Gli investimenti pubblicitari nel digitale hanno superato da tempo quelli sui canali definibili tradizionali.
Lo sappiamo. Ce l’hanno ripetuto un tutti i modi. Anche io ci ho messo del mio, ricordando questo storico sorpasso tra le righe di questo blog in più di una occasione.
Carta stampata, radio e TV hanno ceduto il passo a blog, portali, magazine online, app, motori di ricerca e social network.
Compreso questo punto possiamo passare al livello successivo, domandandoci come è avvenuto tutto questo e se il digitale è ancora un posto felice per chi vuole fare pubblicità.
Uno studio di eMarketer, società di ricerche di mercato, stima che nel 2019 gli inserzionisti statunitensi spenderanno 129,34 miliardi di dollari in annunci digitali, corrispondente al 54,2% dei loro budget. Entro il 2023, tale cifra dovrebbe raggiungere un 66,8%.
La relazione semestrale sulle entrate Internet IAB 2019, ci riporta invece un altro dato interessante: la pubblicità erogata su un dispositivo mobile oggi rappresenta il 69% delle entrate totali degli annunci Internet.
Nulla di nuovo, nulla che non sapessimo già. Anche se spesso ci dimentichiamo delle evidenze stesse che ci circondano, così che alcune aziende non hanno ancora un sito responsive, per fare un esempio a caso.
Come è successo tutto questo
A creare e alimentare questa evoluzione non sono stati certo gli inserzionisti. Loro non hanno fatto altro che seguire le abitudini dei loro clienti, le persone che navigano, chattano, postano, condividono e fanno tutto questo dal proprio smartphone.
Con gli ulteriori vantaggi che all’inizio il digitale costava davvero molto meno ed era, come fortunatamente è ancora oggi, misurabile e realmente efficace se impostato e gestito correttamente.
Visto in quest’ottica, e con la capacità di tenere una certa distanza dal panorama globale, possiamo affermare che
oggi il mezzo digitale non è più un’alternativa ai canali tradizionali, bensì la loro evoluzione. E con il tempo diventerà esso stesso standard, diventerà a suo modo tradizionale.
Per ora godiamocela dunque, anche se il mezzo online non è proprio vantaggioso come un tempo, e nemmeno più tanto semplice. Ecco forse la vera domanda da porsi.
Quanto durerà ancora questo idillio digitale?
I costi dell’advertising online stanno costantemente aumentando. Sempre più persone, sempre più aziende, sempre più inserzionisti affollano l’internet. E quel banner che ieri costava 1 oggi costa 10.
Siamo tutti pubblicitari
Le piattaforme social, e prima di loro i motori di ricerca, hanno reso democratica la pubblicità.
Dalle cartoline di Google Adwords con i 100,00 euro omaggio, ai pulsanti “Metti in evidenza il post”, la rete ci ha dato la possibilità di diventare autonomi nella promozione dei nostri contenuti.
Tutto questo potere offerto però senza dirti che strumenti del genere, utilizzati ciecamente, con poche competenze e senza una strategia, avrebbero fatto bene solo a chi li possiede, e non avrebbero portato alcun risultato a te che ci metti il grano e l’impegno.
Ma sei autonomo. Puoi quindi fai. Hai un pulsante in bella mostra e una carta di credito e promuovi, qualche contenuto a caso lo troverai di certo.
Hai un’infinità di formati pubblicitari e la fantasia dalla tua parte. Non ti servono tecnicamente agenzie, non hai bisogno di nerd dagli occhi stanchi a gestire le tue sponsorizzazione. Almeno in apparenza, perché la realtà dei fatti è ben diversa.
Infatti in questi anni ne ho viste di tutti i colori: aziende che avevano annunci attivi senza saperlo, aziende che avevano annunci attivi su siti vecchi o ormai spenti, imprenditori che distribuivano la spesa online in maniera scomposta su carte di credito aziendali e su altre personali.
Ma tanto funziona sempre così, quando buttiamo via i soldi in maniera autonoma sembra un problema minore. Siamo noi i responsabili, quindi non ce ne preoccupiamo più di tanto. Quando invece si da un budget in mano altrui, anche un centesimo sprecato sembra una perdita eccessiva e non giustificata.
Tutto questo Con il risultato di perdere totalmente il polso della gestione della spesa, della resa, dell’ottimizzazione, del monitoraggio e della fatturazione.
Per tutti questi motivi aumenta oggi l’importanza della consulenza, della strategia, della creazione di contenuti di valore.
Puoi fare pubblicità online da solo, i mezzi te lo consentono. Spenderai tot e otterrai poco più di un pugno di interazioni di cui saprai poco o che poco osserverai.
Oggi più che mai servono consulenti in grado di offrire visione strategica e gestione ottimale e consapevole delle piattaforme, strumenti che oltre alla superficialità dei pulsanti ben in evidenza a disposizione di tutti, offrono mille altre opportunità di cui sei all’oscuro, ma che sono quelle fondamentali per la buona resa di una qualsiasi campagna advertising.
La pubblicità online e sui socia non è più un gioco, non lo è più da tempo. Prima lo comprendi meglio è per le tue tasche.
Fonti: www.forbes.com – www.iab.com
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
Nel caso in cui necessitassi di ulteriori approfondimenti o desiderassi contattarmi per una consulenza, puoi farlo tramite la chat Messenger o scrivendo a andreamarc79@gmail.com