In origine questo post avrebbe dovuto intitolarsi “Quantità VS Qualità, il dilemma del contenuto testuale”, ma poi mi sono perso e ho scelto una strada leggermente diversa.
In realtà penso di non essermi discostato troppo dall’intento iniziale, dato che parleremo comunque di testi, di qualità e, purtroppo o per sfortuna, di quantità.
Antefatto
Immaginiamo tu decida sia giunto il momento di comunicare con il tuo pubblico in maniera più strutturata.
Non ti bastano più i social network, con i brevi testi che proponi in Facebook o le immagini che condividi in Instagram, e i contenuti del tuo sito istituzionale puzzano di morto.
Puoi e vuoi fare di meglio, e la scelta che ti si para di fronte è quella tra una sezione news interna al sito aziendale e un vero e proprio blog.
Molto bene. Cerchiamo di capire ora cosa intendiamo precisamente quando parliamo di blog e di news.
I blog oggi
È il 22 agosto dell’anno 2017, e i blog non sono ancora morti.
Guarda me, ho aperto questo blog poco più di un anno fa, e per gli obiettivi che mi ero prefissato a giugno 2016 posso tranquillamente affermare che sta andando piuttosto bene.
Certo in molti ritengono lo strumento antiquato (e non nego una parte di verità in questa visione), relegando i blog alle origini della rivoluzione digitale, quasi un pezzo di storia che stenta a tirare definitivamente le cuoia.
Con la nascita dei social network le conversazioni si sono effettivamente spostate, e i blog oggi non rappresentano più tanto luoghi di confronto e di discussione, quanto piuttosto pianeti sui quali atterrare per approfondire un argomento o strumenti per la costruzione di una reputazione online, personale o di brand.
Letto o scorso il contenuto, si è pronti a ripartire alla volta dei più confortevoli e popolati social media.
Più che essere morti, i blog vivono oggi una sorta di “selezione naturale”, necessaria anche in relazione all’enorme numero di “diari online” presenti oggi in rete, per la maggior parte inerti, irrilevanti, spogli, spesso aperti a abbandonati immediatamente, o comunque dopo un breve periodo di svogliata e casuale attività.
Bloggare è difficile e impegnativo. Questa è una delle poche certezze che accompagna i pensieri di chi blogga davvero, con impegno e in relazione a precisi e chiari obiettivi.
Se ne accorgono purtroppo tutti quando ormai è troppo tardi. Mentre la questione dell’impegno necessario a mantenere un blog dovrebbe essere un tema centrale di riflessione prima di imbarcarsi in una avventura digitale tanto impegnativa.
Puoi mantenere un blog? Hai materiale a sufficienza per produrre contenuti? Ti piace scrivere e raccontare storie? Bloggerai ancora tra uno, due, tre anni? Ecco alcune delle domande che dovresti porti in relazione alla tua idea di blog aziendale o personale.
La sezione News
La voce di menu “news” nel sito web di un’azienda vinicola è diventata, oserei dire a ragione, motivo di vergogna e di imbarazzo.
Solitamente poco popolata, soffre di una sindrome di abbandono data dalla pressoché totale assenza di contenuti. Osservata a distanza di mesi genera la stessa sensazione che si avverte di fronte a un vecchio centro commerciale, desolazione e inutilità.
Sempre più aziende decidono di non imboccare questa strada, nella consapevolezza di non possedere materiale sufficiente a mantenere un’area news con una certa frequenza. Altre, comunque molte, sottovalutano la cosa e, con estrema leggerezza e approssimazione, aprono una sezione news con la quale dovranno prima o poi fare i conti.
Perché alla fine la sezione news è strettamente legata alla freschezza e alla vitalità di un’azienda. Rappresenta quell’area del sito che dimostra in maniera inconfutabile che la cantina è viva, intraprendente, attiva, partecipe, interessante.
Il web è però oggi pieno di buone intenzioni non perseguite, di promesse di continuità non mantenute. Ci troviamo così a confrontarci con sezioni news inerti, anacronistiche, deprivate della forza necessaria a mantenere vivo un interesse da parte del disattento e frenetico navigatore contemporaneo.
In questo ambito, purtroppo, iniziare è tanto semplice quanto mollare.
Il problema è che molti ritengono che una possibile e valida alternativa a tutto questo sia rappresentata proprio dal blog, una sorta di chimerico sotterfugio che permette di integrare gli inesistenti contenuti aziendali con informazioni, notizie e aggiornamenti dal mondo. Nulla di più sbagliato, ovviamente.
Blog del vino o News sul vino? Una questione di obiettivi
Per risolvere una volta per tutta la questione esiste un solo punto di partenza.
Devi sempre domandarti qual è il tuo obiettivo: se vuoi informare, fare cultura, approfondire aspetti specifici, diventare un influencer, raccontare storie o semplicemente offrire ai tuoi ideali lettori una bella vetrina da ammirare con distacco e scarsa attenzione.
Le risposte che ti dai a questa domanda dovrebbero essere il primo passo per comprendere se ti è sufficiente gestire una sezione news oppure se è il caso di valutare l’apertura di un vero e proprio blog, per dire qualcosa di più sul suo vino, sul suo territorio, sul tuo metodo di produzione, sulla tua filosofia.
Al di là dell’aspetto fondamentale legato ai tuoi obiettivi, ci sono poi altri elementi da valutare, aspetti più elementari e pratici, ma non per questo meno decisivi, aspetti che si scontrano con un piccolo dettaglio chiamato “realtà”.
Uno di questi è la voglia e la disponibilità a impegnarsi in un progetto di scrittura online che, per sua natura, frutta solo nel lungo periodo.
Se non hai voglia di sbatterti, se non sei certo di poter garantire un impegno di scrittura costante, se temi di non riuscire a trovare argomenti e contenuti validi, la soluzione news è certamente la più adatta a te e alla tua azienda.
Con le news puoi permetterti di rimanere focalizzato su ciò che riguarda la tua azienda e i tuoi appuntamenti. La cosa ti permette di essere “libero” da una frequenza di pubblicazione e dalla necessità di curare altri temi o argomenti o di cercare altrove spunti per i tuoi contenuti.
Per fare un esempio concreto, se partecipi a tre fiere all’anno e non hai altri appuntamenti da comunicare riguardo la tua vita di vignaiolo, puoi permetterti di pubblicare unicamente le news di quelle tre fiere, senza che nessuno si scandalizzi o trovi qualcosa da ridire.
In questo senso la comunicazione si caratterizza come sporadica e unidirezionale, una sorta di piccola bacheca degli appuntamenti senza alcuna esigenza di partecipazione da parte delle persone (leggi senza commenti).
Non sarà sexy, non sarà efficace, non sarà particolarmente utile ma diciamo che non ti farai nemmeno troppo male, soprattutto se il messaggio è chiaro per chi visita le pagine del tuo sito web.
Se invece sei temerario, curioso, in parte visionario e ti piace scrivere, allora puoi pensare a iniziare un’attività di blogging, ma qui il panorama si complica, e dovrai necessariamente fare i conti con i due solitamente antitetici concetti di qualità e quantità dei contenuti, effettuando quasi certamente una scelta netta tra uno o l’altro.
Questo perché un blog idealmente vuole una certa frequenza di pubblicazione, l’approfondimento di differenti tematiche (solitamente categorizzate) e, soprattutto, l’apertura ai commenti delle persone, ovvero alla loro partecipazione.
Il blog e la chimera della qualità
Di qualità parlano tutti a sproposito, liquidando la questione con pochi frettolosi consigli su come produrre un contenuto di valore.
Personalmente mi sono già espresso, in un precedente post, sul mio personale concetto di qualità dei contenuti in rete. Qui non mi spingo oltre, preferendo ora concentrarmi sull’aspetto filosofico della questione, non meno importante di quello pratico.
La qualità nei contenuti richiede tempo, dedizione, cura, attenzione, aggiornamento, risorse.
Se sei da solo, qualità e grande quantità di contenuti non possono andare a braccetto. Fisiologicamente il tempo che serve per produrre un testo di reale valore, non permette di poterne produrre 10 a settimana, non se si desidera spiegare e raccontare bene qualcosa o approfondire un argomento.
Se arrivi a comprendere che la tua capacità di produzione è di uno, massimo due, post a settimana, devi necessariamente produrre dei contenuti interessanti, approfonditi, utili, originali.
Abbandona il concetto delle “pillole” o dei “consigli”, i post rapidi e semplicistici su come degustare o valutare un vino, le descrizioni sul tuo territorio che trovi anche su altre decine di siti online, e concentrati sul produrre un testo che affronti un argomento poco noto, approfondisca un tema come mai fatto prima, esprima un punto di vista inedito o racconti una storia che nessuno finora ha mai raccontato.
Cerca, in estrema sintesi, di offrire qualcosa di unico, qualcosa che non è possibile trovare da un’altra parte.
Questo approccio è il più complesso a livello cognitivo ma quello che offre maggiori risultati sul medio e lungo periodo.
Diversamente, devi essere consapevole che un contenuto scarsamente interessante, mediamente già visto e universalmente povero, dovrà essere controbilanciato dal fattore quantitativo.
Se non hai qualcosa di unico da dire, cerca almeno di allontanare lo spettro della mediocrità con un gran numero di contenuti di valore medio / basso, cercando di bloggare più di quanto non facciano i tuoi concorrenti.
Suddividi i temi importanti in tanti piccoli spunti di riflessione, ricerca la sintesi dei concetti, strizza l’occhio agli algoritmi di ricerca e inizia a battere sui tasti.
Come avrai forse intuito, questa via è quella che trovo meno interessante, ma non posso certo negare il fatto che una gran quantità di contenuto abbia un certo peso nell’assegnazione di un ranking digitale e riesca, sempre nel lungo periodo, a veicolare un certo traffico.
I problemi logistici è operativi che ci si trova ad affrontare non sono però poi tanto diversi da quelli visti quando parlavamo di qualità. Devi sempre fare i conti con l’impegno, soprattutto nella ricerca delle fonti, le risorse, il tempo necessario a postare qualcosa di nuovo quotidianamente e 7 giorni di 7.
Concludendo
Siamo finalmente giunti al termine di questo lungo discorso sulla scrittura e sui contenuti. Spero di aver anche solo parzialmente illuminato il volto di quelle che possiamo definire le due facce di una stessa medaglia, le più tradizionali e rassicuranti news e i non più giovani ma pur sempre dinamici blog. Spero anche di averti aiutato a comprenderne natura, possibilità, scopi e necessità.
Se ora riesci serenamente a metterti di fronte a quanto ci siamo sino ad ora raccontati, scommetto che saprai prendere la decisione migliore in merito alla tua strategia editoriale. Potrai dunque scegliere se abbellire la tua sezione news, inaugurare un nuovo blog del vino, chiudere definitivamente qualche inutile e stanco ambiente, oppure non fare assolutamente nulla, consapevolmente.
E tienimi aggiornato sui tuoi nuovi progetti editoriali digitali.
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
Nel caso in cui necessitassi di ulteriori approfondimenti o desiderassi contattarmi per una consulenza, puoi farlo tramite la chat Messenger o scrivendo a andreamarc79@gmail.com