In rete, così come nei Social Media, ci sono professionisti e aziende che impiegano anni a strutturare strategie digital che, per definizione, si trasformano in cantieri costantemente aperti e mai pronti.
Altri si lanciano in mille attività differenti, aprono innumerevoli fronti e sperimentano canali sempre nuovi, in una sorta di bulimia digitale che non porta a nulla di buono.
Entrambi gli approcci sono deleteri.
Procrastinazione costante da una parte e schizofrenia dall’altra, non fanno altro che disperdere tempo e energie senza mai raccogliere i frutti di un lavoro che, se pur c’è, è stato impostato nella maniera sbagliata.
In questo post, dal taglio vergognosamente teorico, voglio concentrarmi sul secondo errore, per aiutarti a capire che sì, la rete si muove rapidamente e tu devi saper tenere il suo passo ma, al tempo stesso, non devi in alcun modo confondere la tempestività (buona) con la fretta (cattiva).
I fondamentali
Alcuni concetti, ne sono consapevole, tendo a ripeterli fino alla nausea. Non saprei dire, in quanti post sino ad oggi, ho parlato dell’importanza di obiettivi, strategia, pianificazione e contenuti; i pilastri di ogni buona azione di comunicazione o di promozione di un marchio (un’azienda vinicola o un vignaiolo) o di un prodotto (un vino) in rete.
In un post di febbraio dell’anno scorso azzardavo una sorta di ideale approccio a una strategia digitale. Se hai voglia, dopo, leggilo. Alcuni concetti hanno la fortuna di non subire i capricci del tempo.
Anche quando sarà necessario per te muoverti rapidamente, ed effettuare delle scelte o dei repentini cambi di direzione per non perdere importanti opportunità offerte dal mercato digitale, dovrai sempre prenderti quel minimo di tempo necessario a tirare un bel respiro e capire tre cose fondamentali:
- se l’azione o l’attività che stai intraprendendo si integra bene all’interno della tua strategia di posizionamento e di comunicazione
- se il mezzo, lo strumento, il canale che tanto attrae la tua curiosità e accende il tuo desiderio è utile al tuo pubblico (chi potrebbe apprezzare o già apprezza il tuo vino) o, altrettanto importante, se l’ambiente che vuoi testare è frequentato dal tuo pubblico
- se esistono i requisiti fondamentali perché questa azione cresca e si sviluppi in maniera efficace (se hai il tempo, le risorse, le competenze, i contenuti per affrontare la strategia nella maniera migliore possibile, riducendo allo zero il rischio di produrre qualcosa di vano o, nei casi peggiori, potenzialmente dannoso)
Errori comuni
Ho visto parecchie aziende, del vino e non, aprire differenti fronti comunicativi, attivando strumenti e piattaforme dagli svariati scopi e diverse finalità, rincorrendo una sorta di frenetico sogno di gloria e fortuna, senza però avere ben chiari i reali motivi per cui imboccavano quella direzione piuttosto che un’altra.
La domanda che atterrisce è sempre la stessa: perché vuoi farlo?
Se non lo sai spiegare in una frase di qualche secondo, o scrivere in un testo di poche righe, allora non sai davvero perché lo stai facendo e, quindi, lo stai facendo per i motivi sbagliati.
Ma la fretta, si sa, oltre ad essere cattiva consigliera, è pure nemica del successo.
Ben altra cosa è la tempestività, o se si preferisce la responsività, con la quale si sa reagire agilmente alle mutevoli intemperanze del mercato digitale, riuscendo a muoversi in maniera rapida, finalizzata e coerente, così da ottenere il meglio da ogni singola azione.
Ogni volta che nasce un nuovo media digitale che ti incuriosisce, che gode degli onori della cronaca, che ti viene suggerito da qualche presunto consulente che non ha fatto il minimo sforzo per capire chi sei, che filosofica difendi, che vino produci, fermati e pensa a tutto questo. Pensa se stai agendo con la necessaria agilità o se sei mosso dalla fretta di fare qualcosa.
Pensa a chi sei, a dove sei arrivato e a dove vuoi arrivare grazie a un’attività o a un’azione digital. Pensa a chi beve il tuo vino oggi e a chi potrebbe apprezzarlo in futuro. Pensa a quando tempo puoi dedicare a curare un nuovo canale, una nuova piattaforma, un nuovo strumento.
Se ti abitui a riflettere rapidamente in questi termini e a valutare tutti questi aspetti, allora riuscirai, nella migliore delle ipotesi, a ottenere i risultati sperati, nella peggiore, a fare meno male possibile a te, alla tua immagine, al tuo vino.
Sperimenta responsabilmente
Testare il nuovo è cosa buona e giusta, ma va fatto con le giuste cautele e preservando la propria identità prima di ogni altra cosa.
Già in precedenti post ho affermato che la rete e il digital sono fatti per i coraggiosi e non per i cauti, ma il coraggio non è certo da confondere con l’incoscienza o l’assenza di ragionamento.
Se apri 10 canali per “provare” sai che alcuni, se non addirittura molti, noteranno le tue mosse. Passare inosservato in rete non è cosa semplice.
Se testi “online” e poi abbandoni il campo, sappi che le tue tracce permarranno a perenne disposizione di chi, consapevolmente o casualmente, troverà il tuo profilo abbandonato o quell’account che avevi aperto un anno fa e che ormai nessuno popola più.
Un esempio
Quando Snapchat iniziò a far parlare di sé dimostrando una crescita repentina e inaspettata di iscritti, in molti approdarono sulla piattaforma. Parecchi furono attratti dall’onda di notorietà che accompagnò per mesi l’app social, nella speranza principale di trovare un canale comunicativo più fresco e dinamico grazie al quale fosse possibile raggiungere un pubblico più giovane.
Nulla di male in tutto questo ma, come spero avrai ormai capito, ci sono diversi modi per affrontare un passo di questo tipo, e solo uno è quello corretto.
Snapchat, ormai si sa, non è un media adatto a tutti, e se non hai le idee chiare, i contenuti adatti, il giusto linguaggio, e la determinazione di portare avanti la tua strategia, allora presto non avrai nulla di interessante da dire e nessuno disposto a seguirti.
Per tutti questi motivi, in molti abbandonarono Snapchat dopo pochi mesi, ma in pochi si premurarono di fare pulizia, cancellando il proprio profilo, così da evitare quelle spiacevoli situazioni potenzialmente lesive di cui parlavo poco fa.
Altre forme (subdole) della fretta
Ma la fretta non si esprime solamente nella ricerca spasmodica e incontrollata di nuove vie comunicative.
Una delle sue forme peggiori è quella che coinvolge la parte di interazione con il proprio pubblico, la partecipazione alle conversazioni, le risposte, le reazioni agli stimoli esterni.
Può capitare di ricevere delle critiche, alcune costruttive, altre semplicemente fini a se stesse. Alcune vere, alcune false. Una visita in cantina andata male, la scortesia di qualcuno, una risposta affrettata e incompleta nei social o in email, una partita di vini difettati, etc.
Capita di reagire a tutto questo in modo affrettato, d’impulso, accecati dall’eccesso di zelo, in maniera approssimativa e spesso incontrollata.
La rete non perdona. Non perdona gli errori così come non perdona gli inadeguati tentativi di porvi rimedio.
Per questi motivi devi sapere reagire a queste situazioni con tempestività, ma assolutamente senza fretta. Devi saperti prendere il minimo tempo indispensabile e necessario per riflettere.
L’ego ce lo abbiamo tutti, e in molti sostengono che non si debba mai porvi un freno, ma questa davvero è una cazzata. Siamo, volenti o nolenti, costretti a doverci confrontare con gli altri.
E se fai vino, lo vuoi vendere, vuoi comunicarlo in rete (dove tutto è conversazione) e vuoi anche sperare che quel vino sopravviva a te e al tuo ego, allora devi imparare l’arte della diplomazia, l’arte più sottovalutata degli ultimi anni.
Poi certo magari possiedi la fortuna di produrre 10.000 bottiglie e di venderle ogni anno a quelli che sempre e comunque la pensano come te, fregandotene del resto del mondo. A questo punto direi che va bene così. I cambiamenti, così come i social network e la rete, non fanno per te.
Mi piace comunque sempre ricordare che, anche se ad alcuni piace pensarlo, i filari non sono trincee (chiedetelo a quelli che hanno visto le trincee vere), bensì luoghi dove coltivare uno dei pochi prodotti dell’uomo davvero in grado di racchiudere un territorio e il suo prezioso genius loci.
Quando devi rispondere a una email, a un commento nei social, o a un post di un blog che ti coinvolge in maniere non proprio positiva, non farlo mai d’istinto, non farlo mai subito. Conta fino a 10, che non è poi molto, e lascia che la fretta si tramuti in una sana e intelligente reattività.
Non te ne pentirai, darai una pronta risposta, dimostrerai ciò che devi con forza, convinzione e argomenti, ti sentirai meglio e avrai dato un segno forte e positivo a chi ti segue e apprezza te come persona e il tuo vino come compagnia.
A questo punto direi che andare oltre potrebbe solamente sortire uno sgradevole effetto madeleine stantia, senza aggiungere nulla di nuovo a ciò che ci siamo già ampiamente raccontati.
Spero che anche questo breve ma intenso racconto possa rivelarsi per te fonte di riflessione e di rinnovata consapevolezza su come a volte è meglio muoversi in rete. Se poi ti interessa approfondire meglio alcuni aspetti specifici, ti invito a leggere il mio post sull’importanza in rete di pianificazione e costanza. E ora, senza fretta, condividi pure!
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
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