Un post uscito recentemente sul The Guardian, nella categoria Technology, ha attirato la mia attenzione. Dal titolo come sempre sensazionale, si domanda se Facebook sia ormai un posto per soli anziani.
Il contenuto mi ha fatto riflettere su quali processi decisionali un’azienda del vino o un vignaiolo dovrebbe attivare per scegliere i propri canali di comunicazione digitale.
E questo perché, a una prima lettura affrettata e non approfondita del post, sembra che per un’azienda Facebook sia sempre meno appetibile, una sorta di circolo per anziani dai quali le giovani e dinamiche menti delle generazioni under 30 stanno volentieri alla larga.
Inutile dirvi che non è così. Nella maniera più assoluta. E se è anche vero che alcuni indici di sofferenza vi sono e sono da prendere in considerazione, ci vorrà ancora parecchio tempo prima che Facebook finisca i suoi argomenti, ammesso che arrivi mai quel tempo, considerata la capacità sin ora dimostrata da Zuckerberg di saper differenziare l’offerta (leggi Instagram) o di tentare nuove vie di approccio alla piattaforma anche con pesanti (e forse discutibili) aggiornamenti del proprio algoritmo.
Ma torniamo al post sul Guardian che, anche se si riferisce al Regno Unito, è indubbiamente indicativo di una certa tendenza in corso.
Cosa accadrà… forse
Una previsione stima che, nel Regno Unito, 700.000 adolescenti e giovani adulti abbandoneranno Facebook nel corso di questo 2018. Anche a seguito di questa migrazione dei più giovani verso altre piattaforme come Snapchat o Instagram (sempre di Zuckerberg), la fascia d’età over 55 diventa sempre più incidente in Facebook.
Questo, lo ripeto, riportato dal The Guardian per il popolo britannico. Altri paesi hanno storie differenti ma è indubbio che per Facebook i due anni appena trascorsi non siano stati facili, tra Russiagate e repentini aggiornamenti all’algoritmo.
I dati evidenziano infatti che il tempo trascorso sulla piattaforma è diminuito di 50 milioni di ore al giorno negli ultimi mesi del 2017, così come gli utenti della piattaforma in Nord America sono calati di ben 700.000 unità.
Aggiungo a margine che nemmeno Snapchat sembra passarsela particolarmente bene, non almeno a seguito della recente riprogettazione del design dell’app avvenuto con l’ultimo aggiornamento. Pare infatti che 800.000 utenti abbiano firmato una petizione per convincere Snapchat a fare un passo indietro. Qui un link per approfondire il tema.
Sintetizzando al massimo, come forse non si dovrebbe fare, non sembra dunque un buon momento per i social in generale. Facebook ha qualche acciacco di troppo, Snapchat resta quello del “vorrei ma non posso”, Twitter non se lo fila nessuno, Instagram tiene botta alla grande e sembra quello più in forma di tutti.
Perché alcuni non capiscono, o non vogliono capire, i social network
Pur evidenziando la flessione del settore stiamo comunque parlando di piattaforme che muovono miliardi di persone e di aziende. Certi allarmismi andrebbero, a mio avviso, presi con il giusto grado di consapevolezza e di conoscenza delle piattaforme e dei loro linguaggi.
Detto questo, la sensazione che personalmente avverto quando mi confronto con chi i social li conosce solo per sentito dire è, in estrema sintesi la seguente:
- Facebook è inutile e la gente ci perde tempo, è un luogo di cazzeggio. Fallirà a breve
- Snapchat lo usano i ragazzini ma non ci si capisce nulla
- Instagram è quello delle foto
Il problema è culturale e si suddivide in due ambiti, quello delle piattaforme e quello dei contenuti (e potrei aggiungere del linguaggio). Sulle dinamiche d’uso delle piattaforme il discorso si amplia troppo per essere compreso in questo post, sui contenuti mi sento invece di spendere due parole di approfondimento.
Spesso i social network non vengono compresi perché non viene compresa la natura del contenuto specifico (testo, immagine, video, hashtag, etc) legato al singolo canale, i suoi obiettivi e le sue possibilità comunicative, in una parola, il suo linguaggio.
Mi spiego meglio con un esempio
Chi scrive, chi da sempre è abituato a basare la propria comunicazione sulla parola, fatica a comprendere la forza e il potere comunicativo di una sola immagine o di uno Snap.
Chi sposa un contenuto perché, giustamente, quel contenuto lo rappresenta, avrà sempre difficoltà a comprenderne pienamente un altro diverso dal proprio. Non tutti ovviamente, ma molti, come del resto io stesso, si trovano realmente a proprio agio solamente con un linguaggio specifico.
Ma la realtà è che mentre io scrivo, altri fotografano e altri ancora fanno video, alcuni fanno più cose insieme e i più bravi le sanno fare tutte.
Ma se io non comprendo o non accetto un contenuto o un linguaggio che altri apprezzano (e in rete i numeri non sono quasi mai un’opinione) il problema è mio, non dei social network, non di un progresso digitale che scandalizza solamente la testa stanca di individui privi di immaginazione.
Siamo sinceri
Non pretendo di avere la verità in tasca, ma l’osservazione e l’esperienza mi dicono che:
- Facebook resta indispensabile per effettuare campagne su target specifici perché è l’unico che possiede approfonditi strumenti di profilazione degli utenti
- Instagram è imprescindibile per la varietà di pubblici che comprende in piattaforma e per l’incredibile crescita che ha avuto in questi anni, è semplice, immediato e fa poche cose e le fa bene
- Snapchat è forse l’unico davvero innovativo in questo panorama ma non lo ritengo ancora davvero interessante per il mondo del vino, se non forse per una piccola parte di aziende in grado di verificare concretamente che proprio in quel canale esiste un pubblico interessato al loro vino
Da questa mia personale ma concreta visione cerco di fissare tre imprescindibili postulati digitali nei quali credo con la più assoluta fermezza, tre consigli per te che fai vino e lo comunichi in rete:
- è più intelligente presenziare più canali social con la propria comunicazione, prediligendone certamente uno ma senza il rischio di rimanere con il culo per terra se quell’unico canale muore, fallisce, cambia radicalmente la sua natura
- è cosa buona coltivare un ambiente di proprietà per aggregare i propri contenuti (blog / sito), perché solo così facendo ti garantisci la proprietà di ciò che produci
- devi stare dove sta il tuo pubblico, formato da quelle persone che hanno gli strumenti per comprendere e apprezzare il tuo vino, la curiosità e la voglia di farlo, la predisposizione all’acquisto e il potere d’acquisto
Conclusione anziana fuori ma giovane dentro
Non voglio apparire retorico ma è innegabile che il futuro sia di fronte a noi e non alle nostre spalle. E, se ciò che si è scoperto e si è imparato, fa di noi ciò che siamo e dona profondità ai nostri contenuti, è altrettanto vero che avvizzisce nel momento in cui diventa alibi per l’incomprensione, la chiusura mentale, la diffidenza verso ciò che di nuovo si presenta ai nostri occhi.
Quello che hai voglia di fare, di conoscere e di applicare è molto più importante di quello che hai imparato.
E mentre tu insisti a lamentarti, ad arrabbiarti e a voler non comprendere, il mondo viaggia veloce e in un attimo ecco che non ne fai più parte, qualunque cosa tu scriva o dica.
Come ho già ripetuto, in forme differenti tra i post di questo blog, il digitale non è più ormai una possibile scelta, ma sempre più una strada obbligata che solo in pochi possono permettersi di percorrere battendo vie alternative.
Tu che fai vino oggi, che produci il bene dell’uomo e della terra più bello del mondo, devi sapere che hai a disposizione tecnologie, piattaforme e strumenti mai visti prima in migliaia di anni di viticoltura. Se non inizi a usare la rete e il digitale con consapevolezza, non apparterrai più al mercato, non sarai trovato, non esisterai.
Fonte: www.theguardian.com
Spero che la chiusura di questo post non ti rattristi troppo. Spero che tu ne condivida i contenuti. Spero che tu capisca che i social non sono una questione di età ma di spirito. Spero anche solo di averti aiutato a capire che tutto ciò che cambia possiede dei lati positivi.
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
Nel caso in cui necessitassi di ulteriori approfondimenti o desiderassi contattarmi per una consulenza, puoi farlo tramite la chat Messenger o scrivendo a andreamarc79@gmail.com