Si sente sempre più spesso parlare di Chatbot, soprattutto in relazione ad alcune note app di messaggistica istantanea, come Facebook Messenger o Telegram. Vediamo di capire cosa sono e se possono essere interessanti per te che fai vino e usi il digitale.
Definiamo meglio
Un Chatbot è un software di intelligenza artificiale capace di simulare una conversazione con un essere umano. In parole povere
è un utente non umano, progettato per rispondere a domande o sollecitazioni su un determinato ambito, in grado di chattare con le persone entro i limiti dettati dal suo algoritmo e dal fatto che si tratta di un’intelligenza artificiale.
Dalla sua, il fatto che non sbaglia nel darti le informazioni o il supporto di cui necessiti, non si stanca, è sempre attivo e disponibile, tendenzialmente paziente, non per forza cordiale, di certo efficiente e non sgarbato.
La maggior parte dei Chatbot disponibili sulle più comuni piattaforme di messaggistica svolgono funzioni semplici, non posseggono meccanismi di autoapprendimento in grado di migliorare le proprie risposte. Sono dunque piuttosto elementari, ma utili e funzionali se usati nella maniera corretta.
La tecnologia alla base dei Chatbot, basandosi per l’appunto sul concetto di Intelligenza Artificiale, rende comunque possibile agli sviluppatori la creazione di software capaci di comprendere ed apprendere, così da migliorare le proprie risposte nel tempo, grazie anche allo storico dei dati raccolti ed elaborati.
La morte loro è il servizio, nel senso che svolgono molto bene la funzione di soddisfazione della clientela, offrendo informazioni e risposte a domande semplici e precedentemente censite, in maniera rapida ed esaustiva. Altri sono focalizzati sulle news, altri ancora permettono di compiere azioni più evolute, come l’iscrizione a un servizio o l’acquisto di un prodotto.
I Chatbot sono dunque software creati da aziende per aziende o liberi professionisti, che desiderano ottenere il doppio vantaggio di automatizzare alcuni processi e offrire un servizio agli utenti interessati in maniera agile, efficace e proponendo un simulacro di “naturalezza”.
Un loro primo livello di utilizzo è adottato da quelle aziende che posseggono una pagina Facebook ma non hanno il tempo (o la necessaria reattività) di rispondere ai messaggi diretti in chat delle persone. Ecco che allora utilizzano un bot per dare sempre e comunque una risposta alle persone, evitando in questo modo il fastidioso silenzio che ne conseguirebbe.
Entrando nel merito di una delle app di messaggistica più diffuse (Facebook Messenger) e, almeno al momento, più ricche di Chatbot, è utile sapere che:
1,2 miliardi di persone usano Facebook Messenger
Messenger conta ad oggi 30.000 bot di chat, distribuiti in 200 paesi
I bot di Messenger devono essere associati a pagine Facebook
Principali punti di forza dei Chatbot
Scegliere di usare un servizio Chatbot, avviando con esso una conversazione, è esattamente come iscriversi a un servizio. Si è collegati a quell’utente, che poi è un’azienda che, dopo il primo contatto, può decidere di comunicare con te inviandoti messaggi, promozioni, news, offerte, informazioni, anche senza una tua sollecitazione iniziale.
Uno dei principali punti di forza di questo approccio sta nel fatto che tu utente hai scelto di “parlare con lui”, che questo “lui” appare in qualche modo umano (anche quando è evidente che non lo sia per nulla) e che si integra in un ambiente di messaggistica che per sua natura è ben accettato dalle persone.
Ovviamente le chat si possono eliminare in qualsiasi momento, garantendo la massima libertà nella gestione delle comunicazioni.
Infine, è inoltre possibile effettuare acquisti direttamente in chat, tramite piattaforma Paypal.
Qualche esempio e poi vino
Ci sono Chatbot per tutte le esigenze, alcuni ti vengono suggeriti, altri li puoi trovare navigando le categorie di interesse, puoi infine scovarli tramite l’apposito strumento di ricerca testuale.
Ti ricordo che sono legati a pagine Facebook, sono dunque alternati a profili umani, comunque distinguibili da una piccola icona e dalla dicitura “Messaggi Automatici”. Diversamente, il messaggio “Di solito risponde subito” significa che dall’altra parte c’è una persona in carne e ossa che, tendenzialmente, è piuttosto rapida nelle risposte.
Sul vino non c’è molto, o almeno non molto ho trovato in seguito a una rapida ricerca. Le cantine, anche quelle più grandi, non si sono ancora mosse nella creazione di Chatbot che possano fungere da assistenti virtuali o da vetrine dei prodotti aziendali.
Quindi? Opportunità?
In linea generale, e restando su applicazioni ampie e piuttosto generaliste, possiamo dire che un’azienda vinicola potrebbe ricorrere a un bot per:
- offrire informazioni circa i propri vini
- guidare la persona alla scoperta di un territorio o di una denominazione
- offrire indicazioni su come arrivare e visitare l’azienda
- vendere (ma qui sappiamo che vi sono logiche che rendono non immediata la vendita diretta)
Da qui, come già altre volte ho avuto occasione di sostenere, il confine è dettato unicamente dalla fantasia di chi è in grado di immaginare logiche più creative.
Come spesso accade ci si rende conto che la tecnologia c’è, è pronta. A non esserlo sono spesso le persone che potrebbero trarne benefico e invece spesso la ignorano, non la comprendono, la demonizzano o, ancora peggio, la applicano per moda e per tendenza, banalizzandone al massimo gli utilizzi.
Per stare nel mondo vino, ad esempio, non me ne faccio nulla di un Chatbot che mi racconta i vini di un’aziende tramite domane. Per questo tipo di informazioni è più pratica e più veloce una semplice ricerca in rete con conseguente consultazione del sito web aziendale.
Se invece posso avere , e altri con me, la necessità di trovare risposte a domande più complesse, allora ecco che un bot ben progettato e focalizzato può svolgere egregiamente il suo ruolo.
Qualche riflessione finale
Bada bene che non sono qui a caldeggiare o meno l’uso di questi strumenti in relazione a un mondo, quello del vino, che ancora deve molto al lato umano e all’instaurarsi di rapporti basati su un imprescindibile rapporto fatto di conoscenza, dialogo, approfondimento, empatia. Tutte qualità che un bot non potrà mai possedere, non almeno in un futuro che tutti noi saremo in grado di vedere.
Detto questo, come tutte le tecnologie emergenti e non anocra consolidate, ritengo che vi sia del buono e dell’utile nel momento in cui un simile strumento riesca a integrarsi, egregiamente e in maniera pertinente, in una più ampia visione strategica e in una identità aziendale in grado di sostenerlo e valorizzarlo.
Se sei un piccolo vignaiolo probabilmente non ha nemmeno senso pensarci, e questo post per te rimarrà pura curiosità sulla quale riflettere eventualmente in futuro.
Se sei invece un’azienda vinicola medio grande, una di quelle aziende che tenta una qualche ottimizzazione dei processi e pensa che il tempo speso a dare informazioni di base sulla propria realtà possa essere meglio impiegato nell’approfondimento e, in generale, in una comunicazione più specifica, allora l’aiuto di un Chatbot discreto, ben progettato e chiaramente finalizzato, può rivelarsi un utile alleato nel grande e spesso trascurato ambito del servizio al cliente.
Detto questo direi che puoi divertirti a provare qualcuno di questi Chatbot sui suoi canali Facebook Messenger, Telegram o altro strumenti che ne preveda l’uso. Se, nel tuo navigare, trovi dei Chatbot decenti di aziende vinicole nel mondo, segnalatemeli pure. Se anche questo post non ti è sembrato una perdita di tempo, condividilo. Mi farai felice.
Fonti: pammarketingnut.com – softfobia.com
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
Nel caso in cui necessitassi di ulteriori approfondimenti o desiderassi contattarmi per una consulenza, puoi farlo tramite la chat Messenger o scrivendo a andreamarc79@gmail.com