Abbassa la saracinesca e vai a casa, della tua assenza social non se ne accorgerà nessuno. Davvero, nessuna lacrima, nessun rimpianto e nessun cartello “grazie a tutti è stato bello”.
Dopo titolo e intro acchiappa clic torno in me per chiarire il concetto generale.
Con questo post non mi rivolgo a tutti in maniera indiscriminata, ci mancherebbe, ma soltanto a chi utilizza i social media in modalità unidirezionale e referenziale, applicando un modello di presenza totalmente errato ed estraneo alla natura stessa dei media selezionati.
La mia riflessione, che in parte avevo già affrontato nel post dedicato all’importanza del rispondere, ma che qui allargo anche ad altri aspetti dell’interazione social, nasce dal fatto che ancor oggi mi capita di rilevare una allarmante e diffusa tendenza di molte piccole e medie aziende vitivinicole a sottovalutare l’importanza strategica del mezzo digitale.
E questo non significa che ne ignorano l’esistenza e se ne tengono lontani, cosa che non sarebbe nemmeno tanto male, quanto piuttosto che hanno aperto nel tempo profili Facebook Instagram, Twitter etc, per poi utilizzarli nella maniera più errata possibile, ovvero senza sfruttante l’insito potenziale coinvolgente e partecipativo, proprio della loro natura.
Qui davvero non ci sono mezze misure. Se non interagisci, non conversi con il tuo pubblico, non monitori l’attività riguardante il tuo nome e i tuoi vini, non rispondi alle richieste di chi ti segue, c’è davvero da chiedersi cosa tu ci faccia in Facebook, Instagram e compagnia bella.
Utilizzati in maniera passiva, scambiati per blog a commenti chiusi, i canali social non servono, non sono utili, non sono interessanti, non producono nulla.
Come siamo messi (male)
Il digitale oggi non è il parente reietto della tua comunicazione, bensì il primo ambiente da presidiare e sul quale essere reattivi, tempestivi e responsivi.
E non devi esserci perché qualcuno te l’ha consigliato, perché è di moda, perché ci sono tutti o perché hai visto il produttore tuo vicino che posta e twitta. Devi esserci perché ne comprendi potenzialità e valore, ci credi e hai degli obiettivi da raggiungere. Tutte le altre sono motivazioni errate, frutto di malintesi concettuali, e che possono fare davvero molti danni.
La maggior parte delle volte che, per lavoro o per svago, vado a visitare un’azienda vinicola di dimensioni piccole o medie, effettuo un semplice test che voglio raccontarti.
1.
Per prima cosa verifico se l’azienda o il vignaiolo è presente in Facebook, Instagram o Twitter e seguo i profili ufficiali. Scopro quasi sempre che almeno in uno dei canali l’azienda è presente. A questo punto do una rapida occhiata all’attività social della cantina: quanto posta, cosa posta, quanto è seguita, etc.
2.
Nel corso della visita scatto qualche foto o giro qualche breve video con lo smartphone e, quasi sempre quando ho terminato il giro e mi sono congedato, pubblico qualcosa nei canali social dove l’azienda è presente, taggandola nel corpo del testo o nell’immagine e geolocalizzandomi presso la struttura.
3.
Aspetto, non tanto con la pretesa che accada qualcosa di straordinario, ma con la curiosità di vedere quanto attenta e reattiva è la realtà appena visitata, lato social. Come già avrai intuito la maggior parte delle volte non accade proprio nulla.
Cosa pensare?
Io non sono nessuno, non mi aspetto riscontri reazioni o commenti ai miei contenuti perché sono Marco Andreani. Ma è proprio questo il punto. I social media sono fatti per poter interagire con le persone, con il pubblico, con l’individuo qualsiasi che ama il vino e vuole saperne di più, non per forza con giornalisti, amici degli amici o celebrità.
Questo è il senso, e questo è il modo corretto di usare Facebook, Instagram e gli altri, con l’intento di avvicinare persone e aziende, appassionati e brand.
Ma se non applichi alcuna dinamica relazionale o conversazionale allora faresti bene a chiudere la baracca social e aprirti un bel blog con i commenti bloccati, così da monologare in assoluta libertà, senza che qualcuno si aspetti qualcosa da te.
C’è dello sconforto
Tornando ai miei esperimenti social enoici, riprendo il filo del discorso per dimostrare, anche dovessi correre il rischio di risultare sgradevole, la mia totale insofferenza nei confronti del silenzio digitale di alcune (troppe) aziende del vino.
Non c’è nulla di più fastidioso dell’essere ignorati e nulla di più deleterio del silenzio in rete.
Le occasioni che perdi non sono solo nei confronti dell’individuo che direttamente ti coinvolge in un tentativo di dialogo ( e che potrebbe benissimo essere una persona influente nel settore vino), ma anche e soprattutto di un ambiente sociale complesso dove non solo la singola persona vede quello che potresti scrivergli ma anche tutti quelli che la seguono, che magari hanno interagito con il post, che forse non ti conoscono e sono rimasti colpiti dall’immagine condivisa della tua cantina o del tuo vino.
E, perdonami, ma non esistono scuse.
Perché se la svista e la dimenticanza possono capitare, l’applicazione reiterata del modello silenzioso e passivo è una scelta che non regge davanti ai “non ho tempo” o ai “non pensavo fosse importante”. Se non pensi sia importante e non hai tempo torniamo al punto iniziale, non farlo, chiudi i tuoi profili social e dedicati ad altro.
Le piattaforme social ti offrono, praticamente da sempre, tutti gli strumenti per monitorare l’attività che ti riguarda direttamente. Quando un tuo profilo viene taggato, ricevi una notifica appositamente creata perché tu possa vedere chi ti ha scritto o chiesto qualcosa e come lo ha fatto, e per permetterti di rispondere anche solo con un like o con un semplice, e quasi sempre insufficiente, grazie.
E anche se questo post puzza di sfogo personale e di una leggera presunzione, non posso non essere convinto (per dati ed esperienza) che se iniziasti a curare le tue relazioni social e a interagire e conversare con chi ti sollecita un riscontro, il tuo business e la tua immagine ne trarrebbe non poco giovamento.
Se invece pensi che tutto questo non sia importante o strategico ma sei comunque nei social, scrivimi per farmi capire le ragioni della tua scelta silenziosa, sono curioso.
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
Nel caso in cui necessitassi di ulteriori approfondimenti o desiderassi contattarmi per una consulenza, puoi farlo tramite la chat Messenger o scrivendo a andreamarc79@gmail.com