Navigando randomicamente in Vimeo alla ricerca di video corporate interessanti e fuori del comune, mi sono imbattuto in questo ermetico spot della Cantina di Soave, che più che essere un video sul loro prodotto di punta, sembra lo spot di un eau de toilette.
In un post precedente sui video corporate ho già espresso alcune delle mie riflessioni sulla fattura media di questi preziosi contenuti nel settore vino, giudicandoli spesso standard e simili tra loro. Ecco che qui invece siamo di fronte a un prodotto video che sì, si discosta dalla massa delle altre produzioni, ma lo fa nella maniera sbagliata.
Per il principio di identificazione dovrebbe essere chiaro il target di riferimento dello spot. La Cantina di Soave vuole proporre il suo spumante Maximilian I a coppie dandy molto danarose che vestono perennemente in abito da sera e dimorano in ville palladiane.
I codici messi in campo nella produzione di questo video, dalla regia, alla fotografia, dall’ambientazione alla musica, fino al montaggio, sono fortemente spinti verso il settore del lusso, ricordando per l’appunto le pubblicità dei profumi.
A mio avviso questo può rivelarsi un errore perché, ammesso e non concesso che tale target esista e sia interessato al Maximilian I (sul quale nulla ho da dire in quanto prodotto), proporlo in questa maniera rischia di confondere lo spettatore, attivando suggestioni altre, che nulla hanno a che fare con il vino e che afferiscono solitamente ad altri ambiti.
I rischi principali sono la confusione e la non riconoscibilità del Brand.
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
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