelli che sono o possono essere interessati a quella discussione, e che potranno trovare disponibile un contenuto in qualsiasi momento della loro esperienza di vita digitale.
Sette.
Ignora i numeri
Questo consiglio contiene una parte di provocazione e una di verità.
I numeri sono forse la cosa più importante di un’attività digitale, dove per numeri intendo gli insight, le statistiche, la misurazione dei risultati e delle singole azioni.
Quando qui ti chiedo di ignorare i numeri intendo, almeno in una prima fase della tua strategia web e social, di non concentrarti su questi fattori quanto piuttosto sul produrre contenuti di qualità e di valore.
Visite al sito, followers su Instagram non devono rappresentare il tuo obiettivo principale, non devono annebbiare la tua capacità di concentrazione e giudizio.
Le tue azioni sono dedicate e destinate a chi può comprenderle e apprezzarle, scoprirai man mano quante persone ci sono nell’ideale bacino a cui ti rivolgi.
Otto.
Porta sempre con te lo smartphone
Anche a questo consiglio ho dedicato un post nel quale ti spiegavo perché quando vai in vigna non devi dimenticare lo smartphone.
Qui sintetizzo i concetti presenti in quel post che ti invito a leggere, dicendoti solamente che ogni volta che dimentichi lo smartphone, anche in corrispondenza di attività apparentemente noiose o non importanti, perdi l’occasione di immortalare o riprendere un momento inaspettato quanto interessante.
Lo smartphone non è il tuo personale simbolo di schiavitù personale, quanto piuttosto uno strumento che va saputo usare con cognizione di causa. Se lo porti con te sai che potresti usarlo anche solo per raccogliere del materiale che valuterai poi se utilizzare o meno, diversamente sarà solo un’occasione persa.
Nove.
Mettici dei soldi
Un altro concetto più volte ripetuto ma non ancora definitivamente assimilato è che i social, e le attività digital in generale, non sono gratis.
Sempre di più essere in Facebook e Instagram significa dover fare un ragionamento obbligato su quanti soldi si è disposti a investire.
Ideare e sviluppare una strategia di presenza e contenuti in questi ambienti senza allocare un congruo budget per la promozione dei post o dei profili, significa esporre i propri contenuti a una platea troppo ristretta per risultare interessante e incidente. Significa quindi, in poche parole, un sacco di fatica inutile a produrre contenuti che in pochi vedranno e che quasi nessuno condividerà.
Gli algoritmi delle varie piattaforme non regalano molto alla visibilità organica, preferiscono (ovviamente) indurre i propri utilizzatori a metterci delle somme per mostrare i contenuti di una pagina al maggior numero possibile di persone interessate.
Questa è la triste verità che certamente non vale per tutte le piattaforme ma che, per quelle citate, prima conosci e prima ti permetterà di gestire al meglio le tue azioni social.
Dieci.
Impara e internalizza
Se c’è una cosa di cui sono assolutamente convinto è che, in una visione strategica di lungo periodo, le aziende del vino che possono permetterselo, debbano coltivare una figura professionale interna per la gestione delle attività di comunicazione e di pr digitali.
Questo non significa che si annullerà l’apporto offerto da consulenti esterni o media agency specializzate (non ho nessuna intenzione di perdere il lavoro).
Ma se è vero che l’aggiornamento, la consulenza strategica e la visione di una progettualità digitale che possa davvero essere efficace, così come la corretta lettura e interpretazione dei dati, continuerà a passare da figure specializzate tendenzialmente esterne all’azienda, è altrettanto vero che la normale amministrazione web e social non può essere affidata a voci differenti da quelle del brand. Pena principale l’uniformità e la standardizzazione dei linguaggi, l’appiattimento dei contenuti, la monotonia delle reazioni.
Se puoi quindi, internalizza. Che siano famigliari, amici o giovani di belle speranze, portati in cantina le competenze per amministrare i tuoi canali digitali.
Chiudo
Molto bene, spero di aver condensato sufficientemente i concetti senza banalizzarli troppo. Approfondimenti a ciascun tema li trovi tra i post di questo blog.
Per il resto fammi sapere se valuti tutti o alcuni di questi consigli quando ti occupi dell’attività digital della tua cantina e, eventualmente, se hai un undicesimo consiglio da condividere con tutti noi.
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
Nel caso in cui necessitassi di ulteriori approfondimenti o desiderassi contattarmi per una consulenza, puoi farlo tramite la chat Messenger o scrivendo a andreamarc79@gmail.com