Doyouwine si presenta agli eno appassionati digitali con il suo claim semplice ed essenziale: il vino a casa tua.
Si parla dunque di vino, spesso inteso nell’accezione più artigianale del termine, e di casa, quella dimensione che ci appartiene, che amiamo condividere con amici e parenti e che, in questo tempo inedito per noi italiani, ci costringe a riscoprirci in qualche modo nuovi anche se reclusi.
Dietro a doyouwine.com c’è Alessandro Morichetti, enotecario digitale e blogger su Intravino.
La sensibilità che seleziona i vini è la sua, la mano che regge le bottiglie nelle fotografie delle schede dei vini è la sua, il tempo dedicato all’aggiornamento dell’e-commerce, all’assistenza e al rapporto con clienti e fornitori è il suo.
Un e-commerce del vino nato quindi dalla volontà di coniugare una passione a una professione. Lo spirito di un selezionatore unito alle dinamiche commerciali digitali.
Ecco le domande che ho pensato per Alessandro, che con il digitale non è nato ma nel digitale è cresciuto.
Come e quando hai iniziato questa avventura?
Nelle Langhe, ad Alba, nel 2011. Ci sono andato per trovare il mio amico Mauro Mattei che lavorava nello stellatissimo ristorante Piazza Duomo di Alba e non me ne sono più andato. Tre soci albesi avevano iniziato questa avventura di vendita vino online e sono salito a bordo (Doyouwine era nato a fine 2010). Se ami il vino e finisci nelle colline vitate più famose d’Italia – tra Barolo e Barbaresco – poi non ti sposti. Questa non è una bottega di città ma una bottega di campagna.
Da quando hai iniziato, come hai visto cambiare il panorama e-commerce: in generale ma anche in riferimento al tuo sito?
Più soggetti certamente ma anche più concentrazione, alla fine i grandi player son sempre quelli (citerei Callmewine e Tannico su tutti, ce ne sono anche altri ma mi piacciono meno per politiche aggressive e altri motivi). Doyouwine all’inizio aveva solo vini piemontesi poi la strategia è cambiata: perlopiù italiani, solo vini che mi piacciono e anche qualche ghiottoneria: panettoni e colombe di Tiri, l’olio di Valentini, la pasta di Verrigni, gli aceti La Guinelle, il sidro di Tre Rii. Tutte robe buonissime, qualcuna la trovi online ma non sempre.
Nota personale: a me soddisfa più comprare online che offline. L’idea della scelta comodamente a casa e il pacco che arriva come fosse un Natale quotidiano mi piacciono proprio.
In base alla tua esperienza, in questi ultimi anni è aumentata la consapevolezza dell’utente e la sua predisposizione all’acquisto online?
Ormai è cambiato il mondo e online compriamo tutto, pure la carta igienica. Io ad esempio non spingo mai troppo su sconti e promozioni, mi sono rotto le balle. Nella corsa al massacro muoio presto. Compri da me perché quel che vendo e come lo vendo ti piacciono e perché sai che dall’altra parte c’è una persona, non un “operatore”, e questo è molto figo. Ai clienti scrivo spesso su wapp per aggiornarli su un ordine in preparazione e questo viene molto apprezzato: tono colloquiale, puntualità e serietà.
Qual è l’aspetto più complicato della gestione di un e-commerce del vino?
Come in ogni bottega, tutti. Ma la gestione del cliente è ben più importante della selezione dei prodotti. All’inizio, si spendono tempo e soldi per progettare il sito e mettere prodotti, foto ecc.. ma alla fine il cuore è curare il cliente e non farlo mai più andare via. Altro problema: avere i conti in ordine. Io sono fortunato perché il mio socio è una società di consulenza aziendale (RW Consulting) quindi per fatture e burocrazia varia sono in una botte di ferro. Altrimenti sarei in una bara.
I social media aiutano? Quali canali presidi e quale ti offre maggiori soddisfazioni in termini reputazionali o di business?
Per me sono fondamentali. Facebook sempre meno mentre su Instagram metto tutte le bottiglie con la mia mano a reggerle e i contrasti sparati. Nelle Stories racconto la vita di bottega e spesso qualche ordine arriva da lì. Wapp è fondamentale! I clienti sono persone e le persone hanno sempre un telefono in mano. La mail è più distante, col telefono siamo più faccia a faccia. Per quanto le newsletter ben fatte siano sempre molto importanti per lanciare e rilanciare i prodotti.
Le etichette le selezioni tutte tu. Ti è capitato di credere molto in un vino che però ti ha donato scarse soddisfazioni nella vendita online?
Scelgo tutto io e solo io. Faccio quello che mi pare, compro quello che mi pare. Non so mai predire cosa funzionerà purtroppo, un po’ dipende da quanto ci credo io ma non basta: è una congiunzione astrale di prezzo, momento, nome, etichetta ecc. Però le cose che mi piacciono voglio tenerle perché mi rappresentano e se entri in bottega devi vederle anche tu.
Hai notato delle variazioni importanti nei volumi, o comunque nei carrelli, in questo periodo che vede le persone chiuse in casa per l’emergenza Coronavirus? Hai in qualche modo reagito a questa crisi sanitaria?
Qualche ordinino arriva ma io muovo numeri troppo piccoli per fare media. Dovresti chiedere ai grandi player e credo ti direbbero che le cose online non vanno malissimo, anche perché – è brutto dirlo – puoi comprarlo senza entrare fisicamente in contatto con nessuno tranne il corriere che ti consegna alla porta.
Credi che l’e-commerce del vino avrà un futuro roseo in un paese come l’Italia, abituato tradizionalmente ad altri canali d’acquisto?
Ah bella domanda. I Tannico Boys dicono di sì e crescono fino a 20 milioni di euro nel 2019 ma di profitti non c’è gran traccia quindi che dire. Io punto a specializzarmi sempre di più e a curare i miei clienti, sarò felice quando sempre più gente entrerà e mi affiderà soldi alla cieca. Sarò stato bravo a far passare il mio messaggio. Ma la strada è mooolto lunga.
Dove acquisti vino?
Su Doyouwine, ovvio. Se avessi una bottega dove puoi comprare quel che vuoi, non vorresti che fosse la tua bottega preferita? Il mio obiettivo è vendere nella bottega dei sogni, con poche cose super selezionate-scremate-scelte-vivisezionate. Solo il meglio del meglio del meglio. Poi entro e ci do dentro con l’autoconsumo 🙂
Nota finale
Chiudo questa bella intervista ringraziando Alessandro per la disponibilità e per una rapidità di risposta mai vista prima. Intervista proposta e chiusa nel giro di poche ore; dimostrazione che il digitale avvicina non solo la bottiglia al consumatore ma accorcia anche le distanze umane, creando opportunità un tempo impensabili.
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
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