Mi sono reso conto, forse tardi, che non ho sottolineato a sufficienza l’importanza dell’ascolto in rete e nei social media.
Vediamo di rimediare:
- ho detto spesso di selezionare i canali giusti, ed è vero
- ho detto spesso di partecipare alle conversazioni che riguardano il tuo vino, la tua realtà, il tuo territorio, ed è da fare
- ho ripetuto più volte che non si può essere ovunque ma è necessario effettuare delle scelte in relazione a obiettivi, contenuti, target e budget, e vale sempre e comunque
- ho scritto post sull’importanza di comunicare selettivamente con il proprio target ideale, che può essere più d’uno, e si tratta ancor oggi di uno dei consigli più preziosi
Poi mi rendo conto che potrei essere frainteso, o comunque interpretato come fossilizzato nell’unica direzione strategica progettata per la comunicazione del tuo prodotto o brand vinicolo.
Nulla di più sbagliato. Per tutto il tempo che dedichi a curare i tuoi canali, produrre contenuti interessanti e dialogare con il tuo pubblico, devi destinarne altrettanto all’ascolto e all’osservazione di ciò che riguarda il tuo settore, in ambienti e canali che non curi, che non vivi, che non consideri.
Di vino si parla molto, spesso, e praticamente ovunque. Praticamente ovunque e in qualsiasi momento un utente sconosciuto su una piattaforma che non consideri potrebbe parlate di te e del tuo vino, o della tua denominazione o territorio, affrontando un argomento sul quale avresti qualcosa da dire o che comunque sarebbe meglio se conoscessi.
Ovviamente non è possibile essere sempre ovunque. Non è possibile monitorare un sentiment diffuso e liquido, capace di passare dal web ai social, dalle app all’imperscrutabile messaggistica privata (in Messenger, WhatsApp e simili, credimi, passano le riflessioni più oneste, dirette e “disintermediate” sul mondo del vino).
Però qualcosa va fatto, uno sforzo deve essere compiuto. E anche qui entrano in gioco un’educazione alla ricerca e allo scounting del web, e una certa predisposizione naturale verso la ricezione di informazioni utili.
Ascoltare e osservare ciò che riguarda il tuo vino o la tua denominazione, anche in ambienti che al momento non presiedi, può essere utile a:
- dotarti di una visione più ampia, e dunque anche più completa, di come viene percepito il tuo vino o il tuo territorio
- valutare possibili nuove direzioni strategiche (potresti infatti osservare un fermento contenutistico molto interessante in Twitter, che prima non consideravi)
- intervenire in caso di necessità, commentando il post del blog che non conoscevi e che parla di te o partecipando a una conversazione come ospite in una community online dove si trattano argomenti per te strategici
- scoprire nuovi linguaggi e nuove piattaforme, che potrai decidere se approfondire o ignorare con una certa cognizione di causa
- restare, potremmo dire, sul pezzo, rischiando meno l’oblio da non conoscenza dei mezzi e dei linguaggi digitali
Ma come di fa?
Ci vuole tempo, ci vuole pazienza, ci vuole dedizione e pianificazione, e una certa dimestichezza con gli strumenti di ricerca digitali, siano essi social network, app, siti web, community o motori di ricerca.
Si può decidere di monitorare con regolarità il nome della propria cantina, si può decidere di seguire le discussioni e le notizie più generiche sul mondo vino o quelle focalizzate sulla propria denominazione o sul proprio territorio.
Si può decidere di seguire gli opinion leader del settore, anche quelli che meno aderiscono alla tua idea di vino, su differenti canali, così da comprendere la reale portata di un brand, di un prodotto o di un influencer.
Tutto questo serve a non essere escluso da conversazioni che potrebbero aver bisogno della tua attenzione, e anche ad appartenere realmente e concretamente a questo brodo digitale che ci sommerge.
Un problema diffuso
Lo stesso meccanismo può essere traslato su altri operatori del settore vino.
Esistono wine blogger, wine influencer e giornalisti del vino che non sono in grado di guardare oltre i confini delle proprie zone di comfort digitali: il proprio blog, il proprio social di riferimento, la propria community.
Con il problema che mentre sono intenti a seguire e promuovere una linea narrativa a loro famigliare, altre parallele e a loro ignote si diramano su differenti canali o piattaforme.
Lì, dove loro non vedono, non sentono e non partecipano, si sviluppano narrazioni alternative che sfuggono alla loro coscienza così come alla loro possibilità di intervento.
Capita magari anche a me, è capitato, capiterà. L’importante è essere coscienti di queste possibilità e cercare di scansionare il web e i social con una certe frequenza e un certo occhio critico.
Anche questo è personal o brand reputation.
Ecco perché l’ascolto è sempre alla base di una buona comunicazione. Senza ascolto non può esistere comprensione, e senza comprensione non può esserci conoscenza del proprio pubblico, e senza conoscenza del pubblico non possono esistere contenuti di valore.
E tu? Punti lo sguardo ogni tanto oltre i tuoi canali? Ascolti quello che accade attorno al tuo settore, al tuo vino, al tuo territorio?
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
Nel caso in cui necessitassi di ulteriori approfondimenti o desiderassi contattarmi per una consulenza, puoi farlo tramite la chat Messenger o scrivendo a andreamarc79@gmail.com