Questo post, a differenza di molti altri, non si basa su ricerche, analisi di mercato, statistiche di settore.
Le impressioni e le riflessioni in esso contenute non hanno nulla di scientifico, ma dipendono unicamente dall’osservazione personale della comunicazione social a tema vino e dall’esperienza maturata in anni di campagne su clienti.
Ha però il vantaggio di riguardare strettamente il mondo del vino sui canali social, stracolmo di tutte quelle pagine Facebook e profili Instagram di cantine che quotidianamente si contendono l’attenzione di un pubblico sempre più sollecitato e distratto.
Il commento: la forma più elevata di partecipazione sociale
Da tempo osservo natura e tipologia delle interazioni degli utenti sui contenuti a tema vino in Facebook e in Instagram.
Dove per interazioni intendo quasi esclusivamente i commenti, essendo i like un parametro non sempre indicativo del reale successo di un contenuto in base al suo valore, e le condivisioni una funzionalità riservata alla piattaforma Facebook.
Parlando di like, in Facebook ma soprattutto in Instagram, andrebbero infatti distinti quelli ottenuti da bot, o guadagnati dal rapido e distratto gradimento di un’immagine passata sotto i nostri occhi, da quelli autentici e realmente “sentiti” di chi è stato attratto da un post, vi si è soffermato, ne ha compreso il contenuto e ha scelto di donargli il suo like.
I commenti invece si posizionano a un livello decisamente più profondo di interazione e partecipazione, perché prevedono (almeno idealmente) che l’utente abbia compreso ciò che ha visto o letto, e abbia deciso di passare concretamente al livello successivo, sforzandosi per comporre e inviare un commento, si spera, sensato.
I commenti aprono al dialogo e alle conversazioni, o almeno dovrebbero. I commenti prevedono una riflessione e, nella migliore versione di loro stessi, una reale esigenza di confronto e di approfondimento.
Tutto questo a meno che, come capita ancora troppo spesso in Instagram, i commenti si riducano a sterili e monotone frasette o emoticon di finto gradimento, da parte di bot programmati per spammare.
Bene! Osservando la tipologia e la qualità dei commenti in Facebook e in Instagram su post appartenenti a profili di aziende vinicole, o comunque a tema vino, mi sono fatto nel tempo la mia idea.
E svelo già il segreto che avrai già ampiamente intuito: Facebook è un ambiente inequivocabilmente più autentico, sano e spontaneo di Instagram e, di conseguenza, genera un coinvolgimento di qualità superiore.
Cose sulle quali riflettere
La partecipazione a tema vino in Facebook è:
- meno sporcata dai bot e dai profili falsi che popolano Instagram
- più personale e maggiormente articolata, fatta di commenti più eterogenei rispetto a Instagram
- frutto di un buon numero di persone comuni, appassionati di vino interessati a conoscere le azioni, scoprirne i vini, pianificare visite e viaggi sul territorio
- dialogante e dialogata, fatta spesso di domande e risposte articolate
- a suo modo curiosa, sovente polemica ma con un buon margine di confronto
La partecipazione a tema vino in Intagram è:
- più immediata e più semplice dal punto di vista dell’usabilità rispetto a Facebook, ma al tempo stesso più distratta e più frenetica
- contaminata dai bot, che commentano con smile, emoticon, e semplici e brevi frasi sensazionali adatte a tutte le stagioni e alla maggior parte dei contenuti
- spesso mossa dalle leggi della crescita, con profili che si commentano addosso, taggando altri profili loro simili, che a loro volta sanno che devono partecipare più per amore dell’algoritmo che non del reale interesse al confronto
- composta da una buona parte di ristoratori, proprietari di enoteche o di wine bar, realmente interessati a conoscere nuove realtà o a condividere con i propri follower le recenti scoperte
Queste sono ovviamente mie impressioni in base a quello che ho potuto osservare operando su questi social sia a livello personale sia professionale.
Nulla è scolpito nella roccia, tutto è sfumato e, ovviamente, esperienze diverse raccontano storie diverse.
Alcuni si ritroveranno in questa mia analisi, altri meno. Ma non è questo che mi interessa.
Ciò che mi interessa è che tu faccia le tue riflessioni basandoti su osservazione, operatività e dati di insight dei tuoi canali.
Sempre nella consapevolezza che:
- devi stare dove stanno i tuoi clienti
- (ancor di più) devi stare dove risiedono le conversazioni dei tuoi clienti
- il vino si vende alle persone, non ai bot
Fammi sapere.
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
Nel caso in cui necessitassi di ulteriori approfondimenti o desiderassi contattarmi per una consulenza, puoi farlo tramite la chat Messenger o scrivendo a andreamarc79@gmail.com